Bloggando il Corano: Sura 27, “La Formica”
Commento al Corano: Sura 27, La Formica
di ROBERT SPENCER (1, Giugno, 2008)
Secondo Ibn Abbas e Jabir bin Zaid, le Sure 26, 27, e 28 furono rivelate a Maometto alla Mecca in questo ordine, benché gli argomenti di queste Sure non seguano alcun ordine cronologico.
Un breve preambolo (i Versetti 1-6) asseriscono che il Corano “rende le cose chiare” (v. 1). Chi prega regolarmente e fa l’elemosina è sicuro del Paradiso (v. 3). Ma Allah ha fatto in modo che le cattive azioni di chi non crede nell’aldilà gli sembrassero buone (v. 4). Il Tafsir al-Jalalayn spiega:
“In verità chi non crede nell’aldilà, Noi abbiamo abbellito per loro le loro spregevoli azioni, facendo in modo che tali [azioni] sembrassero piacevoli così che le ritenessero oneste e così saranno sconcertati, confusi scoprendo che Noi le riteniamo abiette”. Essi saranno debitamente puniti nella prossima vita (v. 5).
Quindi i Versetti 7-14 ritornano ancora una volta alla storia di Mosè, che abbiamo già visto nelle Sure 2, 7, 10, 17, 20, e 26. Questa volta ci viene proposto il racconto del roveto ardente di Esodo 3:2ss (vv. 7-9), ma non c’è la rivelazione del nome di Dio (Esodo 3:14). Invece il racconto Coranico scorre rapidamente a Esodo 4:2-6, dove, a seguito della richiesta di Dio, Mosè getta a terra il suo bastone e lo vede diventare un serpente (v. 10) e mette la mano entro il suo mantello dopo di che diventa lebbrosa e poi risanata – mentre nel Corano diventa solo bianca, senza alcuna malattia (v. 12). Ma Faraone e la sua corte rifiutano questi segni “in iniquità e arroganza, benché le loro anime ne fossero convinte” (v. 14) – qui, ancora una volta, c’è l’allusione che chi respinge l’Islam lo fa soltanto perché è corrotto, anche se sa che è la verità.
I Versetti 15-44 passano alla storia di Salomone, concentrandosi particolarmente sul suo incontro con la Regina di Saba. Allah diede a Salomone il dono di capire il linguaggio degli uccelli (v. 16). Egli può anche capire il linguaggio delle formiche, sentendo una formica che avverte le altre di fuggire prima di essere schiacciate da Salomone e da quelli con lui, quando tutti i jinn, gli uomini e gli uccelli si presentano di fronte al lui (vv. 17-19). Salomone è irritato quando scopre che l’upupa non è tra gli uccelli (v. 20), e giura di punirla (v. 21). Tuttavia l’upupa arriva in ritardo con notizie della Regina di Saba, che ha un magnifico regno (v. 23) – ma lei e il suo popolo sono ingannati da Satana e adorano il sole (v. 24). Anche l’upupa è una Musulmana devota (v. 26). Salomone allora invia l’upupa con una lettera per la Regina (v. 28), più per accertarsi della sincerità dell’upupa che per ogni altra cosa (v. 27). La lettera comincia con la solita invocazione Islamica Bismillah ar-Rahman ar-Rahim (v. 30) – Nel nome di Allah, il Clemente, il Misericordioso – e chiama la Regina e il suo popolo all’Islam (v. 31). La Regina si consulta con i suoi consiglieri (v. 32) e decide di mandare un regalo a Salomone (v. 35). Ibn Kathir spiega così il significato di questo passo:
“Gli manderò un dono adatto ad uno del suo stato, e aspetterò per vedere quale sarà la sua reazione. Forse lo accetterà e ci lascerà in pace, oppure ci imporrà una tassa che noi gli pagheremo ogni anno, così che non ci combatterà e non muoverà guerra contro di noi”.
Questa idea sembra modellata sulla jizya, la tassa prescritta per i dhimmi (9:29): lei sembra pronta a pagare una tassa come simbolo della sua sottomissione all’autorità di Salomone. Qatadah, uno dei compagni di Maometto, si meravigliò:
“Possa Allah avere misericordia di lei e si compiaccia di lei – quanto fu saggia come Musulmana e (prima di ciò) come idolatra! Ha capito quanto il fare regali abbia un buon effetto sulle persone.”
Ma Salomone rifiutò i doni (vv. 36-37), intento invece a convertire all’Islam la Regina. Ibn Kathir parafrasa così la sua risposta ai doni:
“Cercate forse di adularmi con ricchezze così che io vi lasci in pace col vostro Shirk [l’adorazione di altri dei oltre Allah] e il vostro regno?”.
Non è disposto a lasciarli in pace, come i Musulmani non sono mai stati disposti a lasciare in pace i regni degli infedeli, quando hanno la possibilità di affrontarli. Salomone chiede a uno dei suoi di portargli il trono della Regina (v. 38) e ottiene un volontario (v. 39). Ricevuto il trono, Salomone ordina di modificarlo leggermente, per mettere alla prova le capacità di riconoscimento della Regina (v. 41). Lei lo riconosce (v. 42), il che, secondo Ibn Kathir, dimostra
“il massimo dell’intelligenza e una forte risolutezza”.
Ella dimentica gli altri suoi oggetti di devozione e venera solamente Allah (v. 43). Salomone escogitò un altro test nel Versetto 44, secondo il Tafsir al-Jalalayn, per dare un’occhiata alle gambe della Regina:
Le fu anche detto: “Entra nel palazzo [ingresso]” – questo era un pavimento trasparente di vetro chiaro, sotto cui scorreva dell’acqua dolce che conteneva pesci. Salomone lo aveva fatto quando gli fu detto che le sue gambe e i suoi piedi somigliavano agli stinchi di un mulo. E così, quando lei lo vide, pensò che fosse uno stagno e si preparò ad attraversarlo a gambe nude. Intanto Salomone era seduto sul suo trono nella parte frontale del palazzo [ingresso], e vide che le sue gambe e i suoi piedi erano [in realtà] normali. Le disse: “E’ un ingresso con un pavimento di cristallo” dopo di che la invitò a sottomettersi [a Dio]. Lei rispose: “Mio Signore, in verità ho ingannato me stessa venerando altri invece di Te, e io mi sottometto, con Salomone, a Dio, il Signore dei Mondi”
Salomone, dice il Tafsir al-Jalalayn,
“voleva sposarla ma non gli piacevano i peli delle sue gambe. Così i demoni prepararono un miscuglio [depilatorio] di calce (nūra) e lei li rimosse con questo. Lui la sposò ed ebbe [grande] amore per lei”.
Poi giunge, nei Versetti 45-53 la storia di Salih (già menzionato nelle Sure 7, 11, e 26), profeta del popolo di Thamud, che Allah distrugge per la loro incredulità (vv. 51-52), e anche la storia di Lot (Versetti 54-58 – come nelle Sure 7, 15, e 26), che rimprovera i suoi concittadini per la loro omosessualità (v. 55), ed è salvato con la sua famiglia (ad eccezione di sua moglie), mentre la città è distrutta (vv. 57-58).
I Versetti 59-65 precisano alcuni dei segni del potere di Allah nel mondo della natura. Ma nei Versetti 66-74 i miscredenti si dimostrano ancora una volta perversi, opponendosi alla possibilità della resurrezione dei morti (v. 67), dicendo ancora che queste sono solo “favole degli antichi” (v. 68) e chiedendo quando avverrà la resurrezione (v. 71). Allah dice a Maometto di consigliare ai miscredenti di viaggiare per il mondo e vedere cosa è capitato a chi ha peccato (v. 69) e di non addolorarsi per la loro incredulità (v. 70).
I Versetti 75-93 lodano il Corano, perché spiega ai Figli di Israele le cose su cui loro non concordano (v. 76) ed è una guida per i credenti (v. 77). Allah affronterà i miscredenti nel Giorno del Giudizio (v. 84), e loro non saranno capaci di rispondere (v. 85). Chi compie il bene sarà salvato (v. 89), mentre chi compie il male sarà gettato nel Fuoco (v. 90).