Bloggando il Corano: Sura 25, “Il Criterio”
Commento al Corano: Sura 25, Il Criterio
di ROBERT SPENCER 18, Maggio, 2008)
Il nome di questa tarda Sura Meccana è Al-Furqan (الفرقان), che è variamente tradotto come il Critero, il Canone, lo Standard. La parola compare nel Versetto 1, dove è identificato come il Corano. Il Tafsir al-Jalalayn dice che il Corano è “così chiamato [al-furqan] perché ha discriminato (faraqa) tra verità e menzogna”.
Allah lo ha mandato a Maometto, continua il Tafsir al-Jalalayn, “affinché lui possa essere per tutto il mondo, per l’umanità e per i jinn, ma non per gli angeli, un monito, una minaccia del castigo di Dio”. Perché non per gli angeli? Forse perché gli angeli “non si oppongono ad Allah in ciò che comanda loro” (66:6), e così non hanno bisogno degli ammonimenti di Maometto. Ma lui è stato mandato a tutti sulla terra, come lui stesso spiega in un hadith:
“Ogni Profeta è stato inviato soltanto al suo popolo, ma io sono stato mandato a tutta l’umanità”.
Il Versetto iniziale di questa Sura è una delle manifeste (ma spesso non riconosciute dai commentatori Islamici) eccezioni alla regola che Allah è l’unico oratore nel Corano – a meno che non stia benedicendo sé stesso per aver rivelato il Corano a Maometto. Dopo questo Versetto, arriva, nei Versetti 2-10, ancora un altro brano che rimprovera i miscredenti per aver respinto il messaggio di Maometto. Allah ha potere su ogni cosa e non ha figli (v. 2), eppure i miscredenti si sono presi, insieme a lui, altri dei che non possono creare nulla e non hanno il suo potere sulla vita e sulla morte (v. 3). Da questo sembra che i miscredenti non rifiutino Allah – loro venerano solo altri dei, insieme a lui. Questo potrebbe essere un riferimento alla Trinità Cristiana o agli Arabi pagani che veneravano Allah insieme a molti altri dei, o a entrambi.
I miscredenti accusano Maometto di mentire (v. 4) e dicono che nel suo Corano egli sta solo ripetendo “favole degli Antichi, che lui si è fatto scrivere: e vengono dettate davanti a lui mattina e sera” (v. 5). Queste accuse ferirono Maometto, dato che sono spesso confutate nel Corano. In un’altra parte veniamo a sapere che l’uomo che presumibilmente dettava a Maometto era uno straniero: “Noi infatti sappiamo che dicono: ‘E’ un uomo che gli insegna’. La lingua di di colui che loro erroneamente indicano è straniera, mentre questo è Arabo, puro e chiaro” (16:103). Poi c’è una figura anonima che, secondo un hadith,
“era un Cristiano che abbracciò l’Islam e lesse Surat-al-Baqara [sura 2] e Al-Imran [sura 3], ed era solito scrivere (le rivelazioni) per il Profeta”.
Cioè, era solito trascrivere le recitazioni Coraniche di Maometto. Evidentemente questa esperienza infranse le sue illusioni sulla certezza che fossero ispirate da Dio, perché “successivamente ritornò ancora alla Cristianità ed era solito dire:
‘Maometto non sa niente, tranne quello che io ho scritto per lui'”.
Allah reagì con furia contro l’uomo che mosse queste accuse: la divinità sottolineò che l’uomo era illegittimo (“bastardo”) e gli promise di marchiarlo sul naso (68:10-16). Egli minaccia anche l’ira divina su “coloro che scrivono il Libro con le loro stesse mani e poi dicono: ‘Questo viene da Allah’, per barattarlo per un misero prezzo” (2:79). E parlando della Gente del Libro, Allah dice a Maometto: “Tra di loro c’è una parte che altera il Libro con le loro lingue: (quando leggono) penseresti che è parte del Libro, ma non è parte del Libro; e loro dicono: ‘Questo viene da Allah’, ma non viene da Allah!” (3:78). Questi e altri passaggi suggeriscono che un po’ di gente attorno a Maometto imitava le sue pretese profetiche, spacciando i loro stessi scritti o materiale tradizionale o apocrifo, come rivelazione divina, e vendendoli a lui.
I miscredenti lamentano anche che Maometto è un uomo del tutto normale, e gli chiedono perché invece non fu mandato un angelo (v. 7). Maometto, ironizzano, non possiede neppure un giardino (v. 8), benché Allah gli dica che potrebbe dargli i Giardini del Paradiso (v. 10). Poi i Versetti 11-34 ammoniscono a proposito del tremendo Giorno del Giudizio, quando i miscredenti si lamenteranno: “O se avessi preso la (retta) via col Messaggero!” (v. 27) e si accorgeranno del terribile errore che fecero considerando il Corano come “un’insensata stupidaggine” (v. 30). Intanto, mentre questo spaventoso giorno si dipana, i credenti si riposeranno nel Giardino (v. 24). Nei Versetti 35-42 Allah ricorda brevemente Mosè e Noè, e nota che anche i popoli ai quali loro e altri profeti furono inviati li trattarono con disprezzo e furono completamente distrutti (vv. 36, 39). Ciò non ostante, continuano a farsi beffe della pretesa di Maometto di essere un Profeta, e presto ne pagheranno il fio (vv. 40-41).
I Versetti 43-77 poi riferiscono in dettaglio alcuni poteri di Allah nel governo dell’ordine naturale della terra – ma i miscredenti sono come “bestiame” (v. 44) che non capisce, pur in mezzo a tale evidenza. Allah potrebbe aver mandato un profeta in ogni città (v. 51) – ma ovviamente abbiamo già sentito che ha mandato Maometto per tutti i popoli. Maometto dovrebbe “lottare contro i miscredenti con la massima energia” (v. 52) – in Arabo: (جَاهِدْهُمْ بِهِ جِهَادًا كَبِيرًا) “jihad contro di loro una grande jihad”. Secondo il Tanwîr al-Miqbâs min Tafsîr Ibn ‘Abbâs, questo si dovrebbe compiere “per mezzo del Corano” e “con la spada”.
Allah ha creato l’umanità dall’acqua (v. 54), ma gl’idoli sono impotenti (v. 55). Maometto è stato mandato per dare buone notizie e ammonimenti (v. 56) – “che significa” dice Ibn Kathir, “un portatore di buone notizie per i credenti, un portatore di ammonimenti per i miscredenti; portando buone notizie del Paradiso per coloro che ubbidiscono ad Allah e portando i moniti di punizioni terribili per coloro che si oppongono ai comandi di Allah”. Allah creò ogni cosa in sei giorni (v. 59), benché sembri che ce ne siano voluti otto in 41:9-12. I miscredenti rifiutano di eseguire gli ordini di Maometto – loro non si prostrano davanti a Al-Rahman, il Misericordioso (v. 60). Ibn Kathir spiega che questo deriva dal tempo del Trattato di Hudaibiyya tra Maometto e gli Arabi pagani della Mecca. Quando Maometto ordinò che il Trattato cominciasse con
“Nel nome di Allah, Ar-Rahman (il più Misericordioso), Ar-Rahim (il più Clemente),”
essi risposero:
“Noi non conosciamo Ar-Rahman o Ar-Rahim. Scrivi quello che eri solito scrivere: ‘Bismika Allahumma (nel Tuo Nome, O Allah)”.
Questo, insieme al Versetto 3, è un’altra indicazione che Allah era uno degli dei adorati dai pagani prima dell’avvento dell’Islam. Il Versetto 60 è anche uno dei Versetti di prostrazione: il credente si deve prostrare ogni volta che il Versetto viene recitato.
Coloro che “non invocano, con Allah, nessun’altra divinità, né uccidono, eccetto che per una giusta causa, una vita resa sacra da Allah, né commettono fornicazione” (v. 68) eviteranno il castigo, ma coloro che faranno queste cose riceveranno punizione doppia nel Giorno del Giudizio (v. 69). Allah cambierà in bene il male fatto da chi si pente, crede e fa buone azioni (v. 70). Ma Allah non si sente a disagio per il rifiuto dei miscredenti di accettare l’Islam; tuttavia, siccome l’hanno respinto, la punizione è inevitabile (v. 77).