L’uccisione di una donna e l’utilizzo del terrore per convertire gli altri abitanti. Davvero non c’è costrizione?
Cari musulmani, vi siete mai chiesti se qualcuno dei vostri antenati abbia abbracciato l’Islam come fecero a Medina nel VII secolo le persone terrorizzate dopo l’assassinio di Asmaa Bint Marwan architettato da Maometto?
Subito dopo l’omicidio di Abu Afak toccò ad una donna, ovvero Asma Bint Marwan che aveva espresso il proprio disappunto dopo l’uccisione del vecchietto Abu Afak cercando di convincere la gente a ribellarsi a questo “straniero invasore” che aveva portato una sorta di “religione” con uno strano concetto di “pace”, presagendo che da Maometto non sarebbe arrivato nulla di buono.
Maometto, venuto a saperlo chiese ai suoi seguaci:
chi di voi mi toglierà di mezzo Asmaa Bint Marwan?
Un certo Umayr si fece avanti come sicario e la uccise la notte stessa.
Dopo aver svolto il suo “compito” chiese a Maometto se l’assassinio potesse portargli delle conseguenze. A quel punto Maometto lo tranquillizzo dicendo che
Due capre non si prenderebbero neppure a testate per lei.
Due capre magari no, i cinque figli rimasti orfani della loro madre invece sì.
Nelle ultime righe di questo paragrafo viene sottolineato come l’Islam a Medina divenne forte dopo quell’avvenimento, con i figli di Asmaa che ricevettero la visita minacciosa dell’assassino della propria madre che li intimava di convertirsi così che altra gente di quella stessa tribù (i Banu Khatma), presa dalla paura e dalle minacce, decise di convertirsi all’Islam.