Parla un sopravvissuto della strage dei banu Qurayza
Atiyyah venne fatto prigioniero insieme ad altre centinaia di persone dei Banu Qurayza, la terza tribù ebraica che Maometto estirpó da Medina non per la “solita fantomatica” autodifesa, ma perché gliel’aveva chiesto l’angelo Gabriele:
Quando il profeta ritornó da Al Khandaq e depose le armi e si fece un bagno, Gabriele arrivó e gli disse “hai deposto le tue armi? Per Allah, noi non le abbiamo ancora deposte, quindi parti e va’ da loro”. Il profeta disse “andare dove?”. Gabriele disse “da quella parte”, puntando verso i Banu Quarayza. Così profeta si diresse verso di loro. [Sahih Al Bukhari vol.5, n. 4117]
Una volta catturati i nemici, Maometto fece ispezionare i banu qurayza maschi per trovare tracce di peli pubici e procedere con la decapitazione di chiunque avesse raggiunto l’età minima per essere soppresso. Atiyyah venne risparmiato in base a questo criterio.
Da notare le note apologetiche a fondo Hadith, in cui viene fatto presente che comunque i banu Qurayza catturati accettarono di farsi giudicare colpevoli da Saad bin Muadh, un alleato di Maometto. Davvero molto credibile e sensato…
Un “giusto processo” insomma, perché Allah ama i giusti.