Maometto sapeva scrivere

I musulmani credono che Maometto fosse analfabeta. Infatti essi pensano in questo modo: “Come un analfabeta puó aver composto un libro lontano dall’essere un “miracolo”?” Per questa ragione essi pensano che il Corano sia il miracolo di Allah. La convinzione dei musulmani, che lui fosse analfabeta, verte anche sul versetto 7,157:

a coloro che seguono il Messaggero, il Profeta illetterato che trovano chiaramente menzionato nella Torâh e nell’Ingil, colui che ordina le buone consuetudini e proibisce ciò che è riprovevole, che dichiara lecite le cose buone e vieta quelle cattive, che li libera del loro fardello e dei legami che li opprimono. Coloro che crederanno in lui, lo onoreranno, lo assisteranno e seguiranno la luce che è scesa con lui, invero prospereranno”.

Ma se vogliamo veramente comprendere cosa significhi realmente il termine arabo “illetterato” dobbiamo analizzare il termine nella lingua araba (la lingua originale del Corano). Infatti “il profeta illetterato” si traduce in ‘an-nabìì al-ummi’. ‘Nabìì’ significa profeta; ‘ummi’ è spiegato ampiamente nel versetto 62:2:

Egli è Colui che ha inviato tra gli illetterati un messaggero della loro gente, che recita i suoi versetti, li purifica e insegna loro il libro e la saggezza, anche se in precedenza erano in errore evidente.

Come si evince da questo versetto per “illetterati” si intende quelle persone che non avevano una scrittura sacra, come invece avevano i giudei e i cristiani.

Parafrasando quanto abbiamo riscontrato, queste persone erano semplicemente “non conoscenti delle Scritture”, che gli ebrei qualificavano come goy.

Per dare un’altra dimostrazione, e facendo un controllo incrociato dal testo del Corano, un’altro versetto in lingua araba (2:78), riferendosi agli ebrei, dice espressamente che sono “illetterati”

E tra loro ci sono illetterati che hanno solo una vaga idea delle Scritture sulle quali fanno vane congetture.

Il versetto in questione sta invece citando la poca dimestichezza da parte dei Giudei che hanno con la Torà (Pentateuco).

Stesso discorso per il versetto 62:2:

Egli è Colui Che ha inviato tra gli illetterati un Messaggero della loro gente, che recita i Suoi versetti, li purifica e insegna loro il Libro e la Saggezza, anche se in precedenza erano in errore evidente,

E’ assai improbabile che tutti i giudei non sapessero ne leggere ne scrivere a quel tempo. Maometto non si sarebbe macchiato di falsa testimonianza?

La traduzione dall’arabo della parola “iummia” = “incolto”, riferito a Maometto nel Corano, significa che non conosceva affatto le Sacre Scritture rivelate da Dio a Mosé. I musulmani invece insistono che la parola singolare in arabo “iummia”, significhi “analfabeta”, mentre per il dizionario in arabo significa ancora una volta: incolto.

Un altro versetto che ci fa capire che Maometto sapesse leggere e scrivere è il 25:5:

Sono favole antiche che ha scritto sotto dettatura, mattina e sera!

Il che ci dimostra – come ci fa notare Alessandro Bausani a pagina XIV dell’introduzione alla sua traduzione del Corano – che i concittadini di Maometto ritenessero che sapesse scrivere.

Inoltre Maometto divenne tanto abile, come ci riportano i resoconti storici islamici, che una ricca vedova lo assunse alle sue dipendenze a capo della propria “azienda”. Questa divenne poi sua moglie: Khadīja. Maometto quando la sposò aveva 25 anni mentre Khadīja 40 anni. Chi assumerebbe un commerciante analfabeta a capo di un’azienda?

Il fatto che Maometto sapesse leggere e scrivere è confermato persino da alcune hadith raccolte da Al-Bukhari. E’ importante sapere che per i musulmani, le tradizioni Al-Bukhari sono della massima autorevolezza. La collezione di Al-Bukhari è riconosciuta autentica e veritiera nella maggioranza del mondo islamico. Purtroppo gli Ulemà (autorità spirituali islamici) che sanno di queste informazioni si guardano bene dal rivelarle ai musulmani semplici.

1) Sahih al-Bukhari 65 Raccontato da Anas bin Malik:

Una volta il Profeta scrisse una lettera o ebbe l’idea di scrivere una lettera. Al Profeta venne detto che I governanti non avrebbero letto la lettera sino a che non avrebbero recato il sigillo. Di conseguenza il Profeta si procurò un anello d’argento con stampigliato il marchio che diceva: “Maometto l’Apostolo di Dio”. Io ammiravo il bianco luccichio nella mano del Profeta.

2) Sahih al-Bukhari 114 Raccontato da ‘Ubaidullah bin ‘Abdullah:

Ibn ‘Abbas disse, “Quando la malattia del Profeta volse a peggiorare, egli disse, “Portatemi carta da scrivere e io vi scriverò le mie volontà in modo che non vi svierete’ “.

3) Sahih al-Bukhari 3161 Raccontato da Abu Humaid As-Saidi:

Noi accompagnammo il Profeta nel Ghazwa di Tabuk e il re di ‘Aila presentava un mulo bianco e una coperta come un dono al Profeta. Dopodiché il Profeta gli scrisse un trattato di pace permettendogli di rimanere sul suo paese.

4) Sahih al-Bukhari 2936 Raccontato da ‘Abdullah bin ‘Abbas:

L’Apostolo di Allah scrisse una lettera a Cesare dicendo, “Se rigetti l’Islam, sarai responsabile per i peccati della tua gente.

5) Sahih al-Bukhari 5158 Raccontato da Urwa:

Il Profeta scrisse il contratto di matrimonio con Aisha mentre lei aveva appena sei anni e consumava Il suo matrimonio con lei mentre lei aveva nove anni (nota: lui circa 54 anni) e lei rimase con lui per nove anni (nota: fino alla sua morte).

6) Sahih al-Bukhari 7366  Raccontatao da Ibn ‘Abbas:

Quando l’ora della morte del profeta si avvicinava, intanto che alcuni uomini erano in casa, e tra di loro c’era Umar Ibn Al Khattab, il profeta disse “venite qui vicino, lasciate che vi scriva qualcosa con cui non sarete mai sviati”. Umar disse, “Il profeta é gravemente ammalato, e voi avete il Corano, quindi il libro di Allah e sufficiente per noi”. La gente nella casa si era divisa e discuteva. Alcuni di loro dissero, “venite vicino così che il messaggero di Allah possa scrivere per voi qualcosa con cui non sarete mai sviati”, mentre altri tra di loro dicevano quello che è Umar aveva detto. Quando fece con molto chiasso e si trovarono in grande disaccordo davanti al profeta, lui disse loro, “andatevene e lasciatemi”. Ibn Abbas era solito dire, “è stato un grande disastro che le loro divergenze e il chiasso abbiano impedito al messaggero di Allah di scrivere quelle righe per loro

 

3 Risposte

  1. Hamid ha detto:

    Mi dispiace lei e ignorante
    Ummii in arabo soprattutto nel
    Versetto che hai citato non vuol
    Dire illetterato

  2. Carmine ha detto:

    E’ ampiamente documentato che erano una grande percentuale gli ebrei, e sopratutto i giudei, che a partire del regno di Davide, 1000 A.C., imparavano a leggere… un indizio sotto gli occhi di tutti è la pratica del “bar mitzvha” a cui ogni ragazzino intorno ai 12 anni era tenuto (attualmente ancora si fa), dove è previsto che il ragazzo dovesse leggere dei versetti della Torha e commentarli alla presenza di tutti. Era usanza (anche questa molto documentata) che i bambini venissero affidati a un rabino perchè gli insegnasse a leggere e imparare la Torha…
    Sorge spontanea la domanda : l’onnisciente Allah non sapeva forse queste cose? o forse è più plausibile pensare che chi scrive quei versetti coranici non mistifichi volutamente la verità per esaltare la figura di Maometto a discapito del resto? O magari, a voler pensare in buona fede, forse avendo esperienza solo di qualche piccola tribù stanziata nel deserto Maometto si era fatto una idea del tutto distorta della cultura ebraica perchè magari non avevano possibilità di rabbini che insegnassero ai ragazzini ?
    Certo che un affermazione del genere, e cioè che gli ebrei non conoscessero la torha, è risibile, perchè comunque tutta la vita di un ebreo, soprattutto a quei tempi, girava intorno alle leggi e ai precetti della torha. Uno dei precetti conisteva proprio nel trasmettere le vicende e le leggi della torha di padre in figlio (vedasi l’haggaddà shel pesach).

    In questa, e in molte altre parti del Corano, Allah sembra non essere affatto onnisciente, e molto più preoccupato che si creda in “Maometto” e di raggiungere gli scopi di questo a tutti i costi e con qualunque sotterfugio… molto umana come cosa e per nulla divina… Alcuni versi sembrano più che altro molto in linea con “il Principe” di Machiavelli.

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