Analisi statistica dei testi islamici
di Bill Warner, PhD
link al testo originale inglese:
http://www.politicalislam.com/trilogy-project/statistical-islam/ http://cspipublishing.com/statistical/pdf/Statistical_Islam.pdf
Una delle grandi domande del 21° secolo è: Qual è la vera natura dell’Islam? Ci sono due distinte risposte che ci vengono fornite dai media e dai leader. Il messaggio più diffuso dice che l’Islam è una delle grandi religioni del mondo, una religione pacifica, un fondamento della civiltà mondiale, la sua Epoca d’Oro fu il punto più elevato della Storia, e preservò il pensiero d’Occidente mentre noi eravamo nei Secoli Bui. Il messaggio alternativo dice che l’islam è una ideologia brutale, arretrata, violenta, che abusa delle donne, intellettualmente ristretta e contro la civiltà.
Quale dei due messaggi è corretto? Come risolviamo questo dilemma? Può essere risolto? Se ci rivolgiamo agli “esperti” di ciscuna delle opinioni, essi ci diranno che la loro posizione è quella corretta. Qual è allora il metodo più efficace e più semplice per fare ragionamenti corretti sull’Islam? E’ possibile usare liberamente il pensiero critico o dobbiamo solo accettare fedelmente l’autorità degli esperti?
La risposta è sì. C’è un modo per raggiungere un consenso sulle idee che va al di là delle opinioni degli esperti. L’uso di fatti insieme alla logica è la base del pensiero critico. La forma più alta del pensiero critico usa misure e numeri per risolvere le questioni. Questo scritto userà i testi fondativi dell’Islam e misurerà l’importanza delle idee con il numero di parole che vengo usate per formulare i concetti. L’assunzione di fondo è che più contenuto è dedicato a un argomento, più grande è l’importanza che quell’argomento ha. Per fare una esempio: il Corano dedica il 64% del suo testo al tema del miscredente (kafir). Si può assumere che questo implichi che il tema del miscredente sia importante per la dottrina islamica.
L’uso del pensiero critico può sembrare controintuitivo dato che molti guardano all’Islam come a una religione che non ha una base razionale. Di fatto invece, l’Islam non è solo razionale; è iper-razionale, ma usa un’altra forma di logica rispetto a quella che noi occidentali diamo per assodata.
Se ci prefiggiamo di usare il pensiero critico, dobbiamo avere un fondamento solido. Tutti i mussulmani sono d’accordo nel dire che:
“Non c’è altro dio che Allah; e Maometto è il Suo Profeta”.
Quando qualcuno ripete questa frase (shahada) come testimonianza pubblica, egli diventa mussulmano. Tuttavia, questa asserzione non è solo l’inizio dell’Islam. E’ anche il fondamento e la totalità dell’Islam. Non è sufficiente essere devoti ad Allah; uno deve essere devoto nello stesso modo in cui lo è stato Maometto.
Chi è Allah e dove abbiamo notizie su di Lui? Questa domanda porta direttamente al Corano.
E il Corano, a sua volta, porta direttamente a Maometto. Dice 91 volte che Maometto è il perfetto mussulmano. Egli è il prototipo divino di uomo, il solo modello accettabile per Allah. Le azioni e le parole di Maometto sono cos’ì importanti tanto che hanno un nome speciale: Sunna. Troviamo la Sunna in due testi. Nella Sira, ovvero la biografia di Maometto, e negli Hadith, ovvero i fatti e i detti di Maometto.
L’Islam è basato sul Corano e sulla Sunna. Dato che la Sunna si trova nella Sira e nelle raccolte degli Hadith, questo significa che tre libri contengoto l’intera dottrina dell’Islam: la Trilogia. Se qualcosa è nella Trilogia (Corano, Sira, Hadith), allora è Islam. Se qualcosa non è nella Trilogia, allora non è Islam. Tutta la dottrina dell’Islam si trova nella Trilogia.
Dunque, abbiamo l’informazione completa senza nessun pezzo mancante.
Abbiamo così stabilito il nostro primo criterio conoscitivo. Tutte le affermazioni ufficiali sull’Islam devono includere un riferimento alla Trilogia per essere convalidati. Non importa cosa uno studioso, un imam, un guru mediatico, o chiunque altro dica: se quello che essi dicono non può essere supportato dalla “dottrina nella Trilogia”, allora non è Islam. Se è supportato dalla Trilogia, allora è Islam.
Ci hanno insegnato che il Corano è la fonte della dottrina islamica. Tuttavia il Corano è solo il 14% del totale dei testi sacri1. In realtà, la Sira e gli Hadith sono l’86% del totale dei testi dottrinali2. L’Islam è al 14% Allah e all’86% Maometto. Questa è una gran bella notizia. Il Corano è oscuro, ma chiunque può capire la vita e i detti di Maometto. Queste statistiche indicano il modo facile per conoscere l’Islam: conosci Maometto. Chiunque, assolutamente chiunque, può capire Maometto e perciò l’Islam.
L’Islam è una dottrina basata sul testo, così la natura di questi testi deve essere resa chiara. Un mussulmano crede che il lontano dall’essere un “miracolo”, completo, universale ed eterno. Non contiene il benché minimo errore e si tratta delle esatte parole dell’unico Dio dell’universo. Maometto è il perfetto esempio di come vivere una vita sacra. Questa idea di completa, finale, universale e perfetta verità testuale è molto difficile da comprendere per un non-mussulmano. La maggior parte delle persone non-mussulmane leggono il Corano con questo atteggiamento: “Oh, ma non crederanno davvero questo!”. Quando i mussulmani leggono il Corano, il loro atteggiamento invece è questo: “Queste sono le parole esatte di Allah e sono perfette”. I mussulmani credono che il Corano è perfetto e che Maometto è il perfetto modello di vita.
Ricordate, abbiamo cominciato con la domanda: Possiamo valutare quello che commentatori mediatici, politici, imam e altri “esperti” dicono a proposito della vera natura dell’Islam? Sì, possiamo conoscere la vera natura dell’Islam: si trova nella Trilogia. Se quanto un esperto dice può essere supportato dalla dottrina che si trova nella Trilogia, allora è valido, dato che la Trilogia è l’arbitro finale di tutte le opinioni e le affermazioni circa l’Islam.
Il pensiero critico ci fornisce un potente primo passo. Ora, misuriamo la dottrina dell’Islam. I casi seguenti mostrano come la tecnica di contare il numero di parole che sono dedicate a un argomento possono essere usate per scoprire i temi dominanti dei testi islamici e, da questo, i temi dominanti della dottrina islamica.
Caso 1: Il Corano di Maometto
Maometto può essere capito chiaramente, ma il Corano deve essere il libro più famoso del mondo per il fatto di non essere stato letto e quindi non capito. Questo contrasta con quanto succedeva ai tempi di Maometto. Nella Sira (la biografia di Maometto), troviamo resoconti di mussulmani illetterati che discutono il significato del Corano. I mussulmani dei giorni di Maometto capivano il Corano per una ragione molto semplice: il Corano del 632 d.C. (morte di Maometto) non è quello di oggi. Ogni versetto era nell’immediato contesto della vita di Maometto. Ogni nuovo versetto veniva rivelato nel momento stesso in cui ce ne era il bisogno. Per i Compagni di Maometto, ogni nuovo versetto aveva senso; aveva un contesto e perciò aveva un esatto significato.
Il Corano che si trova in libreria non è il Corano storico di Maometto, perchè Uthman, un califfo (monarca supremo) lo riordinò cominciando con il capitolo più lungo per finire con il capitolo più corto. Dopo che ebbe creato il Corano che conosciamo oggi, bruciò gli originali. Il tempo e la narrazione sono stati annichiliti dal riordinamento. Da un punto di vista statistico, il testo è stato randomizzato, reso casuale, e, di conseguenza, molto difficile da capire.
E` un compito abbastanza facile ricostruire il Corano dei tempi di Maometto, il Corano storico. Prendete il Corano e riordinate le pagine dei capitoli nel loro ordine cronologico in fila su una tavola, dato che l’ordine cronologico dei capitoli è ben noto. Poi prendete le pagine della Sira (la biografia di Maometto) e mettetele in fila di fianco al Corano. Si vedrà che la Sira e il Corano corrispondono perfettamente coma una chiave e la sua serratura. Il Corano è l’ordito e la Sira è la trama che formano un singolo tessuto, il Corano storico. Se questi due testi vengono integrati in un unico testo, il Corano storico è ricostruito.
Una volta fatta questa ricostruzione, il Corano diventa l’epica storia della nascita e del trionfo dell’Islam sull’intera cultura araba nativa. Il Corano storico è lineare e per niente difficile da capire. Proprio come ai tempi di Maometto, chiunque può capirlo.
Il Corano storico rivela una prima suddivisione del testo. La parte del Corano più antico scritto a la Mecca è molto differente dal Corano più tardo scritto a Medina. Il Corano più antico è “più religioso e poetico”. Il Corano più recente è più “storico e politico”. C’è un cambiamento radicale nel tono, negli argomenti e nel linguaggio tra le due parti di corano, quella di la Mecca e quella di Medina. La differenza è evidente anche a chi lo legge per la prima volta. C’è un Corano meccano e c’è un Corano medinese. Le dimensioni relative dei due Corani sono: il Corano meccano è il 64% del totale; il Corano medinese è il 36% del totale3.
Caso 2: Il Kafir
C’è una seconda suddivisione che si impone al lettore del Corano storico. La maggior parte del testo si occupa non dell’essere umano ma del kafir (miscredente, infedele) (sing. kafir, pl. kuffar). Una nota: la maggior parte delle traduzioni del Corano usano la parola miscredente, infedele invece di kafir, ma kafir è la vera parola araba.
Questo termine è così importante e così misconosciuto tanto che il significato di kafir deve essere definito. Il significato originale della parola è quello di uno che nasconde o camuffa la verità conosciuta. Un kafir sa che il Corano è la verità, ma lo nega. Il Corano dice che il kafir può essere ingannato, essere reso oggetto di trame e cospirazioni, odiato, reso schiavo, deriso, torturato e peggio ancora. La parola è di solito tradotta con “miscredente” o “infedele”, ma questa traduzione è sbagliata. La parola “miscredente” o “infedele” è emotivamente neutra, mentre “kafir” è la parola più ingiuriosa, oggetto di disprezzo e piena di odio che si possa trovare in ciascuna lingua.
Ci sono molti nomi religiosi per il kafir: politeista, idolatra, Gente del Libro (cristiani ed ebrei), atei, agnostici, e pagani. Il termine Kafir li comprende tutti, perché non importa quale sia il nome religioso che li connota: essi sono tutti, prima di tutto, Kafir.
L’islam dedica una gran quantità di energia al kafir. Non solo la maggior parte del Corano (64%) è dedicato al kafir, ma anche quasi tutta la Sira (81%) si occupa della lotta di Maometto contro di essi. Gli Hadith (i detti) dedicano il 32% del testo ai kafir4.
Caso 3: Islam Politico
Si può stimare che ci fossero circa 100,000 mussulmani5 quando Maometto morì. Con questa informazione possiamo costruire il seguente grafico:
Si vedono due distinti processi di crescita: religioso e politico. L’insegnamento e la religione fecero crescere il numero di mussulmani con un tasso di circa 12 nuovi mussulmani all’anno. L’Islam politico e il Jihad fece crescere il numero di musulmani ad un tasso di 10,000 nuovi mussulmani all’anno, un incremento enorme. Questo significa un incremento di resa del processo di 800 volte. L’Islam politico fu quasi un migliaio di volte più efficace dell’Islam religioso.
Se Maometto avesse continuato solo predicando la religione possiamo desumere che ci sarebbero stati solo 265 mussulmani alla sua morte, invece dei 100,000 che risultano dalla sua politica e dal Jihad. Questo ci fornisce una stima di 265 conversioni dovute al metodo della predicazione religiosa e 99,7356 conversioni dovute al metodo dell’Islam politico e del Jihad. Possiamo da qui calcolare il contributo relativo della religione e della politica rispetto alla crescita dell’Islam. Il successo dell’Islam fu per lo 0,3% dovuto alla religione e il 99.7% dovuto all’Islam politico7 al momento della morte di Maometto, nel 632 d.C.
L’importanza dell’Islam politico è riflesso nel testo della Sira. Ci sono molte più pagine dedicate a un anno di Jihad di quante ne siano dedicate alla predicazione dell’Islam. E’ istruttivo vedere la quantità di testo della Sira dedicato a questi due stadi di sviluppo8.
La Sira si dedica circa 5 volte di più alla politica rispetto alla religione su base annua. Non è un caso: da alla politica una copertura 5 volte maggiore perché la politica è così tanto più importante.
La natura politica dell’Islam è anche riscontrata negli Hadith che dedicano il 37% del testo al kafir.
Non ci sarebbe nessun Islam oggi, se si trattasse solo di una religione. La statistica mostra che l’Islam politico è ciò che ha portato l’Islam al successo, non la religione. Dire che l’Islam è una religione di pace non centra il punto, dal momento che la religione non è il nocciolo della potenza dell’Islam. E` la politica che conta, non la religione.
La conclusione sulla base della statistica è la seguente: L’Islam è principalmente un’ideologia politica.
Caso 4: Abrogazione e Dualismo
Non solo ci sono due Corani, quello de la Mecca e quello di Medina, che sono diversi per tono e per contenuto, ma il Corano ha anche molti versetti che si contraddicono l’un l’altro.
Corano 2:219 dice che i mussulmani devono essere tolleranti e indulgenti verso il Popolo del Libro.
Corano 9:29 dice di attaccare i membri del Popolo del Libro fino a quando essi non pagano la jizyah, la tassa dei dhimmi, finché non si sottomettono alla legge della Sharia e finché non vengono umiliati.
Quale versetto mostra la vera natura dell’Islam?
Il Corano riconosce le proprie contraddizioni e fornisce persino una regola per risolvere le contraddizioni. Il versetto più recente (quello Rivelato dopo) abroga (o sostituisce) il versetto più antico. Questo non vuol dire, però, che il versetto più antico è sbagliato o errato. Questo sarebbe impossibile dal momento che l’ipotesi fondamentale è che Allah abbia creato il Corano e, per questo motivo, il versetto più antico deve essere anch’esso vero altrimenti Allah cadrebbe in errore.
Il meccanismo dell’Abrogazione ha un impatto sui ragionamenti riguardo alla vera natura dell’Islam. Durante gli interminabili dialoghi interreligiosi, il tollerante versetto anteriore viene citato per mostrare che la natura dell’Islam è pacifica. Quando entrambi i versetti vengono citati e vi si applica il meccanismo dell’Abrogazione, possiamo vedere che il versetto più tardo abbatte il precedente versetto tollerante. Il Jihad abroga la tolleranza. In generale, il Corano medinese abroga il Corano meccano. Nei due versetti citati sopra, la tolleranza è abrogata dal Jihad contro i cristiani.
Ma il versetto più antico è vero e ancora usato. L’Abrogazione non nega il versetto più antico. Anzi, il versetto “pacifico” più antico che è abrogato è quello più idoneo ad essere usato in discorsi pubblici.
Questo crea un problema logico, dato che se due cose si contraddicono, almeno una di esse deve essere falsa. Questo è un elemento fondamentale della logica unitaria usata in Occidente. Nella logica del Corano, due affermazioni possono contraddirsi l’una l’altra ed essere entrambe vere. Questa `e la logica dualistica.
Le contraddizioni sono di solito spiegate con l’abrogazione, la dottrina classica, ma il principio di abrogazione è limitato al Corano. La dualità include il caso speciale dell’Abrogazione e spiega come funziona l’intera dottrina del Corano e della Sunna. Non è solo il Corano ad essere contraddittorio, ma anche tutta la Sunna.
Un altro aspetto dualistico dell’Islam è la sua etica. Uno dei tratti principali dell’Islam è la dottrina riguardo ai kafir. Li tratta in modo spaventoso e orribile. Nessuno vorrebbe mai sperimentare di essere trattato nel modo in cui è trattato un kafir nella Trilogia. Questo ci porta a considerare la Regola Aurea. Non c’è nessuna Regola Aurea nell’Islam perché la divisione dell’umanità è tra credente e kafir. La Regola Aurea dice di trattare OGNI essere umano nel modo in cui tu vorresti essere trattato. Dato che nessuno vuole essere trattato come un kafir, e il kafir è così centrale per la dottrina islamica, questo prova che l’Islam non ha alcuna Regola Aurea. L’Islam ha un insieme di regole che valgono per i mussulmani e una altro insieme di regole che valgono per i kafir. Questo si intende per etica dualistica.
Un esempio di come funziona un’etica dualistica è il tema degli amici. Il Corano ha 13 versetti che dicono che un mussulmano non deve essere amico dei kafir.
Caso 5: Gli Ebrei
Uno degli esempi più importanti di dualismo etico nell’Islam è riguardo agli eberei. Il Corano meccano è pieno di racconti su Mosè, Noè, Adamo, e altre figure ebraiche. Il Corano più antico è molto ebraico. Il modo in cui vengono percepiti gli ebrei cambia completamente durante il periodo a Medina. Ogni versetto, racconto, e hadith è negativo e anti-ebraico. La Trilogia dedica un bel po’ di materiale agli ebrei9.
La Trilogia di Medina è persino più negativa nei riguardi degli ebrei di quanto non lo sia il Mein Kampf di Hitler. Ciò che segna la più grande differenza tra il Mein Kampf e la Trilogia è che Hitler non scrisse mai una prima sezione in Mein Kampf in cui dice di ammirasse gli ebrei. C’è una contraddizione tra come il Corano tratta gli ebrei durante il periodo di la Mecca e come li tratta durante il periodo di Medina.
Caso 6: Parole Buone nel Corano (verso il Kafir)
A dispetto di queste statistiche negative verso i kafir, chiunque è a conoscenza anche di versetti benevoli presenti nel Corano. Esattamente, quanto materiale nel Corano è positivo verso i kafir? Ci sono 245 versetti, 4,018 parole, nel Corano che dicono qualcosa di positivo riguardo ai kafir. Questo è circa il 2.6% del testo Coranico10. Tuttavia, in ognuno dei casi il versetto è seguito da un altro versetto che contraddice i versetti “buoni”. Inoltre, ad eccezione di 7 versetti (58 parole), il versetto è abrogato successivamente nello stesso capitolo (Sura). Gli altri 7 versetti vengono contraddetti in successive Sure.
I media enfatizzano i versetti positivi dell’Islam verso la Gente del Libro, ebrei e cristiani. Anche questo si rivela illusorio. Cristiani ed ebrei ricevono la benevolenza dell’Islam solo se accettano che i loro sacri testi sono corrotti, che il Corano è unico e vero, e che Maometto è un profeta della religione cristiana ed ebraica.
In definitiva, non c’è alcuna benevolenza senza riserve per i kafir nel Corano. Ciò che di buono viene concesso nel 2.6% del testo viene rifiutato successivamente.
Caso 7: Il Jihad
Il Jihad è uno dei concetti islamici più famosi. Occupa una larga porzione della Trilogia. Il materiale riguardante il Jihad è il 24% del Corano medinese e il 9% dell’intero Corano. Il Jihad prende fino al 21% del materiale di Bukhari e la Sira dedica il 67% del suo testo al Jihad11.
La statistica ci da una misura sull’affermazione secondo cui il vero Jihad è sforzo interiore, il cosiddetto “Jihad maggiore”, dove invece il Jihad della spada sarebbe il “Jihad minore”. Il termine “Jihad maggiore” non si trova in alcuno dei testi canonici e Reuven Firestone12 afferma che non esiste. Tuttavia, si trova alcuni hadith che ci dicono che alcuni atti religiosi equivalgono al Jihad della spada. Questi hadith “quasi Jihad maggiore” costituiscono il 2% degli hadith di Bukhari relativi al jihad. Naturalmente, i restanti 98% degli hadith dedicati al Jihad affermano che il Jihad della spada è l’atto supremo. La risposta statistica circa la vera natura del Jihad ci dice che il “Jihad maggiore” dello sforzo interiore è il 2% e che il “Jihad minore” della spada è il 98%. In altre parole, il Jihad è in modo schiacciante violenza e pochissimo sforzo interiore. In altre parole il terrorista islamico ha molto più materiale che giustifica le sue azioni piuttosto che il “kebabbaro moderato”.
La statistica ci fornisce anche una misura dell’importanza del Jihad della penna e della bocca. La Sira dedica il 23% del suo testo alla poesia di guerra cioè alla propaganda. Questa poesia, che non è il solo esempio di come Maometto usò la propaganda per il suo jihad, ci da un’indicazione sulla sua importanza. La Sira devolve al Jihad della penna e della bocca circa un quarto del suo testo dedicato al Jihad, e tre quarti del testo al Jihad della spada. La Sira non fa mai menzione del “Jihad maggiore”, lo sforzo interiore.
Caso 8: Le Donne
L’Islam mostra dualismo nel modo in cui tratta le donne. Ci sono insiemi separati di regole per le donne che vengono dal Corano e dalla Sunna.
La Trilogia islamica ha una grande quantità di materiale che forma la dottrina sulle donne. Ogni versetto può essere classificato a seconda di come coloca la femmina nella società. Ci sono un certo numero di versetti che elogiano la madre sopra tutti gli uomini. Ci sono poi molti versetti che dicono che le donne e gli uomini saranno giudicati in modo uguale rispetto alle loro azioni nel Giorno del Giudizio. In molti casi si tratta di riferimenti neutri.
Il processo per generare le tavole seguenti seleziona tutto il testo che contiene un riferimento alle femmine. Poi i dati sulle femmine sono ordinati in quattro categorie: Alto status, uguale status, basso status, e status neutro. Ovviamente occorre dare dei giudizi, ma in generale, se le donne sono individuate come assoggettate dagli uomini a regole e trattamenti speciali, allora quelle regole rendono le donne soggette al potere dei maschi. I primi dati provengono dal Corano13.
Status delle donne nel libro degli Hadith14.
Si noti qui la tendenza principale. Sia nel Corano che negli Hadith i profili sono simili. C’è molto poco alto status e una piccola quantità di status uguale. Di gran lunga, la maggior parte del testo del Corano e degli Hadith mette le donne in uno stato basso o inferiore a quello degli uomini. Non è una sorpresa. Il Corano e la Sunna nell’Islam sono l’ordito e la trama, un solo tessuto.
L’Importanza dei Numeri
Abbiamo sempre avuto un interesse per come i numeri entrano in relazione con la vita. Ci sono due numeri che ricorrono nell’Islam. Il numero “1” compare con la costante proclamazione che c’è un solo Dio. La cosa degna di nota è quanto spesso il numero “2” compaia. Ci sono due Corani, la divisione dell’umanità in due gruppi, credenti e kafir, due manifestazioni di Maometto, il predicatore e il politico. Persino la Shahada [la professione di fede per diventare mussulmano] è fatta di due parti, una è su Dio e l’altra è su Maometto. La somma proclamazione è sia divina che umana, dualismo. Il mondo stesso è diviso in due, dove da una parte c’è la “Casa dell’Islam” (Dar al-Islam), il quale sarebbe composto da quei territori sottoposti alla Sharia, e dall’altra la “Casa della Guerra” (Dar al-Harb), il quale invece sarebbe composto da tutti quei territori non (ancora) sottoposti alla Sharia. L’etica Islamica è dualista e basata sulla divisione dell’umanità in due classi, il credente e il kafir. Il Corano propone una logica dualistica. L’Islam pratica la dualità politica per cercare di conseguire il fine dell’unità spirituale.
Statistiche
Le statistiche ci danno una visione molto diversa di ogni testo, ma nel caso dei testi islamici, si tratta di “materiale divino”. Le statistiche ci mostrano una prospettiva interamente differente dell’Islam. La prospettiva statistica include l’intero testo come base di riferimento. Una critica comune dice che i commenti negativi sull’islam sono estrapolati dal contesto. La statistica ci dà un contesto completo.
All’inizio di questo articolo è stata posta una domanda: Come facciamo a decidere qual è il vero volto dell’Islam?
Occorre usare la statistica per misurare la risposta. Abbiamo visto, nel caso del Jihad-minore/Jihad-maggiore che il Jihad è per il 2% sforzo interiore e per il 98% forza letale. In un sistema dualistico, si possono usare solo risposte statistiche. La domanda formulata in modo corretto è: Quanta dottrina è dalla parte del terrorista e quanta dalla parte del “kebabbaro moderato”?
I modelli statistici ci offrono uno sguardo sistemico alla dottrina islamica e ci mostrano entrambe le tendenze. Il metodo solito di citare versetti non solo ignora Maometto, ma esamina solo un punto singolo, un versetto. La statistica ci offre una visione macroscopica, non una visione microscopica. Possiamo vedere l’intero schema e possiamo identificare i principi generali di un’opera.
Sommario
Il pensiero critico porta nuove conoscenze allo studio dell’Islam. L’Islam non è una questione di opinione, ma ha una solida base razionale nei suoi testi fondativi. Semplici considerazioni statistiche rivelano la natura sistematica della dottrina islamica.
Cosa dimostrano i casi analizzati? Qui sono elencati alcuni principi che una semplice analisi statistica svela:
-
- La dottrina islamica si trova nel Corano, nella Sira, e negli Hadith: la Trilogia. Qualsiasi spiegazione dell’Islam che non include la dottrina presente nella Trilogia è sbagliata o incompleta.
- Il Corano è una parte piccola della dottrina Islamica. La Sunna di Maometto è più importante del Corano dal punto di vista testuale.
- Il Corano può essere capito ricostruendo il Corano di Maometto, il Corano storico.
- La parte riguardande il kafir è il punto focale principale dell’Islam. Il kafir occupa il rango più basso di tutta la vita animale. La dottrina riguardante il kafir è definita come Islam politico.
- Il successo dell’Islam non si è basato sulla sola religione, ma anche soprattutto sulla politica e il Jihad.
- La Sira dedica la maggior parte della sua attenzione al Jihad e alla politica, non alla religione.
- La dottrina islamica è dualista nel suo modo di ragionare e nella sua etica.
- L’odio per gli ebrei è una parte integrante della Trilogia.
- Nel Corano, non c’è niente di incondizionatamente buono verso il kafir.
- Il Jihad è parte integrante del successo dell’Islam e costituisce una larga parte della Trilogia.
- La dottrina islamica soggioga le donne.
In conclusione
E’ chiaro che c’è un fondamento intellettuale alla base dei testi islamici. Le azioni e le parole dei mussulmani hanno la loro fondazione nella dottrina dell’Islam che si trova nel Corano e nella Sunna: la Trilogia. Questa dottrina deve essere analizzata e capita su basi razionali e nel merito di essa. Conosci la dottrina e applicala ad ogni azione fatta dai mussulmani, ma prima conosci la dottrina.
Se una opinione o un commento sull’Islam non ha un riferimento, o un possibile riferimento, nei fondamenti della Trilogia, allora quell’opinione non ha alcuna rilevanza.
_________
1.Trilogia analizzata al CSPI http://cspipublishing.com/statistical/TrilogyStats/The_Relative_Sizes_of_the_Trilogy_Texts.html
2.Per questo scritto, Hadith significa Sahih Bukhari secondo University of Southern California, http://www.usc.edu/org/cmje/religious-texts/hadith/bukhari/; Sira significa: The Life of Muhammad di Ibn Ishaq, tradotto da A. Guillaume, Oxford University Press, 1955; Il Corano usato sar`a A Simple Koran, CSPI http://www.politicalislam.com/product/a-simple-koran/
3.http://cspipublishing.com/statistical/TrilogyStats/Koran/Koran_Text.pdf
4.http://cspipublishing.com/statistical/TrilogyStats/AmtTxtDevotedKafir.html
5.The History of al-Tabari, volume XI, SUNY, Albany, NY, pag. 9. Khalid, la spada di Allah, and`o in battaglia nel 633 AD (Mohammed mor`ı nel 632 AD), con truppe di mussulmani arabi costituita da 10,000 unita`. Una nazione apertamente in guerra pu`o mettere in campo un’armata costituita da circa il 10% della sua popolazione. Se il 10% sono 10,000 unita`, allora la popolazione totale sono 100,000 unita`.
6.100000 − 265 = 99735
7.265/99735 ∗ 100 = 0.3% 8.http://cspipublishing.com/statistical/TrilogyStats/Amount_of_Text_in_the_Sira_Devoted_to_Topic
9.http://cspipublishing.com/statistical/TrilogyStats/Amt_anti-Jew_Text.html
10.http://www.politicalislam.com/blog/selections-from-the-good-koran/
11.http://cspipublishing.com/statistical/TrilogyStats/Percentage_of_Trilogy_Text_Devoted_to_Jihad
12.Jihad, Reuven Firestone, Oxford University Press, 1952, pp. 139-140. “La fonte non `e data ed infatti non si puo` trovare in nessun posto…”
13.http://cspipublishing.com/statistical/TrilogyStats/Womans_Status_in_the_Koran.html 14.http://cspipublishing.com/statistical/TrilogyStats/Womans_Status_in_the_Hadith.html
GRAZIE PER L’APPROFONDIMENTO.
E’ quasi 20 anni che ho scoperto che il Corano non è il libro di pace di cui si parla. Ho iniziato a leggere il Corano per confermare la mia convinzione che il Dio dei musulmani era lo stesso mio Dio e perchè odiavo che si dicesse che i musulmani uccidono gli infedeli, Mi sono ricreduto leggendo la sura 9 versetto 5. Ho amici musulmai cui comunico il mio disappunto e ho scoperto che quasi tutti i musulmani non sanno e non condividono questo tagli aggressivo della loro religione. Mi vien da pensare che oggi i musulmani al mondo siano ben pochi se non condividono questo aspetto della loro cosiddetta religione.
Dobbiamo avere più coraggio, questa persone che tra l’altro sono stimabili, hanno bisogno di essere aiutate a trovare il più grande dono che abita nell’uomo: la libertà.
Dio ha voluto che l’uomo fosse un libero, non un sottomesso, neanche a Lui, perchè potesse fare il Bene in piena libertà, non obbligato.
Dobbiamo aiutarli a sentirsi liberi e a considerare il loro “Testo Sacro” per quello che è e decidere se continuare a professarsi musulmani.
Sto preparando una lettera che li aiuti a riflettere e a decidere in libertà e coscienza.
Nel mio negozio di fotografia a Torino tengo in bella mostra 4 testi che mi sono stati portati nella convinzione che non vi fosse scritto di uccidere. cono grande meraviglia hannoo dovuto constatare che quella parola “uccidete” c’è scritto in tutte le traduzioni.
Mi piacerebbe essere contattato
Grazie per il suo intervento. Ci farebbe piacere leggere la lettera di cui parla una volta terminata.