Bloggando il Corano: Sura 5, “La Mensa”, Versetti 1-60

Commento al Corano: Sura 5, “La Mensa”, Versetti 1-60
di ROBERT SPENCER (20, Agosto, 2007)

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Nella maggior parte della della Sura 5, “La Tavola”, Allah spende il suo tempo per parlare del castigo da infliggere agli ebrei e ai cristiani per i loro vari peccati e le loro offese. Se, dopo aver letto la Sura 2-4, pensavi che fosse arrabbiato con loro, allora non avevi ancora visto niente.

Secondo la tradizione islamica la Sura 5 risale al periodo Medinese (come le Sure 2-4), ovvero nell’ultima parte della carriera di Maometto, quando le sue rivelazioni erano più lunghe, più arrabbiate e più violente.

I Versetti 1-11 esortano i Musulmani ad obbedire ai comandi di Allah in tema di cibo, di osservanza di pratiche religiose e di morale sessuale. Il Versetto 5 permette ai Musulmani maschi di sposare non solo “donne caste che siano credenti, ma anche donne caste del Popolo del Libro”. Tuttavia, nulla viene detto se alle donne Musulmane sia consentito sposare uomini non Musulmani, e infatti questo è proibito dalla legge Islamica. Ciò è parte dello stato di soggezione dei Dhimmi, il “popolo protetto” nell’Islam: poiché tradizionalmente un uomo porta sua moglie all’interno del suo ambito familiare, ma non viceversa, la proibizione per le donne Musulmane di sposare uomini non Musulmani, e il permesso agli uomini Musulmani di sposare donne non Musulmane, significa che la comunità Islamica sarà sempre in una posizione di crescita, mentre la comunità non Musulmana si riduce.

I Versetti 12-26 ritornano alle punizioni di Ebrei e Cristiani. Ci dicono che Allah in passato “fece un patto coi Figli di Israele” (v. 12), ma gli Ebrei lo ruppero. E così adesso sono maledetti da Allah, poiché hanno alterato le rivelazioni divine che ricevettero e anche perché sono falsi; ciò non ostante, qui si dice ai Musulmani di “perdonarli e sorvolare (sui loro misfatti): perché Allah ama chi è gentile” (v. 13). Secondo Allusi, nel suo Ruhul Ma’ani, questo perdono deve essere esteso soltanto agli Ebrei che sono diventati Musulmani o accettano di pagare la jizya e si rassegnano allo stato di sottomissione di dhimmi in accordo con 9:29. Tabari, d’altro canto, suggerisce che il Versetto 13 fu abrogato dagli ordini di muovere jihad contro i miscredenti che arrivarono più tardi nella carriera di Maometto. I più autorevoli tafsir concordano con questo ed infatti in Tafsir al-Jalalayn si legge che “è stato abrogato dal “versetto della spada”  9:29″.

Nel frattempo i Cristiani “dimenticarono una parte di ciò di cui erano stati ammoniti” così Allah “ispirò inimicizia e odio tra loro, fino al Giorno della Resurrezione” (v. 14). Così, per quanto concerne il Corano, le divisioni fra i Cristiani dimostrano la falsità della loro religione – un enunciato il cui contrario fu affermato da Gesù: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, poiché vi amate l’un l’altro” (Giovanni 13:35). Dice Ibn Kathir:

Certamente le numerose sette Cristiane sono sempre state nemiche e avverse l’una contro l’altra e accusandosi a vicenda di eresia e maledicendosi a vicenda… Ogni setta tra loro, continuerà ad accusare l’altra di mancanza di fede ed eresia in questa vita e nel Giorno quando i Testimoni si faranno avanti.

Gli Ebrei e i Cristiani dovranno accettare l’Islam (v. 15). Il Corano in molti punti si presenta come l’arbitro tra queste sette in lotta, spiegando le questioni controverse. Così, quando asserisce che Gesù non fu crocifisso, ma che qualcuno che gli somigliava fu crocifisso al suo posto (una teoria sostenuta da alcune sette Cristiane Gnostiche), Allah dice “quelli che non concordano con ciò sono in dubbio su quanto detto in precedenza; non conoscono quanto è successo ma seguono delle congetture; è assolutamente sicuro che non l’abbiano ucciso” (4:157). E qui il Corano dichiara che i Cristiani che credono che “Allah sia il Messia, figlio di Maria” sono “miscredenti” (V. 17). La traduzione di Abdullah Yusuf Ali dice che credere questo è una “bestemmia”, ma la parola Araba usata è kafara, (كَفَرَ), che deriva da kufr, cioè miscredenza.

E’ importante notare che, in Occidente, i commentatori Islamici asseriscono spesso che il Corano non bolla mai i Cristiani come infedeli o miscredenti, mentre, in effetti, questo Versetto è molto chiaro: chi crede alla divinità di Cristo è evidentemente un miscredente. A Maometto viene prescritto di ribattere a quegli Ebrei e a quei Cristiani che pretendono di essere Figli di Dio: “Perché allora vi punisce per i vostri peccati?” (V. 18-19).

I Versetti 27-34 ripetono la storia di Caino e Abele, che termina con uno dei più quotati Versetti del Corano: il Versetto 32, che contiene il monito che chi uccide un essere umano:

Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida un uomo, che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità. I Nostri Messaggeri sono venuti a loro con le prove! Eppure molti di loro commisero eccessi sulla terra.

Innanzitutto, questo versetto non contiene un divieto assoluto di uccidere, ci sono eccezioni per coloro che uccidono un assassino o chi sparge corruzione sulla terra (come la miscredenza, ad esempio). In secondo luogo, questo non è un comando generale, ma è rivolto ai Figli di Israele. In terzo luogo, “molti di loro commisero eccessi sulla terra” – quindi tutto ciò che sta realmente dicendo Allah è che ha dato un comando ai Figli di Israele e loro lo hanno trasgredito.

Sa‘id bin Jubayr spiega il Versetto 5:32 in questa maniera:

Chi si permette di versare il sangue di un Musulmano, è simile a chi si permette di uccidere tutta l’umanità. Chi impedisce di versare il sangue di un solo Musulmano, è come chi impedisce lo spargimento di sangue di tutta l’umanità.

Ciò che non viene mai menzionato da tutti quelli che citano questo Versetto come se condannasse la violenza della jihad Islamica, sono molti fatti rilevanti: è inserito in un contesto di ammonimenti per gli Ebrei e non è presentato come un principio universale; contiene questa importante eccezione a meno che non sia un assassino o un malfattore, ed è seguito dal Versetto 33, che specifica la pena per i malfattori:

La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l’ignominia che li toccherà in questa vita; nell’altra vita avranno castigo immenso,

Questo brano sta solo spiegando che cosa bisogna fare ai Giudei che rifiutano Maometto, non sta prescrivendo principi di alta moralità. Ibn Warraq lo riassume così:

I presunti nobili sentimenti sono in realtà un monito agli Ebrei. Il messaggio è : “Comportatevi bene, altrimenti…”. Ben lontani dal condannare la violenza, questi Versetti evidenziano aggressivamente che chiunque si opporrà al Profeta sarà ucciso, crocifisso, mutilato o espulso!.

I Versetti 35-40 ammoniscono ancora a proposito del fuoco dell’inferno e prescrivono l’amputazione di una mano per il furto (v. 38). Maometto disse:

“Ci sia la maledizione di Allah sul ladro che ruba un uovo e la sua mano sia amputata, e su chi ruba una fune e la sua mano sia amputata”. [Sahih Muslim, Book 17, Hadith 4185]

Nei Versetti 41-60, Allah consola Maometto perché Ebrei e Cristiani lo hanno rifiutato, e lui e il suo messaggio sono ancora presentati come il coronamento e il compimento dei precedenti messaggi, portati a loro dai loro profeti. Ma ai Cristiani è raccomandato di “giudicare in base a ciò che Allah ha ivi rivelato” (v. 47), il che suggerisce che Maometto ritenesse che le Scritture Cristiane, a quel tempo, non erano ancora corrotte, mentre oggi è insegnamento Islamico comune che il Vangelo che possediamo non è l’originale, ma è stato alterato da Cristiani malvagi perché riflettesse le loro false dottrine. Pertanto i Musulmani non devono diventare amici di Ebrei e Cristiani (v. 51); Ibn Kathir spiega:

Allah vieta ai Suoi servi credenti di avere amici Ebrei e Cristiani perché loro sono i nemici dell’Islam e della sua gente, possa Allah maledirli.

I Versetti 52-60 continuano su questa linea criticando severamente gli ipocriti e il Popolo del Libro (di cui la maggior parte è “ribelle e disobbediente” – v. 59), ricordando loro che alcuni di “coloro che incorsero nella maledizione di Allah e nella Sua ira” furono “trasformati in scimmie e porci” (v. 60).

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