Le Guerre di Maometto erano per autodifesa?
Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi associatori ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati. Se poi si pentono, eseguono l’orazione e pagano la decima, lasciateli andare per la loro strada. Allah è perdonatore, misericordioso. (C.9:5)
Secondo i musulmani questo versetto, se letto nel contesto corretto, ci dice che a loro viene chiesto di combattere solo per autodifesa e che dovremmo leggere anche i versetti 9:4 e 9:6 per capirne il vero significato.
Andiamo a vedere se davvero le guerre di Maometto erano per autodifesa:
La sura 9 consiste in due discorsi principali:
Il primo discorso (versetti 1-37) è chiamato Bara’at. Questo discorso è essenzialmente l’editto di intolleranza che Maometto ha pronunciato un anno dopo la sua vittoria a Mecca, pochi mesi prima della sua morte. L’altro discorso di questa sura è chiamato Taubah (Pentimento) e contiene le condizioni che egli ha imposto per accettare il pentimento di coloro che non lo hanno seguito per andare a combattere la sua guerra a Tabuk. La questione che noi affrontiamo in questo articolo riguarda il primo discorso che, dal punto di vista cronologico, è stato rivelato tra gli ultimi versetti del Corano.
Il Corano deve essere letto nel contesto in cui è stato rivelato (Sha’ne Nozool). Bisogna poter conoscere la storia che c’è dietro ogni versetto ed ogni sura per comprendere cosa dice.
Bara’at significa “rilascio”. Nel settimo anno dell’Hijra, Maometto aveva firmato un trattato di pace con i Meccani, ad alcuni chilometri dalla città, in un posto chiamato Hudaibiyah. La tregua affermava che per 10 anni i musulmani avrebbero lasciato in pace i Quraysh e non li avrebbero perseguitati assalendo le loro carovane e saccheggiando le loro proprietà. In cambio i Quraysh avrebbero permesso ai musulmani di effettuare l’Haji (quindi entrare alla Mecca) a partire dall’anno seguente.
Dopo aver firmato il trattato, Maometto si concentrò altrove e saccheggiò le popolazioni del Nord dell’Arabia, cominciando con Khaibar, che era una prosperosa città Ebraica. Quindi sottomise molte popolazioni più piccole, gettando il terrore nei cuori della maggior parte degli Arabi.
Soltanto due anni dopo la tregua di Hudaibiyah si sentì abbastanza forte da attaccare Mecca e fu in grado di radunare 10.000 uomini per accompagnarlo nella spedizione (ad Hudaibiyah aveva solo 1.500 uomini). Non tutti quelli che lo accompagnarono erano musulmani. Ma Maometto era visto come un tiranno emergente e alcune tribù temevano che rifiutare la sua richiesta lo avrebbe adirato e che quindi anche loro sarebbero potuti diventare le sue successive vittime. In altre parole accontentandolo queste tribù cercavano di restare fuori dalla sua lista nera. Tra di loro vi erano due importanti tribù, i Banu Sulaym e i Banu Tamim: per rendere il patto più appetibile Maometto offrì loro una fetta del bottino.
Ma, come abbiamo detto, Maometto aveva firmato una tregua con i Meccani. Dunque come poteva aggirare l’ostacolo? Dato che per il Profeta la tregua in sé non era un vincolo imprescindibile, ciò che gli serviva era solo scusa per giustificare la sua rottura. La soluzione, come al solito, fu il tempestivo intervento di Allah che anche in questo caso “gli rivelò” uno svincolo per i suoi obblighi.
Il Dr. M.Khan, il traduttore di Sahih Bukhari e del Corano in Inglese scrive:
“Allah rivelò nella sura Bara’at l’ordine di scartare (tutte) le obbligazioni (trattati, ecc.), e comandò ai musulmani di combattere con tutti i pagani oltre che con i popoli delle Scritture (Ebrei e Cristiani) se non avessero accettato l’Islam, fino a quando non avessero pagato la Jizya (una tassa che dovevano pagare i cristiani e dagli ebrei) con volontaria sottomissione e si fossero sottomessi (così come viene rivelato in 9:29). Così ai musulmani non fu permesso di abbandonare “la lotta” contro i pagani, gli ebrei e cristiani, di riconciliarsi, e di sospendere le ostilità contro di loro, ciò per un periodo illimitato di tempo, fin quando i musulmani avessero mantenuto la forza ed avessero avuto la capacità di combattere contro di loro. Così all’inizio “la lotta” era proibita, quindi venne permessa, ed infine venne resa obbligatoria” [Introduzione alla traduzione Inglese di Sahih Bukhari, p. xxiv.]
Alì lesse la Bara’at alla folla dei pellegrini pervenuti alla Mecca un anno dopo la conquista della città. Quell’anno fu l’ultimo in cui ai paganipagani fu permesso di avvicinarsi a Mecca e al suo tempio sacro. In questo editto Maometto annunciò, “i pagani sono impuri; quindi non permettetegli, dopo quest’anno, di avvicinarsi alla Sacra Moschea” (C.9:28)
In questo discorso Maometto dichiarò che tutte le tregue che egli aveva precedentemente firmato con i pagani erano nulle e che i pagani avevano quattro mesi di grazia per sottomettersi a lui, dopo di ciò sarebbero stati cacciati “pieni di vergogna” (C.9:2).
Il terzo versetto afferma chiaramente che dopo questo periodo di quattro mesi, Maometto avrebbe dissolto unilateralmente le sue tregue ed obbligazioni con i pagani “ed infliggerà una tremenda punizione su colore che rifiutano la sua Fede.” (C.9:3).
Il pretesto per dichiarare nulli i suoi trattati con i meccani venne presto trovato.
Nei pressi di Mecca vi erano due tribù con un feudo a lungo conteso fra di loro. Una di queste era quella dei Banu Bakr che erano alleati dei meccani, e l’altra erano i Banu Khoza’a. Entrambe le tribù cercarono la protezione di Maometto quando era di stanza nei pressi di Hudaibiyah. Avvenne che alcuni uomini dei Banu Bakr, nella loro tradizionale ostilità, effettuarono un piccolo raid sui loro nemici, i Banu Khoza’a, ed uccisero alcuni di loro. Le vittime si lamentarono con Maometto chiedendogli di punire i suoi aggressori. Rispondere non era certo necessario, ma l’opportunità che Maometto stava aspettando da tempo era finalmente giunta. Immediatamente diede la sua parola dicendo che avrebbe vendicato il loro sangue: “Se io non vi assisterò con una forza superiore a quella che userei se io fossi l’aggredito, che Allah cessi di assistermi!”. In realtà Maometto stava architettando l’invasione di Mecca.
Invece dei Banu Nakr, Maometto cominciò a prepararsi per attaccare Mecca. Questa era la guerra che proseguiva da tempo tra due tribù assolutamente slegate da lui. Il trattato di Hudaibiyah era stato firmato tra Maometto ed i Quraysh. In nessun caso si può logicamente trovare una scusa per giustificare l’annullamento della tregua da parte di Maometto per attaccare La Mecca. Per giustificare questa guerra accusò i Meccani di fornire armi ai Banu Bakr. La storia è stata scritta dai musulmani e non abbiamo nessun modo di giustificare questa loro pretesa nei confronti dei loro nemici, ma se questa accusa fosse vera, i Meccani non potevano certo essere biasimati per la vendita di armi ai loro alleati. Non esiste nessuna giustificazione per Maometto per l’invasione di Mecca.
Il quarto versetto di questa sura si riferisce all’episodio in cui Maometto afferma il suo pretesto. In questo versetto egli sposta la colpa sulle sue vittime e fa affermare al suo Allah che i trattati “non sono dissolti versetto quei pagani con cui è stata stabilita un alleanza e che non hanno fallito nel mantenerla, né hanno aiutato alcuno contro di te.”
In altre parole il motivo per cui questa tregua venne dissolta, a detta di Maometto, era perché i Meccani avevano aiutato qualcuno contro di lui. Naturalmente questa è una menzogna. I Meccani non hanno aiutato i Banu Bakr contro Maometto. Questo versetto è essenzialmente una scusa, un salvafaccia. Qui Maometto implica che il motivo dell’attacco è che i Meccani hanno aiutato i Banu Bakr. Per capire l’assurdità di questa scusa immaginate che l’America e la Russia firmassero un trattato di pace ma la Russia fornisse alcune armi all’India e che gli Indiani le usassero contro il Pakistan. L’America sarebbe forse giustificata a dichiarare guerra alla Russia accusando i Russi di rompere il trattato di pace perché l’America e il Pakistan sono alleati? Tutto questo non ha assolutamente senso ed è chiaro come Maometto stava solo cercando una scusa per rinnegare la sua tregua.
Da questi episodi possiamo osservare la subdola natura di Maometto. E’ sempre stato lui a rimangiarsi le sue parole e a commettere ogni sorta di crimine per poi accusare le sue vittime. Ora potete comprendere perché i musulmani si comportano allo stesso modo. Perché compiono simili malvagità e allo stesso tempo giustificano i loro crimini ed accusano le loro vittime. Hanno ereditato questa caratteristica dal loro profeta.
In effetti la tregua aveva un’altra clausola che Maometto aveva già rotto. Questa causalo obbligava Maometto a rispedire a casa i giovani dei Quraysh che fuggivano dalle loro famiglie per unirsi alla sua banda di predoni e lo obbligava anche a lasciar andare quei convertiti che volevano ritornare alle loro famiglie senza costringerli a restare o minacciando di ucciderli come egli aveva ordinato nel versetto 4:89 in cui dice: “e se essi voltano le spalle allora uccidili ovunque tu li trovi”.
Quindi il versetto cinque dice: “Ma quando i mesi proibiti sono passati, allora combattete e sterminate i pagani ovunque li troviate, e sterminateli, cacciateli, tendetegli agguati con ogni stratagemma (di guerra); ma se si pentono, e stabiliscono la regolare preghiera e praticano l’abituale carità, allora aprite loro la strada: perché Allah è sempre Perdonatore, grandemente Misericordioso.”
Quindi ai pagani venivano dati 4 mesi di tempo per sottomettersi a Maometto, pagargli la decima < الزَّكَاةَ > e mandare i loro uomini a prendere parte alle Jihad successive. Se non avessero accettato doveva prepararsi a subire le conseguenze descritte nel versetto cinque.
Notate che zakat (زَّكَاةَ) viene tradotta come “carità abituale”, ma i credenti non potevano scegliere di non offrirla. Dovevano consegnarla a Maometto e Maometto usava questo fondo di “carità” per finanziare le sue campagne militari. Anche oggi la “carità” che i musulmani pagano alle moschee vanno spesso a finanziare il Terrorismo Islamico. La carità non può essere obbligatoria, se è obbligatoria è una tassa e non è più carità. Quindi alla fine la zakat è semplicemente una tassa che i musulmani devono pagare per sostenere lo stato di costante belligeranza e l’espansione dell’impero Islamico.
La Zakat era in realtà il vero obiettivo e la fede in Allah era solo un pretesto. Non era lui che diceva che “non c’è costrizione della religione” (C.2:256) quando era ancora debole, molti anni prima in Mecca? Come si può conciliare il versetto 2:256 con 9:5?
Il versetto 6, dice che “Se qualcuno tra i pagani vi chiede asilo, garantiteglielo, così che possa udire la parola di Allah; e quindi scortatelo fin dove possa essere al sicuro. Ciò è perché si tratta di uomini senza conoscenza”.
Qui egli lascia la porta aperta per i pagani per sottomettersi quando vengono attaccati e quindi a salvare le loro vite.
La verità è che i musulmani non furono mai attaccati da nessuno. Sono sempre stati gli aggressori. Difatti le guerre di Maometto sono chiamate Gawzah e ciò significa raid, attacco improvviso, imboscata. Maometto non aveva l’abitudine di dichiarare guerre. Questo avrebbe dato tempo alle sue vittime di prepararsi e avrebbe ridotto le sue possibilità di vincere. Attaccava sempre le sue vittime senza nessun avvertimento e le prendeva di sorpresa.
La Hadith seguente rende chiaramente l’idea di quanto appena detto:
Sahih Muslim Libro 19, Numero 4292:
Ibn ‘Aun riportò:
Scrissi a Nafi’ se fosse necessario estendere (agli infedeli) un invito ad accettare (l’Islam) prima di incontrarli in combattimento. Egli scrisse (in risposta) a me che era necessario nei primi giorni dell’Islam. Il Messaggero di Allah (che la pace sia su di lui) effettuò un raid contro Banu Mustaliq mentre questi non erano preparati e i loro armenti stavano abbeverandosi. Uccise coloro che combatterono ed imprigionò gli altri. In quello stesso giorno, egli catturò Juwariyah bint al-Harith. Nafi’ disse che questa tradizione gli è stata trasmessa da Abdullah b. Umar che (egli stesso) faceva parte delle truppe del raid.
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Sono d’accordo con quasi tutto quello che hai scritto tranne per una cosa : la zakat serve anche per i poveri e gli orfani e questo valeva anche quando c’era Maometto (vedi 2;177). Questo perché anche lui era stato povero e orfano e quindi aveva una certa sensibilità nei loro confronti.