Svelare il corretto significato dei versetti del Corano
Per una corretta comprensione del Corano è necessario prima di tutto conoscere il suo contenuto. L’arabo classico con cui “Allah” ha rivelato il libro sacro dell’Islam (che presenta diverse anomalie) rende obbligatorio per la maggior parte delle persone che si avviano verso questa impresa affidarsi alla traduzione degli specialisti. Per fare ciò, c’è chi si affida alla traduzione dell’UCOII di Hamza Piccardo che però, come abbiamo visto in questo articolo, non è molto attendibile.
Stesso discorso per una corretta comprensione di quanto dice il Corano, che a sua volta necessita del lavoro esegetico degli addetti ai lavori.
Proprio perché siamo qui a parlare di “corretta comprensione”, riteniamo doveroso segnalare che, a parer nostro, anche i relativi commenti al Corano di Piccardo sono poco affidabili.
Per dimostrarlo, prendiamo in esame il versetto 2:62 e il commento di Piccardo.
Traduzione del verdetto di Piccardo:
In verità, coloro che credono, siano essi giudei, nazareni o sabei, tutti coloro che credono in Allah e nell’Ultimo Giorno e compiono il bene riceveranno il compenso presso il loro Signore. Non avranno nulla da temere e non saranno afflitti* (Corano 2:62).
Nota di Piccardo sul significato del versetto:
* nessuna alternativa all’Islàm (vedi III, 85). Ciononostante il versetto stabilisce tolleranza e rispetto per i seguaci di un culto monoteista.
Oltre alle nostre critiche, il lavoro di Piccardo non è nuovo anche alle critiche di quei musulmani che non temono di testimoniare senza veli le parti più indigeste della loro religione ad un pubblico occidentale. Nemmeno a farlo a posta, andando a consultare la nota di Piccardo direttamente sul sito, una cosa strana salta subito all’occhio:
Questa nota sulla pagina web della traduzione del Corano di Hamza Piccardo ha tutta l’aria di essere stata modificata da uno di questi musulmani, che deve aver avuto in qualche modo accesso all’editor del sito, ed ha deciso di manifestare il suo disappunto aggiungendo “una sua nota nella nota”, dove rimprovera l’autore di aver annacquato il vero significato del versetto:
Questo non è un bel commento, vuole diminuire la portata del versetto.
Un giallo che non sta a noi risolvere ma che comunque ci suggerisce che c’è qualcosa che non va nella spiegazione del versetto da parte di Piccardo.
Significato corretto del versetto:
La verità è che questo decreto (“Non avranno nulla da temere e non saranno afflitti”, presente anche in Corano 5:69), si riferisce a gruppi di persone vissute prima del mandato di Maometto (le stesse di cui parla Corano 2:141).
Quindi, è vero che questo versetto si riferisce ai giudei e ai cristiani (nazareni), ma nel loro stato particolare, prima della venuta del profeta dell’Islam. Ed infatti, insieme ai giudei e i cristiani, vengono citati i sabei, un’antica setta pre-islamica semicristiana di Babilonia. Oltre a questi gruppi che seguirono le loro scritture prima della rivelazione del Corano, si salveranno solo coloro che seguiranno il Corano.
Ciò è confermato nel prestigioso tafsir di Ibn Al Kathir:
Dopo che Allah ha descritto la condizione – e la punizione – di coloro che sfidano i suoi comandi, cadere nei suoi divieti e trasgredire i limiti stabiliti commettendo atti proibiti, ha affermato che le nazioni precedenti che erano giuste e obbedienti ricevettero i frutti delle loro buone azioni. Questo sarà il caso, fino al Giorno del Giudizio. Quindi, chiunque segua il messaggero e profeta illetterato [Maometto, ndt] guadagnerà la felicità eterna e non avrà da temere per ciò che accadrà nel futuro né si rattristerà per ciò che è stato perso nel passato.
Per la corretta comprensione di questo versetto dobbiamo spiegare un importante concetto islamico. Il termine “islam” (sottomissione alle leggi del Creatore) e “muslim” (credente) sono termini che in senso generale nella fede islamica vengono usati per designare tutte quelle popolazioni fedeli al messaggio divino inviato dal loro Profeta (dunque gli ebrei erano musulmani al tempo di Mūsā (Mosè), e così i cristiani al tempo di Īsà (Gesù). Dopo la venuta del Profeta Maometto, invece, i “musulmani” sono considerati solo quelli che credono anche al suo Messaggio poichè Allah dice esplicitamente nel Corano ciò che viene tradotto come:
In verità la Religione, presso Dio, è l’Islam […] (Corano 3:19)
Se non bastasse la spiegazione esegetica a disilludere chi, leggendo il versetto 2:62, credesse ancora di aver trovato nel Corano un messaggio di pace rivolto ai seguaci di un culto monoteista diverso dall’Islam, troverà sicuramente ciò che lo disillude con una lettura cronologica del Corano (tradotto in maniera corretta!). Come si dice nella nota stessa di Piccardo presa in esame, il versetto 3:85 del Corano, successivo cronologicamete al versetto 2:62, non lascia spazio ad alcun dubbio sul fatto che non ci sia tolleranza verso chicchessia, in quanto “non c’è nessuna alternativa all’Islàm (vedi III, 85)”.
Il versetto 3:85 (che per alcuni, in quanto rivelato successivamente, arriva persino ad abrogare il versetto 2:62) si rivolge ai “miscredenti fra la gente del Libro”, proprio per il fatto che tacciando di menzogna il Messaggio del Profeta Maometto, rivelato “da Allah” a conferma di ciò che era stato loro annunciato, hanno miscreduto implicitamente anche nel messaggio loro rivelato.
Chi vuole una religione diversa dall’Islam [la sottomissione e l’obbedienza completa ad Allah, credendo a tutti i messaggeri, compreso l’ultimo Messaggero, ndt], il suo culto non sarà accettato e nell’altra vita sarà tra i perdenti”. (Corano 3:85)
Traduzuione di Luigi Bonelli:
Quanto a quelli che sono miscredenti e muoiono miscredenti, non verrà accettatto, da alcuno di essi, neppure tanto oro quanto la terra ne potrebbe contenere, anche se lo offrisse in riscatto; ad essi toccherà un castigo doloroso, ne avranno soccorritori. (Corano 3:85)
Commentando il versetto 3:85 Ibn Al Kathir conferma quanto detto sull’esclusività del versetto 2:62:
[…] Allah non accetta alcuna azione o lavoro da nessuno, a meno che non sia conforme alla Legge di Maometto, dopo che Allah ha inviato Maommetto. Prima di ciò, ogni persona che seguiva la guida del suo Profeta era sulla via corretta, e seguendo la guida corretta fu salvata.
In Sahih International, una popolare traduzione del Corano predefinita su svariati siti on-line e raccomandata da molti studiosi, si è sentita la necessità di aggiungere commenti in parentesi per spiegare che il versetto si riferisce a quegli Ebrei, Cristiani e Sabei vissuti prima della rivelazione del Corano:
Indeed, those who believed and those who were Jews or Christians or Sabeans [before Prophet Muhammad] – those [among them] who believed in Allah and the Last Day and did righteousness – will have their reward with their Lord, and no fear will there be concerning them, nor will they grieve. (Corano 2:62)
Sono molti i versetti del Corano che ci dicono che chi non è musulmano non potrà sperare in un trattamento di favore, anche qualora credesse in un altro Libro rivelato prima del Corano:
Quanto a coloro che sono miscredenti, le loro opere sono come un miraggio in una piana desertica che l’assetato scambia per acqua e poi, quando vi giunge, non trova nulla; anzi, nei pressi trova Allah che gli salda il conto. Allah è rapido al conto. (Corano 24:39)
Nel Versetto 2:105 si dice anche che coloro che dopo la rivelazione del Corano non si sono convertirono, furono invidiosi per ciò che Allah rivelava ai musulmani:
I miscredenti fra la gente del Libro* e gli associatori, detestano che il vostro Signore faccia scendere su di voi del bene da parte Sua. Ma Allah è il Padrone dell’immenso favore. (2:105)
Versetto che tra l’altro descrive una situazione illogica: se ti rendi conto che Dio rivela dei messaggi divini, invece di essere invidioso ti converti e inizi a far parte di quelli su cui Dio fa scendere il Suo bene. Non te ne stai lì a guardare quando puoi scegliere di essere anche tu il fortunato, visto che hai le prove che addirittura ti provocano invidia.
In conclusione:
Nel versetto 2:62 (e 5:62) non c’è assolutamente niente che ci faccia pensare che “il versetto stabilisce tolleranza e rispetto per i seguaci di un culto monoteista”. Come abbiamo visto il versetto si riferisce esclusivamente ai seguaci di un culto monoteista vissuti prima della rivelazione di Maometto. Quelli vissuti dopo non avranno alcuno sconto da parte di Allah.