Bloggando il Corano: Sura 9, “Il Pentimento”, Versetti 50-80
Commento al Corano: Sura 9, Il Pentimento, Versetti 50-80
di ROBERT SPENCER (23, Dicembre, 2007)
I Versetti 50-80 della Sura 9, “Il Pentimento,” criticano aspramente gl’Ipocriti – coloro che pretendono di essere Musulmani, ma, in realtà, non sono veri credenti. Infatti, essi si lamentano della buona sorte dei Musulmani e si rallegrano quando li vedono soffrire (v. 50). Ma Allah dice ai Musulmani di domandare loro: “ma cosa vi aspettate da noi se non una una delle due uniche cose gloriose?” (v. 52). Le due cose gloriose, secondo Ibn Abbas, Mujahid, Qatadah, e altri, sono il martirio o la vittoria. In altre parole, i Musulmani o sconfiggeranno gli Ipocriti, oppure saranno uccisi da loro, nel qual caso andranno direttamente in Paradiso – una situazione “o vinci, o vinci”!
Gli Ipocriti, intanto, possono “spendere (per la causa), volontariamente o controvoglia” (v. 53); in entrambi i casi, Allah non accetterà nulla da loro, “perché, in verità, voi siete un popolo ribelle e malvagio”. Secondo il Ruhul Ma’ani, questo Versetto fu rivelato in riferimento a uno degli Ipocriti, Jadd bin Qais, che voleva donare soldi per la spedizione di Maometto a Tabuk, ma non intendeva partecipare alla carovana e combattere lui stesso. La sua ipocrisia e quella di altri come lui, rende i loro contributi inaccettabili (v. 54). Ma Maometto non deve essere impressionato dalla loro ricchezza o dal numero dei loro figli, perché “il piano di Allah è di punirli con queste cose in questa vita, e di fare in modo che le loro anime possano perire nel loro (stesso) diniego di Allah” (v. 55).
Secondo Al-Hasan Al-Basri, Allah conseguirà il suo piano “prendendo da loro la Zakat dovuta in base alle loro sostanze e spendendola per la causa di Allah”. Perché questi non sono veri Musulmani e osano addirittura contestare l’integrità di Maometto su come distribuisce i donativi (vv. 56-60). Fu a questo punto che avvenne l’incidente riferito qui (Sura 9, Il Pentimento, Versetti 15-28): uno degli Ipocriti disse a Maometto: “Sii giusto, Maometto! Tu non sei stato giusto”. E Maometto replicò : “Non ti impicciare! Se io non sono giusto, chi mai sarà giusto?”.
Secondo il Tafsir al-Jalalayn, gli Ipocriti avrebbero dovuto essere soddisfatti con “ciò che Allah e il Suo Messaggero avevano dato loro” (v. 59) “riguardo al bottino e cose simili”. Il Versetto 60 specifica coloro a cui le elemosine obbligatorie, zakat, possono essere distribuite (Si veda anche il nostro articolo). Il Versetto dice che può essere speso per la causa di Allah”. Ibn Kathir spega:
Per la causa di Allah è esclusivo per il vantaggio dei combattenti per la jihad, che non ricevano compensi dal Tesoro [dello Stato] Islamico.
Alcuni sostengono che si tratta di ciò che viene speso per tutto ciò che è connesso con la jihad: trattati col nemico, costruzione di fortezze, scavi di trincee, fornitura di armi e di provviste, pagamento delle spie, anche se sono Cristiane.
Inoltre, gli Ipocriti infastidiscono Maometto, sostenendo che “è tutto orecchi” (v. 61).
egli sente tutto quello che vien detto e lo conferma.
Cioè, è troppo buono per il suo tornaconto: il Tafsir al-Jalalayn cita gl’Ipocriti che dicono che Maometto “ascolta ogni piccola cosa e la accetta. Quando gli giuriamo di non averla detta, lui ci crede”. Ibn Abbas, Mujahid e Qatadah concordano: Maometto ascolta “chiunque dice qualcosa su di noi; crede a chiunque parla con lui. Pertanto, se andassimo da lui e giurassimo, ci crederebbe”. Ma, in realtà, dice Ibn Kathir, “lui sa chi dice la verità e chi mente”.
E questa è proprio una delle ragioni per cui è così importante. E’ così centrale, che i credenti non devono giurare per Allah solamente, ma per Allah e il Suo Messaggero (v. 62), e chiunque si oppone ad Allah e a Maometto si dirige all’inferno (v. 63). Gli Ipocriti, riconoscendo che Maometto tende a ricevere rivelazioni riguardo ai suoi nemici (un famoso esempio è la Sura 111, che è interamente dedicata a maledire suo zio, Abu Lahab, che non accettò la sua pretesa di essere un profeta), sono “spaventati che una Sura venga rivelata nei loro riguardi, mostrando ciò che (realmente passava) nei loro cuori” (v. 64). Ma Allah, secondo Ibn Kathir, “svelerà e spiegherà la vostra essenza al Suo Messaggero mediante la rivelazione” – cioè, i segreti degli Ipocriti. Dicono che stavano solo scherzando quando deridevano Allah e Maometto (v. 65), ma, in realtà, sono apostati (v. 66). “Deridere i segni di Allah” dice As-Suyuti, “è equivalente alla kufr [incredulità]”, e, ovviamente, nulla è peggio della miscredenza. Questo può spiegare perché le “vignette” di Maometto colpiscono un nervo così sensibile nel mondo Islamico. Gl’Ipocriti abiteranno nell’inferno (v. 68) per aver ignorato i messaggi dei profeti (v. 70).
Al contrario, invece, i credenti abiteranno per sempre nei giardini del Paradiso (vv. 71-2). Maometto disse: “Due giardini, le coppe e qualsiasi altra cosa in essi contenuta sono fatte d’oro, e due giardini, le coppe e qualsiasi altra cosa in essi contenuta sono fatte d’argento. Solo il Velo della Magnificenza del Viso di Allah separa la gente dalla Sua vista, nel giardino dell’Eden”. Ma prima che possano godere di tutto ciò, Maometto e i Musulmani devono “lottare strenuamente [jahidi, جَاهِدِ] contro i miscredenti e gli Ipocriti, ed essere determinati contro di loro” (v. 73). Ibn Abbas spiega: “Allah ordinò al Profeta di combattere i miscredenti con la spada, di lottare contro gli ipocriti con la lingua e annullò ogni trattamento tollerante verso di loro”. Ad-Dahhak aggiunge: “Esegui la jihad contro i miscredenti con la spada e sii duro con gli ipocriti con le parole, e questa è la jihad contro di loro”. E Ibn Juzayy:
La jihad contro chi rifiuta [l’Islam] si fa con la spada e la jihad contro gli ipocriti si fa con la lingua fin tanto che non mostrino apertamente ciò che indica la loro miscredenza…La durezza è l’opposto della clemenza e della pietà. Può essere ottenuta con parole, azioni ecc..
E’ significativo il fatto che Al-Hasan e Qatadah asserirono che “lottare contro di loro include implementare la Legge (Penale Islamica) dell’uguaglianza contro di loro”.
Uno dei Musulmani che si rifiutarono di accompagnare Maometto nella spedizione a Tabuk fu Julas bin Suwayd, insieme a suo fratello Harith. Secondo Ibn Ishaq, Julas disse di Maometto: “Se quest’uomo è nel giusto, noi siamo peggio che asini”.
Uno dei parenti di Julas, Umayr bin Sa’d, riferì a Maometto ciò che Julas aveva detto. Poi spiegò a Julas che aveva agito così perché l’Islam è di suprema importanza: “Tu mi sei più caro di chiunque, il più generoso verso di me, e la cosa più dolorosa per me è che succeda qualche cosa che ti turbi; ma tu hai pronunciato parole tali per cui, se le ripetessi, ti svergognerei, e, se stessi zitto, metterei in pericolo la mia religione. Una cosa è preferibile all’altra.”.
Julas e Harith, messi alle strette, negarono che Julas avesse pronunciato le parole offensive, ma immediatamente dopo Allah rivelò:
“Essi giurano per Allah di non aver detto nulla (di male), mentre invece pronunciarono una bestemmia, e lo fecero dopo aver accettato l’Islam…” (v. 74)
Allah offrì loro l’opportunità di pentirsi, ma li ammonì che, se non lo avessero fatto,
Allah li avrebbe puniti con un castigo terribile in questa vita e nell’altra: non avrebbero avuto nessuno in terra per proteggerli o aiutarli (v. 74)
Si pentirono.
Ma gl’Ipocriti hanno voltato le spalle ad Allah (v. 76), così Allah ha gettato “l’ipocrisia nei loro cuori” (v. 77), e ora, anche se Maometto “chiedesse il loro perdono settanta volte, Allah non li perdonerà: perché hanno respinto Allah e il Suo Messaggero” (v. 80) – riminiscenza, al contrario, di Matteo 18:21-22.