Il falso storico della lettera di Maometto a protezione dei cristiani d’Egitto e dei monaci di Santa Caterina
Articolo anti-bufala per smontare il falso storico strumentalizzato dagli apologeti islamici non aggiornati. Una vecchia bufala islamica che non cessa a diffondersi come argomento per dipingere l’islam come “un’amica religione di pace”.
L’argomento in questione è, come da titolo, il falso storico della lettera di Maometto a protezione dei cristiani d’Egitto e dei monaci di Santa Caterina.
Uno degli esponenti di spicco dell’islam italiano, il venerabile Hamza Piccardo, pare essere poco informato e poco aggiornato.
Questo perché non ha trovato di meglio da fare che tirare fuori un vecchio refuso, quello della presunta lettera scritta dal profeta dell’islam, chiamata Achtiname di Muhammad, a protezione dei cristiani del monastero di Santa Caterina, situato nel Sinai.
Secondo la propaganda islamica, tale documento, scritto da Ali su ordine di Maometto in persona, assolveva i monaci dal pagamento del tributo al regnante musulmano, la cosiddetta jizya. Un bel privilegio, non c’è che dire, al punto di contraddire e smontare tutto ciò che il Corano ripete incessantemente riguardo il combattere e sottomettere gli infedeli; basti pensare al versetto 9:29 del Corano e come questa concessione metta in discussione la validità della definitiva chiamata alle armi rivolta ai seguaci del Profeta.
Un altro elemento alquanto sospetto risiede nel fatto che in nessuna delle fonti islamiche, Sunna e Sira, vi sia il minimo cenno di tale atto di benevolenza. Le stesse fonti che descrivono ogni aspetto ed ogni evento della vita del Profeta, tralasciano un aspetto così importante come quello dell’esenzione dal pagamento di un tributo. Ma che strana situazione, non sarà forse che il documento sia in realtà un clamoroso FALSO? La risposta: sì, è un falso.
Proprio così, il documento non venne MAI scritto da Maometto né da nessuno da lui incaricato.
Se si fosse preoccupato di seguire su Youtube qualche dibattito oltreoceano in cui un debater islamico sfida uno studioso kuffar (ad esempio David Wood o Robert Spencer), il buon Hamza Piccardo avrebbe notato che l’esponente islamico ricorre ad ogni sorta di trucchetto e scorrettezza per scrollarsi di dosso l’imbarazzo di dover rendere conto dei versetti o degli hadith violenti, eppure nessuno si sogna di fare riferimento alla suddetta lettera, di cui sicuramente gli islamici Americani saranno a conoscenza. Evidentemente sanno già da tempo che l’autenticità del documento é pari a ZERO. Se si fosse anche preoccupato di visitare i siti in lingua inglese, avrebbe notato che per storici del calibro di Tom Holland, il fatto che la lettera di Maometto ai cristiani sia un falso è un dato ormai acquisito.
Sul suo sito, Robert Spencer mette a tacere le voci riguardo la presunta validità del documento. La questione dell’Achtiname inizia al secondo paragrafo.1
Innanzitutto l’aspetto storico. La conquista dell’Egitto da parte dei musulmani iniziò nell’anno 639, ben sette anni dopo la morte di Maometto, avvenuta nel 632.2 Maometto dunque non ebbe MAI la possibilità di instaurare il proprio dominio in Egitto. Inoltre, anche mentre era vivo, come avrebbe mai potuto prevedere in un dato futuro la conquista dell’Egitto e soprattutto perchè già prefigurarsi la concessione del privilegio dell’esenzione della jizya PROPRIO ai monaci di quel monastero? Nessuna fonte islamica fa il minimo cenno riguardo ad un ipotetico trattamento di favore di questo tipo.
Se ci soffermiamo sul contenuto della lettera, noteremo che vi è la raffigurazione di una moschea con tanto di minareto. Peccato che i minareti fecero la loro comparsa soltanto molto tempo dopo la morte di Maometto, per l’esattezza circa ottant’anni dopo la sua scomparsa. Non a caso, si possono trovare esponenti islamici contrari all’utilizzo dei minareti in quanto assenti all’epoca del loro profeta.3
Si legge inoltre che i cristiani d’Egitto, al di fuori di quelli del monastero, dovevano pagare una tassa di appena dodici Dirham. Eppure stando alle testimonianze del vescovo Copto Giovanni di Nikiu, carica ricoperta nel tardo settimo secolo, i cristiani d’Egitto, una volta sottomessi a dhimmi, arrivarono al punto di dover offrire i loro stessi figli per coprire le ingenti somme di denaro che dovevano tributare sotto forma di jizya, talmente erano indebitati.4
La verità é che il documento ha tutte le caratteristiche di una lettera scritta nel periodo dell’alto medioevo dai monaci stessi, che cercarono di salvarsi dal pagamento dell’onerosa jizya da versare ai musulmani facendo credere a costoro che il profeta dell’islam in persona avesse interceduto in loro favore.
I monaci cercarono di salvarsi dal pagamento di quel tributo che vedeva loro e le altre popolazioni dhimmi sottomesse, addirittura tenendo conto delle popolazioni cristiane d’Egitto, cercando di convincere il regnante islamico a concedere una sorta di “sconto” per quest’ultime.
Questo é un documento che attesta soltanto una cosa, ovvero la sofferenza di una popolazione sottomessa al dominio islamico e privata della propria dignità.
È davvero grottesco che ci siano invece personaggi che si identificano in quella stessa ideologia di oppressione e vedano in questo cimelio uno strumento per una propaganda a loro uso e consumo.
Fonti:
1. Articolo originale dal sito di Robert Spencer. La questione dell’Achtiname inizia al secondo paragrafo https://www.jihadwatch.org/2014/01/huffington-post-muhammads-beliefs-on-how-to-treat-religious-minorities-make-him-a-universal-champion-of-human-rights.
2. https://it.wikipedia.org/wiki/Conquista_islamica_dell%27Egitto
3. Comparsa e utilizzo dei minareti (Paul Johnson, Civilizations of the Holy Land. Weidenfeld and Nicolson, 1979, p. 173)
4. Fonti riguardanti Giovanni di Nikiu: Charles, R. H. The Chronicle of John, Bishop of Nikiu: Translated from Zotenberg’s Ethiopic Text, 1916. Reprinted 2007. Evolution Publishing, ISBN 978-1-889758-87-9.
Kennedy, Hugh (2007). The Great Arab Conquests: How the Spread of islam Changed the World We Live in. Da Capo Press. ISBN 978-0-306-81740-3. “La Chronique de Jean de Nikioû”, ed. and translated into French by H. Zotenberg in Notices et Extraits des manuscrits de la Bibliothèque Nationale, t. XXIV, I, pp. 125–605 (Paris, 1883) and also separately (Paris, 1883).
Buongiorno,
mi sembra che questo articolo faccia lo stesso errore che rimprovera al proprio interlocutore, e cioè quello di voler dimostrare una tesi sulla base dell’autenticità o falsità di un semplice fatto storico.
Ora, la vicinanza fra l’Islam e le altre tradizioni delle Genti del Libro si fonda su ben altre basi dottrinali, spirituali e metafisiche.
D’altra parte, questi studiosi danno dei menzogne non solo ai musulmani, ma agli stessi monaci cristiani ritenuti responsabili del falso!
Bisognerebbe anche considerare che certi ‘falsi”, che pur vi possono essere stati, potrebbero rientrare in un genere letterario fondato però sulla verità dottrinale di fondo, così come un romanzo, pur essendo pura opera di fantasia per quanto concerne l’ambientazione, può nondimeno corrispondere pienamente alla Verità in merito ai contenuti!
In poche parole, chi scrive certe cose non offre certo un buon servizio agli scambi fra le civiltà! E poiché gente di questa risma è presente in entrambi i fronti, sarebbe meglio concentrarsi su quanto dicono i veri Sapienti di ogni civiltà!
Questo articolo non fa nessuno stesso errore. L’intento dell’articolo è quello di divulgare una verità storica per impedire che un falso storico venga usato come realmente accaduto.