Libero arbitrio e onnipotenza di Allah
Questione assai importante e connessa al dogma della sottomissione a Dio (islam) è quella della predestinazione. Sono molti i passi del Corano che si possono citare pro e contro il libero arbitrio; sembra che tali dottrine contraddittorie appartengano a periodi diversi dell’attività profetica di Maometto: nei primi tempi, alla Mecca, il profeta avrebbe ammesso il libero arbitrio e la responsabilità personale dell’uomo, mentre a Medina sarebbe passato al fatalismo, per il quale poi l’ortodossia sunnita si è formalmente dichiarata.
Da qui l’idea che la mano di Allah non sia “incatenata” riflette l’assoluta libertà e sovranità divina che i musulmani gli attribuisco. Nel Cristianesimo la divina bontà di Dio si mostra nella coerenza della creazione; nell’lslam, al contrario, persino definire Allah buono significherebbe porre dei vincoli alla sua libertà.
L’onnipotenza divina è intesa nell’Islam in senso ancor più totalitario ed ampio che nelle altre religioni monoteistiche. La potenza divina ha per oggetto la totalità degli esseri possibili: in certo modo è anche possibile a Dio fare contrario di quello della sua prescienza conosce. I due poteri, divino e creato, concorrono alla produzione dello stesso effetto, ossia, l’atto si attribuisce come oggetto il potere di due agenti. L’uomo è quindi potente solo in senso riflesso e in ogni caso mai creatore dei propri atti. Dio crea volta per volta i singoli fenomeni, la cui connessione casuale non è affatto necessaria. Il mondo è creato, annientato e ricreato attimo per attimo da Dio
Su questo vorremmo farvi leggere parte di un dibattito tenutosi su di un forum islamico tra un nostro lettore (che ci ha gentilmente segnalato la discussione) ed un utente musulmano:
Eccolo:
“[…]San Tommaso d’Aquino ad esempio dice:
Poichè i principi di certe discipline, come la logica, la geometria e l’aritmetica, sono dedunti dai soli principi formali delle cose, dai qualei dipende la loro essenza, ne segue che Dio non può fare cose contrarie a codesti principi: non può fare, per esempio, che il genere non sia predicabile dalla specie; oppure che le linee le quali vanno dal centro alla circonferenza non siano uguali; o che un triangolo non abbia i tre angoli uguali a due retti.
In pratica, correggetemi se sbaglio, per il musulmano Allah è un Dio privo di vincoli. Per un cattolico è differente, come ci dimostra la stessa citazione che ho riportato: Dio, per un cattolico, ha creato l’universo seguendo leggi razionali che l’uomo può decifrare: da qui l’immenso valorte della ricerca scientifica. Nell’Islam invece Allah è assolutamente libero da vincoli. Lo stesso al-Ghazzalì si oppose fortemente all’idea dell’esistenza di LEGGi (vincoli) naturali. Crederlo, secondo lui, sarebbe stato blasfemo e significherebbe negare l’onnipotenza di Allah.”
Questo è quanto ha risposto il musulmano:
“la conoscenza empirica è priva di ogni reale valore, e se questa non conferma la verità dei testi sacri, il problema è della scienza.”
Le repliche sono state queste:
1) “Per un cattolico la tua frase, riferita alla sua religione, dovrebbe essere inammissibile. E’ la scienza che da conferme, non il contrario.
Questo è un discorso basilare che confuta anche l’affermazione precedentemente esaminata [secondo cui, per il moderatore, l’Islam, a differenza del cattolicesimo, non ha mai avuto problemi con la scienza]. Perchè se è vero che di problemi tra “scienza e fede” ce ne sono stati – come ce ne sono stati anche per l’islam e lo abbiamo già visto – è vero anche che sono stati “facilmente superabili” giacché, teologicamente, è anche la conoscenza scientifica che ci fa conoscere le leggi di Dio. E’ attraverso la scienza che possiamo anche interpretare le Sacre Scritture, quantunque qualche volta le scoperte scientifiche possano sembrare in dissonanza con i Testi stessi: vedi il caso del sacerdote polacco Copernico. E la stessa questione della ruotazione della Terra intorno al Sole, ripresa anni dopo dal Galilei. Essa non fu accettata non perchè non in linea con la Bibbia, ma perché non avvalorata da prove empiriche: il moto delle maree fu la sola prova scientifica. Una prova ovviamente del tutto inconsistente.
E non è questione di coerenza, bada bene, ma di differenza. Se tu credi che Allah possa fare ciò che gli pare, un cattolico non pensa lo stesso del Signore. […]
Detto questo vorrei ribadire che se è vero che la scienza è complementare, sarà anche vero che non esistono vincoli che possano rendere impossibile la convivenza tra fede e ragione. E’ proprio sulla base di questa convivenza che è maturata la religione cattolica, tra gioie e dolori. La Bibbia stessa, che non è parola dettata del Signore, è difficilmente comprensibile se non si usa la ragione. Lo scetticismo, e a volte la condanna di alcune operazioni scientifiche, è doverosa: ma il motivo non sta nel fatto che questi possano farci scoprire cose differenti da quelle di cui si parla nelle Sacre Scritture, ma perchè a volte vanno contro il volere di Dio del quale siamo venuti a conoscenza.”
2) Se non sbaglio ricordo di aver sentito parlare del “nominalismo” come eresia che predica l’onnipotenza infinita di Dio, ovvero, appunto, una visione simile a quella che hanno gli islamici.
Come è possibile che Dio abbia dei limiti?
Direi in parole semplici (in realtà poi la questione è talmente complessa che non è neppure alla portata delle nostre menti) che Dio è coerente e non si contraddice mai, per cui se Egli ha messo delle “leggi” nell’Universo (le ha poste Lui) queste leggi innanzitutto non sono “arbitrarie”, ma sono leggi che rispecchiano Dio stesso, quindi sono buone (perchè Dio stesso è bontà), giuste (perchè Dio stesso è Giustizia) eccetera.
Avrebbe potuto Dio fare delle leggi diverse… beh bisogna vedere cosa vuol dire “avrebbe potuto” e “non avrebbe potuto”… io dico che NON AVREBBE potuto, ma non nel senso che Egli non aveva – diciamo – la “potenza” per fare le cose diverse, ma nel senso che essendo Egli Bontà, Giustizia, Verità, Bellezza eccetera, ha fatto “il migliore dei mondi possibili” (salvaguardando anche la libertà/libero arbitrio dell’uomo), e dunque “non poteva” farlo diversamente, perché “non poteva” farlo peggio…
Secondariamente, avendo Dio posto queste leggi e non altre, Egli stesso “vi si attiene” (anche se è un termine errato, bisognerebbe dire, ancora una volta, che essendo Egli la Bontà, ed avendo posto nel cosmo leggi buone, “automaticamente” e “spontaneamente” le segue – anzi, quasi, sono le leggi a seguire Lui)…
Poi mi chiederai, cosa c’è di “buono” nel fatto che la somma degli angoli interni di un triangolo sia 180° e non 270… qui arriviamo al punto di non poterlo capire con la nostra limitata ragione.
Ed infatti, aggiungiamo noi, come dice Alessandro Bausani nel suo “L’Islam”:
“L’onnipotenza divina è intesa nell’Islam in senso ancor più totalitario ed ampio che nelle altre religioni monoteistiche. La potenza divina ha per oggetto la totalità degli esseri possibili: in certo modo è anche possibile a Dio fare il contrario di quello che la sua prescienza conosce. I due poteri, divino e creato, concorrono alla produzione dello stesso effetto, ossia, l’atto si attribuisce come oggetto il potere di due agenti. L’uomo è quindi potente solo in senso riflesso e in ogni caso mai creatore dei propri atti. Dio crea volta per volta i singoli fenomeni, la cui connessione casuale non è affatto necessaria. Il mondo è creato, annientato e ricreato attimo per attimo da Dio”
“Oltre agli attributi di Dio, Gazzali analizza anche le sue operazioni. A differenza di quanto avviene nel Cristianesimo, dove operazione centrale e principale di Dio è quella di redenzione, nell’Islam la caratteristica principale delle operazioni di Dio è che esse gli sono contingenti, e di nessuna di essere si può dire che è necessaria: l’Islam riterrebbe bestemmia qualsiasi espressione che equivalesse a un “Dio deve fare questo” o “è obbligato a fare questo”. Dio decide tutto e non è obbligato a fare niente (del resto, Islam = sottomissione e muslim = sottomesso): il Dio islamico ha un carattere personalistico (persegue i suoi fini personali), onnipotente e onnipresente. Fondamentale è capire che nell’Islam il concetto di “bene” e “male” è diverso da quello cristiano ed è più freddo e pragmatico: “buono” è l’atto che conviene all’agente (Dio) e la bontà dell’atto non significa altra cosa che la sua convenienza col fine dell’agente; i concetti di “bene” e “male” sono quindi relativi, ed ogni autonomia dell’atto morale è abolita. Dunque, a Dio non è necessario né obbligatorio creare le creature. Egli ha il diritto a non imporre loro nessun obbligo, e, se lo impone, non è perché gli sia necessario farlo. Dio ha diritto a imporre agli uomini obblighi a loro possibili o impossibili ed è inoltre libero di far soffrire le creatura esenti da colpa e non è obbligato a ricompensarli per buone azioni. Egli inoltre non è obbligato a fare ciò che è più conveniente ai suoi servi. Dio è quindi ingiusto? No, secondo Gazzali: l’ingiustizia si concepisce solo di chi compie atti che possono portare pregiudizio alla proprietà altrui, ma siccome è tutto proprietà di Dio e Dio non è sottoposto ad alcuna legge superiore, il problema non si pone nemmeno.”
Si capisce bene che:
“nell’impossibilità di ragionare su un dio come quello islamico, per la sua estrema “personalità” arbitraria, per la sua estrema mobilità: poiché questa persona ha un certo piano per l’umanità, è, attraverso il Profeta, fondatrice di stati e dà particolare importanza a questa terra, l’unica cosa concreta di cui l’uomo debba interessarsi rispetto a Dio è il regolamento dell’armata ai suoi ordini.”
Essendo le religioni tutte inventate dall’uomo a scopo di lucro con la menzogna di aver individuato un fantomatico misterioso astratto Dio, le due piu’ grandi religioni si odiano fino alle guerre. l’islam promette ai martiri, vergini in paradiso, quella cattolica promette ai martiri di sedere a fianco di Dio oppure li dichiara santi, sia uno che l’altra religione con queste promesse invogliano i poveri creduloni al martirio i governi intelligenti dovrebbero intervenire; la vita umana e’ piu’ importante di tutte le religioni del mondo. MAGO PROF. SILVA
Mi dispiace,ma la differenza tra il martirio islamico,e,quello Cristiani e che il martire musulmano,si uccide per uccidere altra gente,mentre quello Cristiani viene uccisi perché non rinnega la sua Fede
Volevo dire Cristiano.Scusa.
Lorenzo 12 anni