Considerazione dei bambini nell’Islam
Ci è stato chiesto se le parole che si leggono nel verso 8:28 del Corano (“Sappiate che i vostri beni e i vostri figli non son altro che una tentazione [fitna-فِتْنَةٌ]. Presso Allah è la ricompensa immensa”) abbiano effettivamente il significato descritto da Magdi Cristiano Allam in un suo recente intervento.
Possiamo chiederlo a Ibn Kathir e Al-Jalaleyn, due studiosi evidentemente “islamofobi” al pari di Magdi Cristiano Allam.
Ibn kathir elenca alcuni versetti dal significato analogo a quello dell’8:28 per poi sentenziare:
“la ricompensa di Allah, il suo favore e il paradiso sono meglio della ricchezza e dei bambini. Sicuramente, tra la ricchezza e i bambini potrebbero esserci nemici per voi e molti di loro non servono a nulla. Solo con Allah vi è la giusta decisione per questa vita e per quella dell’aldilà. Quindi amare il messaggero di Allah viene prima dell’amore per i bambini, la ricchezza o sé stessi”.
Al Jalalayn sembra condividere la stessa visione:
“E sappiate che la ricchezza e i bambini sono una prova che vi impedisce di occuparvi della vita ultraterrena. La grande ricompensa è con Allah, quindi non compromettetela dando attenzioni non dovute alla ricchezza e ai bambini agendo in maniera inopportuna con l’obbiettivo di preservarli”.
Preso atto di questo e che, come dicono gli amici musulmani “il Corano va compreso in arabo”, viene naturale porsi la seguente domanda: visto che la parola tradotta con “tentazione” con la quale ci si riferisce ai figli dei musulmani è in realtà FITNA (فِتْنَةٌ), che letteralmente significa “tribolazione”, “scandalo, “corruzione”, “dissenso”, “litigio” e perfino “guerra civile”, e con la quale si indica il primo violento scontro civile – soprattutto politico – che si sviluppò nel corso del primo Islam tra i musulmani, quale sarà allora la considerazione riservata dai bravi musulmani ai bambini kuffar (infedeli)?