Zone d’ombra del testo coranico – Ortografia e grammatica
Scrittura araba primitiva
La scrittura araba ha conosciuto molte tappe. L’ortografia adottata adesso nel Corano si situa a metà di questa evoluzione. Al tempo di Maometto, la scrittura araba annota le consonanti, le vocali lunghe, ma mai le vocali brevi. Inoltre, alcune lettere di forma identica segnano consonanti diverse. Così, un segno unico rende b, t, th, n e y. I punti (nuqat) che distinguono le consonanti e gli accenti (harakat) che indicano le vocali brevi sono stati aggiunti ulteriormente e gradualmente nel Corano. Senza di essi, la lettura esatta del Corano è praticamente impossibile e resta subordinata al contributo delle persone che lo hanno imparato a memoria; ciò ha dato luogo a molte varianti.
Anche con l’introduzione dei punti e degli accenti, l’onografia del Corano si allontana in modo molto rilevante da quella utilizzata da più di un millennio negli altri scritti in lingua araba. Anche nel Corano, alcune parole sono scritte in diversi modi, come dimostrano gli esempi seguenti:
– il nome Ibrahim (Abramo) è scritto 15 volte nella sura 2 sotto la forma Ibrahm (senza i) e 54 volte altrove sotto la forma Ibrahim (con i);
– la parola mi’ad è scritta senza a nel versetto 8,42 e con a negli altri;
– la parola kalimat è scritta 21 volte con ta marbutah e 1 volta con ta maftuhah;
– la parola ni’mat è scritta 24 volte con ta marbutah e 11 volte con ta maftuhah;
– la parola mar’at è scritta 4 volte con ta marbutah e 7 volte con ta maftuhah;
– la parola sunnat è scritta 8 volte con ta marbutah e 5 volte con ta maftuhah;
– la parola baqiyyat è scritta 2 volte con ta marbutah e 1 volta con ta maftuhah;
– la parola jannat è scritta 65 volte con ta marbutah e 1 volta con ta maftuhah;
– la parola la’nat è scritta 11 volte con ta marbutah e 2 volte con ta maftuhah;
Oltre all’ortografia, il Corano contiene numerosi errori di grammatica; così:
– i versetti 23,82, 37,16, 53,3, 55,3, 56,47 utilizzano la forma verbale mitna, mentre nei versetti 3,157-158 si trova la forma muttum (u invece di i);
– il versetto 4,162 utilizza la forma muqimin al posto di muqimun;
– il versetto 5,69 utilizza la forma sabi’un al posto di sabi’in, che si trova nei versetti 2,162 e 22,17.
Autori musulmani classici si sono chiesti se fosse stato possibile correggere l’ortografia del Corano. Per Io più, essi sono stati contrari al cambiamento, ritenendo che l’ortografia delle parole è stata indica da Maometto stesso a coloro che trascrivevano la rivelazione a quel tempo. Alcuni arrivano ad attribuire un senso esoterico agli errori ortografici. Ibn-Khaldun ritiene che l’ortografia del Corano sia semplicemente difettosa.
Se si dovesse restare fedeli alla versione originale del Corano, occorrerebbe eliniinare gli accenti,
i punti sulle lettere e i numeri dei versctti, che furono aggiunti tardi.
Le edizioni del Corano stampate d Istanbul, allora capitale deli’impero ottoniano, hanno del resto aggiunto alcune lettere mancanti alle parole, come la lettera a in al-alamin e in muslimat. Nel 1988, la casa editrice Dar al-shuruq (al Cairo e a Beirut) ha pubblicato una versione del Corano intitolata Al-mushaf al-muyassar (“il Corano facilitato”) con menzione, a fondo pagina, dell’ortografia attuale delle parole scritte con ortografia antica. Si noterà inoltre che le citazioni coraniche negli scritti contemporanei sono spesso conformi alla scrittura moderna, e che i software utilizzano queste scritture per il testo del Corano e per la ricerca dei termini, probabilmente perché risulterebbe difficile la ricerca su un testo con una scritta arcaica. A nostra conoscenza, la sola versione completa del Corano su carta che utilizza l’ortografia attuale è quella che accompagna la traduzione italiana fatta dallo sceicco Gabriele Mandel Khan, pubblicata da UTET, Torino 2004.
Si pone oggi la questione se si possa scrivere il Corano nell’alfabeto Braille per i ciechi, e quale ortografia occorrerà adottare: la coranica o la moderna? Corani in Braille secondo l’ortografia moderna sono stati pubblicati in Giordania, in Tunisia, in Arabia Saudita e in Egitto.