Nell’Islam uccidere durante il Ramadan è permesso
Durante il Ramadan assistiamo spesso ad un’intensificazione delle stragi per mano dei terroristi islamici.
Eppure i “musulmani moderati”, ovvero quei musulmani dalla “faccia pulita” e con una buona capacità di persuasione, continuano a ripeterci su tutte le televisioni che la prova schiacciante che i terroristi non sono dei veri musulmani sarebbe proprio il fatto che uccidono durante il mese sacro dell’Islam.
Ma è proprio vero che nell’Islam uccidere durante il mese sacro del Ramadan è sbagliato?
No, non è vero. Quando udiamo queste parole siamo ancora una volta in presenza o dell’attuazione della Taqiyya o di ignoranza.
Non è affatto casuale che anche quest’anno gli attentati terroristici di matrice islamica si siano moltiplicati dall’inizio del Ramadan. E non c’è alcuna coordinazione strategica tra i vari attentatori islamici. Si colpisce semplicemente perché il Ramadan è iniziato.
C’è un significato simbolico molto forte negli attacchi sferrati nel 2015 il primo venerdì di Ramadan, giorno e mese sacri per i musulmani, in Francia, in Kuwait, in Tunisia.
Quel venerdì ci furono tre attentati in poche ore. Nulla di casuale: nell’Islam combattere, uccidere, morire in un giorno “santo” è un atto particolarmente gradito ad Allah. Non è un caso nemmeno che i musulmani praticanti dell’Isis incitino ad uccidere gli infedeli “SOPRATTUTTO durante il Ramadan” e non “malgrado il Ramadan.
Dunque nell’Islam non è proibito uccidere durante il mese di Ramadan?
Corano alla mano, non esiste mese o giorno in cui per l’Islam non sia lecito uccidere i nemici di Allah. Non esiste versetto o tradizione che vietino di uccidere durante un periodo particolare del calendario islamico: ogni momento è buono se ce ne è il motivo. Nella secolare storia dell’Islam nessun esercito si è mai fermato per l’inizio del Ramadan. Tutto il contrario.
La famosa battaglia di Badr, che vide la prima grande vittoria dei musulmani, venne combattuta nel 624 d.C. (secondo anno dall’egira) durante il mese di Ramadan.
Inoltre fu proprio durante il Ramadan che Maometto radunò un invincibile esercito di diecimia uomini per marciare contro la Mecca:
“Il Profeta partì il dieci del mese di Ramaḍan con questi diecimila guerrieri, tutti a cavallo, armati e forniti di provviste. A Medina, come luogotenente, aveva lasciato un Gifārita di nome Kulṯūm, figlio di Ḥusayn, soprannominato Abū Ruhm. Ai propri soldati raccomandò di non lasciarsi precedere da nessuno e di evitare che la notizia della loro marcia giungesse ai Coreisciti, perché questi non potessero preparare una difesa.” [Tabari 188]
E’ durante questa spedizione che a Maometto “venne rivelato” l’ennesimo utile versetto:
“La giornata era molto calda e l’osservanza del digiuno del Ramaḍān particolarmente dura. Fu allora rivelato il versetto seguente: ‘… Chi sarà malato o in viaggio, dovrà digiunare in seguito per altrettanti giorni’ (2:181). Il Profeta interruppe quindi il digiuno e, lasciando l’accampamento, proseguì fino a ‘Usfān.” [Tabari, 189]
Gli stessi musulmani jihadisti affermano che nell’Islam combattere il nemico durante il “mese sacro per eccellenza” è persino consigliato, giacché secondo numerose tradizioni questo è il periodo dell’anno in cui la misericordia di Allah verso i suoi timorati si manifesta più che in qualsiasi altro momento. Non sorprende dunque che anche quest’anno da quando è iniziato il Ramadan le stragi di infedeli si siano moltiplicate.
Ma non è finita qui. Maometto combatté e uccise persino durante il Ragab, un importantissimo mese sacro. Di origine pre-islamica e successivamente adottato dall’Islam, era tradizione comune rispettata da tutte le tribù che durante questo mese sacro non si potesse combattere né tanto meno uccidere. Ma Maometto come al solito si comportò da opportunista e ruppe questa nobile tradizione usando il suo solito trucchetto: far scendere “dall’alto” dei versetti con cui poter raggirare l’ennesimo ostacolo alle sue ambizioni. Da quel momento nell’Islam si puté combattere e uccidere anche durante il mese di Ragat.