Bloggando il Corano: Sura 30, “I Bizantini” e Sura 31 “Luqman”
Commento al Corano: Sura 30, “I Bizantini” e Sura 31 “Luqman”
di ROBERT SPENCER 25, (22 Giugno, 2008)
Dopo molti passaggi in cui i miscredenti chiedono a Maometto una prova che lui è un vero profeta, richiesta che viene respinta (6:37; 10:20; 13:7; 13:27), nella Sura 30 fa una vera profezia – benché questa Sura Meccana sia probabilmente precedente alla maggior parte, se non a tutte le ricordate richieste di una prova. La profezia riguarda il destino dell’Impero Bizantino: il titolo della Sura è Ar-Rum (الرُّومُ), che letteralmente significa “I Romani”, ma si riferisce alle forze dell’Impero Romano d’Oriente, comunemente noto oggi come Impero Bizantino. Per questo motivo ho cambiato il titolo classico, “I Romani” col titolo: “I Bizantini”.
Allah dice che i Bizantini sono stati sconfitti (v. 2), ma che vinceranno entro pochi anni (v. 4). I Persiani li sconfissero nel 615 A.D., conquistando Gerusalemme. Secondo il Tafsir al-Jalalayn, gli Arabi pagani usavano queste notizie per irridere i Musulmani: “I miscredenti Meccani si rallegravano per questa [sconfitta dei Bizantini] e dicevano ai Musulmani, ‘Noi vi sconfiggeremo come i Persiani hanno sconfitto i Bizantini'”. Ma Maometto aveva ragione: nel 622 i Bizantini sconfissero i Persiani e in poco tempo li espulsero dall’Asia Minore. Nel 630 ripresero Gerusalemme.
Abdullah Yusuf Ali sottolinea che la parola tradotta come “pochi anni” – bid’ (بِضْعِ) – significa “un periodo da tre a nove anni”, benché non sia chiaro perché Allah non abbia voluto essere più preciso, dato che sa tutto (6:59). Se le vittorie Bizantine abbiano confermato o no la profezia, dipende se uno vuole vedere in queste una conferma o una smentita delle doti profetiche di Maometto. Maududi dichiara: “La predizione fatta nei Versetti iniziali di questa Sura è una delle prove più rilevanti che il Corano è la Parola di Allah e che il Santo Profeta Maometto è il vero Messaggero di Allah”.
Il risultato fu la volontà di Allah (v. 5). Le Sue promesse sono degne di fiducia, benché molti non comprendano (v. 6); non si rendono conto che chi respinse i precedenti messaggeri di Allah fu distrutto (v. 9). Quei malvagi che respingono e mettono in ridicolo i segni di Allah (ayat, che può essere interpretato sia come Versetto del Corano che come segno naturale) subiranno un male estremo (v. 10).
I Versetti 11-16 ripetono ammonimenti a proposito del Giorno del Giudizio: chi associò compagni ad Allah non riceverà aiuto da quei compagni (v. 13); i giusti godranno di ogni delizia mentre chi ha respinto i segni di Allah sarà punito (v. 16). Poi i Versetti 17-29 cantano le lodi di Allah, sottolineando vari spetti del mondo naturale come segni della sua presenza e del suo potere, compresa la creazione delle donne come compagne degli uomini e l’armonia tra di loro (v. 21). Ibn Kathir spiega: “Se Allah avesse reso maschi tutti i discendenti di Adamo e avesse creato le femmine da un’altra specie, magari dai jinn o dagli animali, non ci sarebbe mai stata armonia tra loro e le loro spose. Ci sarebbe stata repulsione se le spose fossero state di una specie diversa. Ma, per la sua perfetta misericordia, Allah creò le loro mogli della loro stessa specie e creò amore e gentilezza tra loro”.
Altri segni sono la creazione del cielo e della terra, le varie lingue e i vari colori (v. 22); il sonno (v. 23); il fulmine e la pioggia (v. 24). Ma i miscredenti seguono solo la loro concupiscenza, piuttosto che ascoltare – e nessuno può guidare coloro che Allah lascia sulla via erronea (v. 29). (Qui ancora c’è un’altra indicazione che fede e miscredenza dipendono da Allah che, dopo tutto, ha creato alcuni uomini solo per torturarli all’inferno – vedi 7:179).
I Versetti 30-45 continuano a rimproverare i miscredenti per la loro mancanza di fede. I giusti non devono dividere la loro religione e separarsi in fazioni (v. 32). Ibn Kathir dice che ciò si riferisce “agli Ebrei, ai Cristiani, ai Zoroastriani, agli idolatri e ai seguaci delle false religioni, oltre che ai seguaci dell’Islam”. Lo stesso Maometto disse:
“Gli Ebrei si divisero in settantuno o settantadue sette; e i Cristiani si divisero in settantuno o settantadue sette; e la mia comunità si dividerà in settantatré sette”.
Ma solo una setta avrà la verità. Ibn Kathir continua: “I seguaci delle religioni prima di noi ebbero differenze di opinione e si divisero in false sette, ogni gruppo convinto di seguire la verità. Anche questa Ummah si è divisa in sette, di cui sbagliano tutte tranne una, che è Ahlus-Sunnah Wal-Jama’ah [la Gente della Via del Profeta e della Comunità], coloro che seguono il Libro di Allah e la Sunna del Messaggero di Allah e ciò che fu seguito dalle prime generazioni, i Compagni, i loro seguaci, e gli Imam dei Musulmani dei primi tempi e dei tempi successivi”.
Gli uomini invocano Allah quando sono nei pasticci (v. 33), ma, per il resto, sono ingrati (v. 34). Allah ha dato tutto all’uomo – quale dei suoi “compagni” può fare queste cose (v. 40)? Gli uomini devono abbracciare la vera religione, prima che sia troppo tardi (v. 43).
I Versetti 46-60 ritornano a parlare dei segni di Allah nella natura – in particolare, i venti (vv. 46, 48), ma i miscredenti continuano ad essere ingrati (v. 51). Il Corano contiene ogni tipo di parabola, ma i miscredenti lo liquidano come “vanità” (v. 58). Allah ha sigillato i loro cuori (v. 59).
Un’altra Sura Meccana, la Sura 31, prende il nome da Luqman il saggio. Abdur-Rahman bin Harmalah raccontò questa storia: “Un negro andò da Sa‘id bin Al-Musayyib per fargli una domanda e Sa‘id bin Al-Musayyib gli disse: ‘Non essere arrabbiato perché sei nero, perché tra le persone migliori ce n’erano tre che erano negri'” compreso “Luqman il Saggio, che era un negro Nubiano con delle grosse labbra”
I Versetti 1-5 lodano il Corano, che è “guida e misericordia” per i giusti (v. 3). Tuttavia, i Versetti 6-11 ritornano a parlare dei miscredenti che si fanno beffe dell’Islam (v. 6) e girano le spalle con arroganza quando si recita il Corano (v. 7).
Luqman, invece, dice a suo figlio di non associare compagni ad Allah “perché una falsa devozione è il peggiore dei misfatti” (v. 13). Il peggiore dei misfatti: come la newsletter “Invito all’Islam” ha spiegato nel 1997: “Omicidio, stupro, pedofilia e genocidio. Questi sono alcuni dei crimini spaventosi che succedono oggi nel nostro mondo. Molti penserebbero che questi sono i peggiori reati che si potrebbero commettere. Ma c’è qualcosa che è ancora più grave di tutti questi crimini messi insieme: è il crimine dello shirk” – cioè, l’associare compagni ad Allah. Un uomo deve essere buono con i suoi genitori (v. 14) a meno che loro non cerchino di spingerlo ad adorare altri dei (v. 15) – come apparentemente alcuni Meccani pagani stavano cercando di fare con i loro figli convertiti all’Islam.
Nei Versetti 20-34, Allah ritorna alla perversità dei miscredenti che non tengono conto dei molti segni della sua realtà. Dice a Maometto di non affliggersi per i miscredenti (v. 23), perché presto saranno sottoposti ad un incessante castigo (v. 24), perché loro sanno che Allah ha creato ogni cosa, ma non si convincono che gli devono ubbidire (v. 25). Le Sue parole non hanno fine (v. 27), e gli uomini non devono essere ingannati da questa vita e indotti ad ignorarle (v. 33).