Bloggando il Corano: Sura 3, “La Famiglia di Imran”, Versetti 33-63
Commento al Corano: Sura 3, “La Famiglia di Imran”, Versetti 33-63
di ROBERT SPENCER (10, Giugno, 2007)
Gesù era il nipote di Mosè? Hey, è scritto nel Corano.
Secondo il primo biografo di Maometto, Ibn Ishaq, i primi ottanta Versetti della Sura 3 furono rivelati dopo che una delegazione di Cristiani venne dalla città Yemenita di Najran. Uno dei capi della delegazione era un Vescovo, Abu Haritha ibn ‘Alqama, che riceveva denaro, servitù e altri favori dai “re Cristiani di Bisanzio”. Abu Haritha, racconta Ibn Ishaq, sapeva che Maometto era un profeta, ma rifiutò di accettarlo per paura di perdere i molti benefici che i Bizantini gli concedevano generosamente.
Ibn Ishaq registra che i delegati:
erano in disaccordo tra di loro su alcuni punti, dicendo [Gesù] è Dio; e Lui è il figlio di Dio; e Lui è la terza persona della Trinità, che è la dottrina del Cristianesimo. [The Life of Muhammad: A Translation of Ishaq’s Sirat Rasul Allah, with introduction and notes by Alfred Guillaume (Oxford University Press, Karachi, tenth impression 1995), p. 271; bold emphasis ours]
Presentarono una serie di argomenti a Maometto per difendere le loro tesi, ma egli non ne accettò alcuna. Quando gli dissero che si erano sottomessi a Dio, egli rispose:
Voi mentite. La vostra affermazione che Dio ha un figlio, la vostra venerazione della croce e il vostro mangiare maiale vi fa recedere dalla sottomissione. [pag. 272]
Allah quindi rivelò gran parte della Sura 3, controbattendo le loro asserzioni e dando al mondo la verità su Gesù e il Cristianesimo.
Egli comincia raccontando la storia della nascita di Maria e gli inizi della sua vita, dicendo, nel Versetto 35 che sua madre era la “moglie di Imran” – cioè Amram, il padre di Mosé e Aronne. Questo Versetto, con il Versetto 19:28, nel quale Maria è chiamata “sorella di Aronne”, ha dato origine all’accusa che Maometto abbia confuso Miriam, la sorella di Mosé con Maria, la Madre di Gesù, dato che in Arabo i due nomi sono identici: Maryam (مَرْيَمُ). Quando interrogato su questa discrepanza, Maometto aveva una risposta pronta:
Gli antichi usavano dare (alle loro persone) nomi che richiamassero quello degli Apostoli o di persone pie che li avevano preceduti. [Sahih Muslim 2135]
Tuttavia, mentre questo può spiegare perché Maria viene chiamata “Sorella di Aronne“, ciò non spiega perché sia chiaramente definita qui come la figlia di Imran. Chiaramente gli autori del Corano pensavano davvero che Gesù fosse il nipote di Mosè, il figlio di sua sorella.
Ad ogni modo, la moglie di Imran dedica il frutto del suo utero al servizio di Allah (v. 35); quando partorisce, dice di Maria: Io invoco la Tua protezione su di lei e sulla sua progenie da Satana il reietto (v. 36). Ogni bambino, dice Maometto, “è pizzicato da Satana” quando nasce – questo è il motivo per cui i bambini piangono dopo la nascita. Maria e Gesù furono preservati da questo tocco di Satana. Benché il neonato fosse una femmina e “la femmina non è come il maschio” (v. 36), la moglie di Imran adempie al suo voto: Maria è dedicata al servizio di Allah. Bulandshahri dice che lei andò a vivere nel Tempio di Gerusalemme, che lui chiama Baitul Muqaddas (Casa Santa) e che, seguendo l’idea Islamica che il messaggio originale di tutti i profeti Ebrei era l’Islam, identifica come una moschea. Qui Maria è nutrita miracolosamente (v. 37).
Questo racconto richiama quello narrato nel Protovangelo di Giacomo [Versione Italiana], un documento Cristiano del secondo secolo: in questo, i genitori di Maria, Anna e Gioacchino, pregarono Dio perché ponesse fine alla loro sterilità, e dedicarono al Signore, in segno di ringraziamento, la figlia che in seguito concepirono. All’età di tre anni Maria andò a vivere nel Tempio, dove fu nutrita da un angelo. Questo è il genere di fatti che fece guadagnare a Maometto l’accusa di ripetere solamente “le favole degli antichi” (6:25, 8:31, 16:24, 23:83, 25:5, 27:68, 46:17, 68:15, 83:13), non rivelazioni divine. Ma i Musulmani ribattono che il Corano, a proposito del Cristianesimo, separa il vero dal falso tra le rivelazioni che furono alterate dai seguaci di Gesù.
I Versetti 38-41 raccontano la nascita di Giovanni il Battista, toccando i punti salienti di Luca 1:5-80: gli angeli annunciano a Zaccaria che avrà un figlio, e lui chiede come ciò potrà accadere dato che è vecchio, e viene reso incapace di parlare. Quindi il Corano comincia a raccontare la storia della nascita di Gesù, iniziando con la riaffermazione della missione profetica di Maometto (v. 44): Ibn Kathir spiega che, anche se Maometto non era presente agli eventi, “Allah gli ha rivelato questi fatti” come se fosse stato un testimone oculare.
L’Annunciazione della nascita di Gesù (vv. 45-46) da parte degli angeli differisce dall’Annunciazione di Gabriele in Luca 1:30-35 in molti particolari chiave: nel Corano Gesù è identificato come la “parola” proveniente da Allah ed è chiamato “Messia”, ma non “Figlio dell’Altissimo”. Gli esegeti Musulmani spiegano che Gesù è parola di Allah non nel senso che sia “divino”, come in Giovanni 1:1, ma perché fu creato senza un padre umano dalla parola di Allah, come Adamo – come spiega il Versetto 59. Nel Versetto 48, ci viene detto che Allah insegnerà a Gesù “le Scritture e la saggezza e la Torah e il Vangelo”: secondo il Corano il Vangelo non è il racconto della vita di Gesù, ma un Libro che gli viene rivelato da Allah. Il Versetto 49 racconta molti miracoli compiuti da Gesù, tutti “col permesso di Allah”. Bulandshahri spiega che questa frase è ripetuta per enfatizzare che Gesù può fare miracoli solo con il permesso di Allah “dato che, dopo aver assistito a questi miracoli, specialmente la resurrezione del morto, è possibile che qualcuno possa ritenere che Sayyidina Isa [Il Maestro Gesù] sia Dio in persona”. Uno di questi miracoli consiste nel far vivere degli uccelli di argilla; questo miracolo compare nel Vangelo dell’infanzia dello Pseudo-Tommaso [Versione Italiana] del secondo secolo.
Quando gli Ebrei rifiutano Gesù, lui raduna i discepoli che dicono: “Sii testimone che noi siamo Musulmani” (اشْهَدْ بِأَنَّا مُسْلِمُونَ) (v. 52). E mentre i nemici di Gesù complottarono contro di lui, anche Allah, “il migliore degli ingannatori“ (v. 54), complottò, rivelando che avrebbe consentito a Gesù “di ascendere presso di me”. Ciò, dice Ibn Ishaq, ha escluso “quello che loro [i Cristiani, N.d.T.] affermano degli Ebrei, riguardo alla sua crocifissione” – su cui torneremo nella Sura 4, che dice che “non l’hanno né ucciso, né crocifisso, ma così parve loro” (v. 157).
“Questa” dice il Versetto 62 “è l’esatta versione: non c’è dio eccetto Allah…” – In altre parole Gesù non è Dio. Allah dice a Maometto nel Versetto 61 di sfidare quelli che credono diversamente: poiché “la conoscenza è venuta a te”, devi dire a chi dissente: “Vieni! Uniamoci insieme, i nostri figli e i vostri figli, le nostre donne e le vostre donne, noi stessi e voi stessi. Poi preghiamo ardentemente e invochiamo la maledizione di Allah su chi mente!”. Secondo Ibn Ishaq, quando la delegazione Cristiana di Najran sentì questo, chiese a Maometto un po’ di tempo per discutere tra loro. Poi uno dei capi disse agli altri: “O Cristiani, voi sapete molto bene che Maometto è un Profeta mandato (da Dio) e ha portato una attestazione definitiva sulla natura del vostro maestro. E sapete anche che nessun popolo ha mai invocato una maledizione su un profeta e poi ha visto i suoi anziani vivere e i suoi giovani crescere. Se voi lo fate, sarete sterminati. Ma se decidete di continuare secondo la vostra religione e mantenere la vostra convinzione a proposito del vostro maestro, allora prendete commiato da quest’uomo e andate a casa”. Così, andarono da Maometto, rinunciarono alla sua sfida e andarono a casa, ostinati, rinnegati, persistenti nella loro ribellione contro Allah.