La hudna di Maometto
Nell’Islam il processo per stabilire un trattato di pace con il nemico è chiamato muhādana o muwāda‘a e l’accordo vero e proprio è chiamato hudna.
Tuttavia la hudna non mira a siglare una pace definitiva, ma – all’opposto – rappresenta un armistizio temporaneo da usare in caso di maggiore forza del nemico e deve servire ai musulmani per riprendere le forze in modo da poter successivamente sferrare un attacco vincente.
L’autorevole Enciclopedia Islamica (Khadduri, M., “Hudna”, in: Encyclopaedia of Islam, Second Editio) definisce la hudna come un “trattato temporaneo” che può essere approvato o abrogato dai leader religiosi islamici, a seconda se serva o meno agli interessi dell’Islam e che un non può durare per più di 10 anni.
Come per ogni aspetto della dottrina islamica, anche quello riguardante la hudna si fonda sull’esempio di Maometto. Hudna è infatti la prima parola usata nella storia dell’Islam per indicare il cessate il fuoco, in particolare nel contesto della tregua del VII secolo o trattato di Sulh al-Hudaybiyya (pace di al-Hudaybiyya), quando il Profeta firma la prima tregua nel 628 con i suoi nemici a al-Hudaybiyya, un villaggio fuori dalla Mecca, sei anni dopo l’hijra (emigrazione).
La tradizione racconta che Maometto era in una condizione di inferiorità e aveva accettato una tregua di dieci anni allo scopo di rafforzarsi e conquistare nuovi seguaci. Due anni dopo il profeta rompe l’accordo e riesce ad assumere il controllo della Mecca. Per giustificare la violazione dell’hudna sosterrà che è possibile farlo una volta che l’Islam è abbastanza forte da vincere la guerra.
Secondo l’Enciclopedia Islamica, “Il trattato di Hudaybia, concluso dal profeta Maometto con i non credenti di Mecca nel 628, fornì un precedente per i trattati successivi che i suoi successori fecero con i non musulmani.
Nel corso della storia del conflitto israelo-palestinese anche le forze politiche palestinesi si sono avvalse dei principi dell’hudna e hanno dato il loro assenso al cessate il fuoco temporaneo. Una posizione che ha giustamente suscitato sospetti e polemiche tra gli alti gradi dell’esercito israeliano, consapevole che le tregue vengono usate dagli estremisti per rimettere in piedi le proprie strutture. D’altronde la stessa Hamas non può siglare una tregua duratura dato che l’art.13 del suo Statuto dice:
“Non c’è soluzione per il problema palestinese se non il jihad. Quanto alle iniziative e conferenze internazionali, sono perdite di tempo e giochi da bambini. Il popolo palestinese è troppo nobile per mettere il suo futuro, i suoi diritti, e il suo destino nelle mani della vanità. Come afferma un nobile hadith: ‘Il popolo della Siria è la frusta di Allah sulla Terra. Con loro si prende la sua rivincita su chi vuole. Ai loro ipocriti è vietato regnare sui loro credenti, e muoiono nell’ansia e nel rimorso’”. (Fonte)
Si veda anche: Accordi con Israele come cavalli di Troia