L’Islam e l’istruzione delle (schiave) donne. Una lettrice ci chiede
Carissimi di Islamicamentando, su svariate pagine islamiche mi sono imbatuta in diverse locandine in cui viene attribuita a Maometto una frase che direbbe «il miglior musulmano è colui che fa studiare la propria figlia », o qualcosa del genere. Ho una certa familiarità con gli hadith e lo stile mi pare un po’ diverso dal solito. Probabilmente si tratta di un hadith “aggiustato” per adattarlo al pubblico, magari omettendo alcune parti. Voi ne sapete qualcosa? Grazie.
Fino ad oggi non abbiamo ancora trovato quella frase in nessuno degli hadith che conosciamo o per lo meno, non in quella forma.
C’è un hadith che in tre punti parla di ricompensa raddoppiata per tre tipi di persone.
Al secondo punto parla degli ebrei e dei cristiani che si convertono all’Islam. Al terzo punto parla degli schiavi obbedienti che si comportano come dovrebbe fare un buon musulmano.
Il primo punto parla delle schiave donne, ma più in particolare parla della ricompensa riservata al loro padrone, non di certo alle schiave.
Si legge che se il padrone tratta bene la propria schiava, le insegna le buone maniere nel giusto modo (il traduttore aggiunge tra parentesi, “senza violenza”) e infine la libera per poi SPOSARLA, ecco che il padrone avrà ricompensa raddoppiata. Solo il padrone, certo.
Potrebbe essere questo quindi l’hadith che ha “ispirato” le locandine di cui parli.
Notiamo due cose in questo hadith:
La prima è che il traduttore ritenga necessario di dover specificare che non si debba usare la violenza per insegnare le buone maniere ad una schiava.
La seconda è la completa assenza di libertà di scelta da parte della schiava. Per essere affrancata lei deve per forza accettare di sposare il suo padrone. Se il padrone non vuole sposarla, allora resterà schiava. Se lei non vuole sposare il padrone, rimarrà una schiava.
D’altronde il padrone lo sa, “nell’islam non c’è costrizione”.