Citazioni sull’islam
“Il Corano divide il mondo in credenti e non credenti. I non credenti sono il nemico. L’Islam disprezza le nazioni dei non credenti e crea un continuo conflitto tra i musulmani e i non credenti”. (Karl Marx – Friedrich Engels – Werke, Band 10, S. 168-176, Berlin 1961 Karl Marx: [Die Kriegserklärung – Zur Geschichte der orientalischen Frage])
Karl Marx (Treviri, 5 maggio 1818 – Londra, 14 marzo 1883), è stato un filosofo, economista, politologo, storico, sociologo, uomo politico e giornalista tedesco.
“Anche in Occidente la produzione scientifica aveva inizialmente per destinatario una ristretta élite ma, una volta riconosciuta, essa si è diffusa poco a poco in seno a spazi sempre piu vasti della società e, in forma piu o meno elaborata, ha finito per far parte del senso comune. Nulla di tutto ciò nel caso del turāth arabo-musulmano: nessuno dei suoi prodotti ha raggiunto quello statuto di cultura di massa che fa sì, per esempio, che si dica del francese che è «cartesiano»”.
Bassam Tibi (Damasco, 4 aprile 1944) è uno scrittore, politologo e islamologo.
“Dal 630 d.C. in avanti la Storia non ricorda casi in cui l’integrazione di islamici all’interno di società non-islamiche sia riuscita”.
Giovanni Sartori (Firenze, 13 maggio 1924 – Roma, 1° aprile 2017) è stato un politologo e sociologo italiano.
“La Conquista Maomettana dell’India è probabilmente la più sanguinosa della storia. E’ un racconto scoraggiante, la cui evidente morale è che la civiltà è una cosa precaria, quel delicato complesso di ordine e libertà, cultura e pace può essere in ogni secondo rovesciato da barbari che la invadono o si moltiplicano all’interno di essa.”.
William James Durant (North Adams, 5 novembre 1885 – Los Angeles, 7 novembre 1981) è stato un filosofo, saggista e storico statunitense.
“La Civiltà Europea, Americana e Australiana esiste solo grazie alle vittorie di uomini civilizzati sui nemici della civiltà, solo grazie alle vittorie susseguitesi da Carlo Martello nell’VIII secolo a John Sobieski nel XVII. Durante i mille anni inclusi fra le gesta del soldato Franco e del re Polacco, i Cristiani di Asia e Africa si sono dimostrati inabili a portare avanti una guerra fruttuosa con i conquistatori musulmani, e come conseguenza il Cristianesimo è praticamente scomparso dai due continenti; e oggi nessuno può trovare in essi alcun “valore sociale”, nel senso inteso da noi occidentali, all’interno della sfera di influenza dell’Islam. Nell’Europa, in America e in Australia ci sono simili “valori sociali” solo perché i Cristiani Europei ebbero la forza militare per fare quello in cui i Cristiani asiatici e africani fallirono: respingere l’invasore musulmano”.
Theodore Roosevelt (New York, 27 ottobre 1858 – Sagamore Hill, 6 gennaio 1919). È stato il 26º presidente degli Stati Uniti e ha ricevuto il Premio Nobel per la pace.
“[il Corano] è un insopportabile guazzabuglio”.
Francesco Gabrieli (Roma, 27 aprile 1904 – Roma, 13 dicembre 1996). Orientalista. Considerato il massimo arabiata del Novecento.
“Le frontiere dell’Islam grondano sangue”.
Samuel Phillips Huntington (New York, 18 aprile 1927 – Martha’s Vineyard, 24 dicembre 2008). Politologo statunitense.
“Non vi stupite se i Saraceni odiano i Cristiani: è perchè la legge maledetta che gli ha dato il loro profeta Maometto gli ordina di fare tutto il male che possono alle genti che non seguono la loro fede, e di prendere tutto quello che possono prendere: per loro non e’ peccato” (Marco Polo, The Travels of Marco Polo, Capitolo X)
Marco Polo (Korčula, 15 settembre 1254 – Venezia, 29 gennaio 1324). Mercante, ambasciatore ed esploratore italiano, nato nell’allora Repubblica di Venezia, assieme al padre Nicolò e allo zio Matteo, fu tra i primi occidentali ad arrivare fino in Cina (da lui chiamata Chatai ) percorrendo la via della seta. Il Milione.
“Nel settimo secolo dell’era cristiana, un arabo errante della stirpe di Hagar [cioè, Maometto], l’egiziano, unendo i poteri del genio trascendente, con l’energia preternaturale di un fanatico e lo spirito fraudolento di un impostore, proclamò se stesso messaggero dal paradiso e sparse desolazione e delusione sopra una vasta parte della terra. Adottando dalla concezione sublime della legge mosaica, la dottrina di un Dio onnipotente; si è collegato indissolubilmente con esso, l’ audace falsità , che era egli stesso il suo profeta ed apostolo. Adottando dalla nuova rivelazione di Gesù, la fede e la speranza della vita immortale e di punizione futura, la mortificò alla polvere adattando tutte le ricompense e sanzioni della sua religione alla soddisfazione della passione sessuale. Ha avvelenato le fonti della felicità umana alla fontana, degradando lo stato del sesso femminile ed il permesso alla poligamia; ed ha dichiarato indistintamente lo sterminio della guerra, come parte della sua religione, contro tutto il resto dell’umanità. L’ESSENZA DELLA SUA DOTTRINA ERA VIOLENZA E DESIDERIO: PER ESALTARE IL BRUTALE SOPRA LA PARTE SPIRITUALE DELLA NATURA UMANA (lettere maiuscole di Adam)…. Fra queste due religioni, così contrapposte nei loro caratteri, una guerra di dodici secoli è già infuriata.
La guerra è ancora evidente… mentre i dogmi spietati e dissoluti del falso profeta forniranno i motivi all’ azione umana, là non ci può mai essere pace sulla terra e benevolenza verso gli uomini.”
John Quincy Adams (Braintree, 11 luglio 1767 – Washington DC, 23 febbraio 1848). Politico statunitense, sesto Presidente degli Stati Uniti d’America, e figlio di John Adams, secondo Presidente degli USA. the pollitically incorrect guide to Islam (and the crusades) di Robert Spencer, pag. 83
“Quali terribili maledizioni getta il culto di Maometto sui suoi seguaci! Oltre al fanatismo, che in un uomo è pericoloso quanto lo è l’idrofobia in un cane, vi è questa temibile apatia fatalista. Costumi imprevidenti, antiquati sistemi di agricoltura, pigre metodologie di commercio, e insicurezza della proprietà esistono ovunque vivano o governino i seguaci del Profeta. Un sensualismo degradato priva questa vita della sua grazia, e l’aldilà della sua dignità e santità. Il fatto che nella legge Maomettana qualsiasi donna debba appartenere ad un uomo come sua proprietà assoluta – sia come figlia, moglie o concubina – rinvia l’estinzione ultima della schiavitù al giorno in cui la fede dell’Islam cesserà di essere un grande potere fra gli uomini.”
“Individualmente i Musulmani possono mostrare splendide qualità. Migliaia divengono soldati della Regina coraggiosi e leali: tutti sanno come morire. Ma l’influenza della religione paralizza lo sviluppo sociale di coloro che la seguono. Al mondo non esiste una forza retrograda più grande. Lontana dall’essere moribonda, il culto di Maometto è una fede proselitizzante e militante. Si è già diffusa attraverso l’Africa Centrale, generando guerrieri impavidi ad ogni passo; e se non fosse che la Cristianità è difesa dalle forti braccia della scienza, la moderna civiltà europea potrebbe cadere, così come cadde la civiltà dell’antica Roma.”
Winston Churchill (Woodstock, 30 novembre 1874 – Londra, 24 gennaio 1965). Politico, scrittore e giornalista britannico. The River War, 1899.
“Da quando la religione islamica ha fatto la sua comparsa nel mondo, i suoi seguaci […] si sono comportati come belve feroci nei confronti delle altre nazioni, aggredendo e dilaniando qualsiasi cosa cadesse nelle loro grinfie ferine e facendola a pezzi con denti d’acciaio. Quante città sono state devastate fin dalle fondamenta, città in cui non resta che il nome; quanti paesi, un tempo prosperi come il giardino di Dio, sono ormai ridotti a deserti desolati; e quante nazioni, un tempo popolose e potenti sono scomparse dalla faccia della terra! Tali sono stati e sono tuttora la violenza, la furia e la vendetta di questi distruttori del genere umano”
John Wesley (28 giugno 1703 – 2 marzo 1791). Teologo inglese. Da: The Doctrine of Original Sin, in Works, Wesleyan Conference Office, London 1872).
“La religione di Gesù deriva dalla Morale di Socrate; anche in quell’epoca l’opinione della gente era rivolta verso la concezione di un Dio unico. Ciò che in Maometto è superiore è che, nel lasso di dieci anni, egli conquistò la metà del globo, mentre al cristianesimo sono occorsi trecento anni per affermarsi. La religione di Cristo è troppo sottile per gli Orientali, a loro servono più principi politici. Ai loro occhi Maometto è superiore a Gesù, perché lo vedono agire”
Napoleone Bonaparte (Ajaccio, 15 agosto 1769 – Isola di Sant’Elena, 5 maggio 1821). Politico e militare francese, nonché fondatore del Primo Impero francese. Nelle conversazioni raccolte dal generale Gourgaud.
“Morendo, Cristo lascia quattro chiodi, Maometto sette spade”
Victor-Marie Hugo (Besançon, 26 febbraio 1802 – Parigi, 22 maggio 1885). Scrittore, poeta e drammaturgo francese, considerato il padre del Romanticismo in Francia.
“Noi pensiamo che per un generale, che debba combattere, è importante conoscere il numero dei nemici ma più importante ancora conoscerne la filosofia. V’è una grande differenza, difatti, tra il dover combattere un esercito di atei e un esercito di fanatici, e se i nostri generali avessero conosciuto prima le superstizioni mussulmane, avrebbero risparmiate parecchie cartuccie e adoperata molta più corda. Bisogna, dunque, leggere il Corano.”
Giovanni Papini (Firenze, 9 gennaio 1881 – Firenze, 8 luglio 1956). Scrittore italiano. Polemiche religiose, 1912.
“Mostrami ciò che Maometto ha portato di nuovo e vi troverai solo delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva a diffondere la fede per mezzo della spada”
Manuele II Paleologo (Costantinopoli, 27 giugno 1350 – Costantinopoli, 21 luglio 1425). Imperatore bizantino. Dialoghi con un Musulmano, VII discussione.
“Schopenhauer dev’essere un testone; ha capito una gran verità, che a propagare una dottrina bisogna innanzi tutto render filosofica la spada. Ha operato più conversioni la sciabola di Maometto, che il nostro gridacchiare in piazza. Una buana piattonata mi farebbe subito gridar: Viva Schopenhauer!”
Francesco De Sanctis (Morra Irpina, 28 marzo 1817 – Napoli, 29 dicembre 1883). Scrittore, critico letterario, politico e filosofo italiano. Il maggiore critico e storico della letteratura italiana nel XIX secolo. Schopenhauer e Leopardi (1858).
“Solo Maometto ha compreso le donne, ammassandole come animali”.
Alfred Victor de Vigny (Loches, 27 marzo 1797 – Parigi, 17 settembre 1863). Scrittore, drammaturgo e poeta francese.
“L’Arabo innamorato possiede l’oggetto del suo amore e l’uccide”.
Alexandre Dumas padre (Villers-Cotterêts, 24 luglio 1802 – Puys, località di Dieppe, 5 dicembre 1870). Scrittore francese.
‘‘Mettiamo anche solo i legislatori e gli orientatori dell’umanità, a partire dagli antichi, continuando con i vari Licurgo, Solone, Maometto, Napoleone e così via, tutti fino all’ultimo erano delinquenti, […] e tuttavia non si sono fermati davanti al sangue, se solo il sangue (alle volte del tutto innocente) poteva esser loro d’aiuto. E’ persino sorprendente che una gran parte di questi benefattori e orientatori dell’umanità siano stati massacratori particolarmente terribili.”
Oh, come capisco bene il ‘Profeta’, con la scimitarra, a cavallo: ‘Allah ordina, e tu obbedisci, tremante creatura’. Ha ragione, ha ragione il ‘profeta’ quando mette nel mezzo di una strada a caso una buo-o-ona batteria, e colpisce il giusto e il colpevole, senza nemmeno degnarsi di dare una spiegazione! Obbedisci, tremante creatura, e: non desiderare, perché questo non è compito tuo!…”
Dostoevskij Fedor (Mosca, 30 ottobre/11 novembre 1821 – San Pietroburgo, 28 gennaio/9 febbraio 1881). Scrittore e filosofo russo. I fratelli Karamazov, Einaudi, 2005, p. 321, 322, 340, 341.
“[Maometto] dopo aver ben conosciuto il carattere dei suoi concittadini, la loro ignoranza, la loro creduloneria e la loro predisposizione all’entusiasmo, si rese conto di potersi trasformare in un profeta. Si propone di eliminare il Sabismo, che consiste nel fondere insieme il culto di Dio con quello degli astri; il giudaismo detestato da tutte le nazioni, e che aveva grande presa in Arabia; infine il cristianesimo, che conosceva solo per gli abusi di diverse sette diffuse nei paesi limitrofi al suo.”
“E’ probabile che Maometto, come tutti gli entusiasti, violentemente colpito dalle sue stesse idee, prima le carica di buona fede e poi le fortifica con dei sogni tanto che prende in giro se stesso e gli altri e sostiene infine, con delle furbate indispensabili, una dottrina che credeva buona. […e così] si trovò alla testa di quarantamila uomini presi nel suo entusiasmo”
“Di tutti i legislatori che hanno fondato una religione, è [Maometto] l’unico che abbia diffuso la sua con delle conquiste. Altri popoli hanno imposto ad altre nazioni i loro culti con il ferro e con il fuoco; ma nessun fondatore di una setta è mai stato un conquistatore”
Voltaire (Parigi, 21 novembre 1694 – Parigi, 30 maggio 1778). Filosofo, scrittore, drammaturgo e poeta francese. Essai sur les moeurs et l’esprit des nations – Capitolo VI ad Arabia ed a Maometto; Capitolo VII al Corano ed alle leggi musulmane.
“[Maometto] Impostore macchiato di sangue, che io abiuro per sempre, assassino della mia famiglia, via, questo ultimo oltraggio mancava alla mia misera condizione, e mancava alla tua rabbia. Gran dio, eccoci al dunque! Questo profeta sacro, questo re che ho servito, questo dio che ho adorato!
Mostro, il cui furore ed i perfidi complotti hanno trasformato due innocenti in due parricidi; seduttore infame della mia debole inesperienza, ancora sporco del mio sangue, pretendi di avere il mio cuore? Ma non hai ancora vinto; il velo è stato tolto, la vendetta si avvicina.”
Voltaire – Maometto ossia il fanatismo, Atto V scena 2, 1736.
Un giorno [Allah] disse a Davide: “Abbi timore di me come hai timore del feroce leone”. Allah è simile al leone per la violenza, lo slancio, la forza, il terrore che incute, e perché agisce come agisce e non se ne preoccupa. Quando ci uccide, il suo cuore non soffre per la nostra morte: se ci risparmia, non lo fa per pietà verso di noi; siamo troppo spregevoli per meritare un suo pensiero. Chi vive contro di lui, conosce il fuoco dei carboni ardenti sul petto martoriato. Chi vive insieme a lui, è esposto a sventure numerose come i grani di sabbia del deserto, le gocce nel turbine della pioggia, le foglie sui rami. Non finisce di sorprenderci. Dopo averci assalito con la forza del leone, ci inganna con l’ astuzia del serpe.
Pietro Citati (Firenze, 1930). Scrittore e critico letterario italiano. La luce della notte, 1996.
“Il bolscevismo unisce le caratteristiche della Rivoluzione francese a quelle della nascita dell’Islam. Marx ha insegnato che il comunismo è fatalmente destinato ad accadere; ciò causa uno stato d’animo non dissimile da quello dei primi successori di Maometto. […]
Tra le religioni, il bolscevismo deve essere considerato insieme al maomettismo, piuttosto che insieme al cristianesimo e al buddismo. Le ultime due sono principalmente religioni personali, caratterizzate da dottrine mistiche e amore per la contemplazione. Il maomettanesimo e il bolscevismo sono pratici, sociali, non spirituali, impegnati a conquistare l’impero del mondo.”
Bertrand Arthur William Russell (Ravenscroft, 18 maggio 1872 – Penrhyndeudraeth, 2 febbraio 1970) – Filosofo, logico e matematico gallese. Teoria e pratica del bolscevism, Newton Compton, Roma 1970, pp. 29, 114
“L’Islam essendo la religione dell’unità, non ha mai fatto distinzione, in nessun campo, fra ciò che è spirituale e ciò che è temporale, oppure fra religioso e profano. Il solo fatto che non vi sia neppure un adeguato vocabolo in arabo, persiano o altre lingue dell’Islam per esprimere il concetto di «temporale», «secolare», è la prova migliore che l’astrazione corrispondente non esisteva nel pensiero islamico”
Seyyed Hossein Nasr (Teheran il 7 aprile 1933) – Emerito studioso dell’Islam di fama mondiale .
“Nel Corano troviamo la forma più squallida e più povera di teismo. Ammettiamo pure che molto sia andato perduto nella traduzione, ma in quest’opera io non sono riuscito a scoprire nemmeno un pensiero dotato di valore.”
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860). Filosofo tedesco. Il mondo come volontà e rappresentazione (1819).
“Molti uomini hanno le quattro donne permesse. Ne risulta naturalmente che molti uomini non hanno donne. Anche il vizio contro natura è frequente”.
“Dopo avere studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l’uomo di quella di Maometto. A quanto vedo l’Islam è la causa principale della decadenza oggi così evidente nel mondo musulmano, e benché sia meno assurdo del politeismo degli antichi le sue tendenze sociali e politiche sono secondo me più pericolose. Per questo, rispetto al paganesimo, considero l’islam una forma di decadenza anziché una forma di progresso”
Alexis de Tocqueville (verneuil-sur-Seine, 29 luglio 1805 – Cannes, 16 aprile 1859). Filosofo, politico e storico francese.
“Il credente Musulmano sa che Dio ha già deciso tutto per lui. Non c’è quindi che da abbandonarsi nelle sue mani e secondarne la volontà. Nel corso dei secoli questa convinzione si sarebbe tradotta in quell’inerte fanatismo che ha praticamente mummificato la civiltà araba. Ma allora sortì solo l’effetto di armare i Musulmani di un tranquillo coraggio e di un sovrano disprezzo per la morte”.
Maometto – dopo la morte di Kahdija – si consolò della vedovanza sposando due mogli (cui poi ne seguirono varie altre): la vedova Sauda di quarant’anni, e la figlia di Abu Becr, Aisha, che ne aveva sette. L’una, immaginiamo, per usi diurni, l’altra per usi notturni.
Il Profeta viveva molto semplicemente. L’unico suo lusso era quella collezione di mogli, fra le quali imparzialmente divideva le sue notti. La più indocile e possessiva era Aisha che coi suoi capricci riuscì a coalizzare le altre contro di sé. Per sedare la zuffa, il Profeta si fece spedire da Allah una speciale “rivelazione” che ristàbilì la disciplina. […] Era un Dio molto soccorrevole, Allah. Gli suggeriva le decisioni da prendere anche nelle sue piccole difficoltà personali e familiari, quando per esempio le sue mogli cercarono d’impedirgli di sposare sua nuore Zaide. Disse ch’era Allah a ordinarglielo, e le pettegole si chetarono.
l’Italia dei secoli bui, di Indro Montanelli e Roberto Gervaso, Rizzoli, marzo 1973.
“Il Corano è stato il solo libro della nazione araba per molti secoli. Sono stati bruciati gli altri, o perché erano superflui, se c’era quel che si trovava nel Corano, o perché erano perniciosi, se contenevano qualcosa che non c’è. E’ stato dopo questo ragionamento che per sei mesi i bagni di Alessandria sono stati scaldati con le opere dei tempi antichi”.
Denis Diderot (Langres, 5 ottobre 1713 – Parigi, 31 luglio 1784). Filosofo, enciclopedista e scrittore francese; fu uno dei massimi rappresentanti dell’Illuminismo e insieme a d’Alembert, il principale redattore della Encyclopédie.
“Lo stato dell’impero è sconosciuto anche ai ministri; le più semplici nozioni di storia e di geografia gli sono del tutto estranee, e l’ignoranza e la barbarie regnano ovunque. Non troverete sulle navi turche una sola carta nautica di cui un’abile pilota oserebbe fidarsi. Questo paese è in qualche modo la patria delle tenebre e delle barbarie; e il Sultano, affogato anch’egli nell’ignoranza, trascina sul trono, fra schiere di donne e di eunuchi, il suo vestito sardanapalesco”.
Gottfried Wilhelm Leibniz (21 giugno 1646, 14 novembre 1716). Filosofo e matematico tedesco.
“L’astrazione dominava i Maomettani; il loro scopo era di far prevalere il culto astratto, e vi hanno teso con il più grande entusiasmo. Questo entusiasmo era fanatismo, cioè entusiasmo per un’astrazione, per un’idea astratta, che ha un’attitudine negativa rispetto all’esistente”.
Georg Wilhelm Friedrich Hegel (Stoccarda, 27 agosto 1770 – Berlino, 14 novembre 1831). Filosofo tedesco, considerato il filosofo più significativo dell’Idealismo tedesco e uno dei più geniali pensatori della storia della filosofia.
“Signore, gridò, e tutti gli sciacalli ulularono in lontananza; si sarebbe potuto credere a una qualche melodia; signore, bisogna che tu metta fine alla disputa che divide il mondo. Erano tuoi i tratti di colui che l’avrebbe fatto, secondo la descrizione dei nostri anziani. Bisogna che gli Arabi ci lascino in pace; vogliamo un’aria respirabile; un orizzonte che sia ripulito da loro; non vogliamo più sentire i gemiti dei vitelli sgozzati in Arabia; che tutti gli animali possano morire in pace!”.
Franz Kafka (Praga, 3 luglio 1883 – Kierling, 3 giugno 1924). Scrittore austriaco di lingua tedesca, considerato uno dei maggiori del XX secolo.
“Perchè l’arte musulmana sprofonda completamente dal momento stesso in cui smette di essere al suo apogeo? Passa di colpo dai palazzi al bazar. Non è una conseguenza del ripudio delle immagini? L’artista, privato di ogni contatto con la realtà, perpetua una convenzione tanto esangue che non può essere rinvigorita né fecondata. O è sostenuta dall’oro o crolla”.
Claude Lèvi-Strauss (Bruxelles, 28 novembre 1908). Antropologo, psicologo e filosofo francese.
“Questi usurai sono dei veri Arabi”.
Paul Claudel (Villeneuve-sur-Fère, 6 agosto 1868 – Parigi, 23 febbraio 1955). Poeta, drammaturgo e diplomatico francese.
“Ho spesso pensato che un europeo abile, che parlasse l’arabo e raccontasse una storiella in base alla quale la sua discendenza si collega in un modo nell’altro a un ramo della famiglia del Profeta, e che predicasse una dottrina d’eguaglianza e fratellanza, così suscettibile di essere ben compresa e accettata dagli Arabi, potrebbe, con otto o diecimila uomini, conquistare l’Oriente musulmano e ritrovarsi a capo di un movimento paragonabile a quello dell’islamismo”.
Joseph Ernest Renan (Tréguier, 28 febbraio 1823 – Parigi, 2 ottobre 1892). Filosofo, filologo e scrittore francese.
“Mandiamo contro i Musulmani soldati e cannoni. E’ di un Voltaire che avrebbero bisogno”.
Gustave Flaubert (Rouen, 12 dicembre 1821 – Canteleu, 8 maggio 1880). Scrittore francese.
“Il legame tra gli intellettuali dell’Islàm e il popolo divenne solo il «fanatismo», che non può essere che momentaneo, limitato, ma che accumula masse psichiche di emozioni e di impulsi che si prolungano in tempi anche normali.”
Antonio Gramsci (Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937). Politico, filosofo e giornalista italiano.
“Maometto è fanatico all’estremo, ogni libertà in materia di religione lo riempie di sacro furore, e questa è la sua forza principale. Il suo fanatismo è quello di un semplificatore radicale, e come tale del tutto genuino. Era un fanatismo della specie più tenace, la furia dottrinaria, e la sua vittoria fu una delle più grandi vittorie del dottrinarismo e della banalità.”
Jacob Burckhardt (Basilea, 25 maggio 1818 – Basilea, 8 agosto 1897). Storico svizzero, tra i più importanti del XIX secolo. Riflessioni sullo studio della storia.
“Dopo il totalitarismo rosso, basato sulla lotta di classe, il bruno, sulla lotta delle razze, l’Occidente deve affrontare il totalitarismo verde (colore dell’islamismo), che si fonda sulla lotta tra le civiltà e tra le religioni”.
Alexandre Del Valle – (Perpignan, 4 settembre 1969). Politologo, giornalista e saggista francese – Il totalitarismo islamista all’assalto delle democrazie.
“I Maomettani forse credono, come è stato sottolineato da alcuni viaggiatori, che gli angeli abitano nelle loro barbe. E’ certo che quando qualcuno, dopo essersi lasciato crescere la barba, se la taglia, può essere severamente punito. Credo che a Bassora, secondo la legge, vengano comminati non meno di 300 colpi di bastone, se il danaro non placa la giustizia”.
Barthold Georg Niebuhr (Copenaghen, 27 agosto 1776 – Bonn, 2 gennaio 1831). Statista e storico tedesco.
“Questi individui infami, spregevoli e maledetti da Dio si vantano di avere avuto il meglio dei romani (vale a dire dei bizantini) grazie al loro amore per Dio. […] Essi vivono di arco, spada e dissolutezze, godendo nel ridurre i nemici in schiavitù, votandosi all’omicidio, al saccheggio e alla distruzione[…] e, non contenti di commettere crimini del genere, credono persino – quale aberrazione! – che Dio li approvi”.
Gregory Palamas (1296 – 1359). Monaco e teologo greco che per un certo tempo fu prigioniero dei turchi.
questo blog fa schifo, faresti meglio a chiuderlo e cancellarlo.
Ci dispiace che non le piaccia. Se ha qualche suggerimento potrebbe aiutarci a migliorarlo.
Faresti meglio tu a lavarti il cervello nella speranza che qualche neurone ti funzioni ancora
Tu invece anonimo faresti meglio a non dare questi consigli, a lasciar parlare gli altri, e se non ti piace quello che senti o leggi, ad andartene da qualche altra parte. Sia virtualmente che fisicamente
Citazioni molto interessanti. Una sola osservazione, avete messo la foto di Rousseau al posto di quella di Diderot.
Grazie molte. Adesso dovrebbe essere ok.