Jihad e totale fideismo per le incognite
“Per Allah, nonostante io sia il suo messaggero, ecco che neppure io conosco quello che Allah farà a me”.
(Sahih al bukhari, numero 3929)
Che cosa provoca il cataclisma mentale che può potenzialmente portare un musulmano ad “immolarsi” per la causa di Allah in ogni angolo del globo?
Il fatto che NEMMENO Maometto – colui che per l’Islam rappresenta il musulmano PERFETTO nonché esempio da seguire – fosse sicuro di quello che Allah gli avrebbe riservato dopo la sua morte, riesce a darci un’idea di come l’Islam agisca.
Non si tratta di una frase pronunciata a caso, proprio perché questa perenne angoscia riguardante il proprio destino dopo la morte viene rafforzata dalle parole che si leggono nel Corano nei versetti 46:8-9, in cui Allah “impone” a Maometto di ribadire che neppure l’esito riservato al “profeta” dell’islam è al sicuro dall’implacabile giudizio di Allah:
Oppure dicono: «L’ha inventato lui». Di’: «Se l’avessi inventato io, non potreste fare nulla per me contro [la punizione di] Allah. Egli ben conosce quello che propalate ed è testimone sufficiente tra me e voi». Egli è il Perdonatore, il Misericordioso. Di’: «Non costituisco un’innovazione rispetto agli inviati né conosco quel che avverrà a me e a voi. Non faccio che seguire quello che mi è stato rivelato. Non sono che un ammonitore esplicito». (46:8-9)
L’Islam comporta la SOTTOMISSIONE della volontà individuale a idee e valori che portano la persona a privarsi delle proprie facoltà di pensiero autonomo, in attesa di un VERDETTO FINALE che incombe sempre più minaccioso e il cui esito appare sempre più negativo a causa di tutto ciò che per l’Islam può essere considerato peccato e quindi compromettere il proprio perdono nel giorno del Giudizio al cospetto del “grande ingannatore“.
Tuttavia, nella sua immensa “magnanimità”, Maometto diede precise indicazioni riguardo a quale fosse l’unico modo SICURO per raggiungere il paradiso. Indicazioni del tutto disinteressate?
Qualcuno ha già un’idea? QUI LA RISPOSTA.