Bloggando il Corano: Sura 2, “La Vacca”, Versetti 75-140
Bloggando il Corano: Sura 2, “La Vacca”, Versetti 40-74
di ROBERT SPENCER (10, Giugno, 2007)
La prossima parte della Sura 2, i versetti 75-105, continua le critiche del Corano contro gli Ebrei. Quando si ascoltano le dichiarazioni su Israele dei leaders di Hamas o di Mahmoud Ahmadinejad, dobbiamo ricordare che vedono Israele e gli Ebrei attraverso la lente del Corano. Hanno imparato, ammesso che abbiano mai studiato il Corano, che gli Ebrei sono i più perversi e colpevoli – oltre che i più abili e i più accaniti – nemici di Allah, di Maometto e dei Musulmani.
Nel Versetto 75 Allah chiede ai Musulmani come possano sperare che gli Ebrei si potranno convertire all’Islam dato che “un gruppo di loro ha l’abitudine di ascoltare la parola di Allah, e poi, dopo averla compresa, hanno l’abitudine di cambiarla, intenzionalmente?”.
Nel suo Tafsir Anwar al-Bayan, il Mufti Indiano del ventesimo secolo, Muhammad Aashiq Ilahi Bulandshahri, nota che alcuni commentatori:
hanno menzionato che il Versetto si riferisce alla manipolazione della Torah. I sapienti Ebrei erano abituati a farsi corrompere per alterare alcune ingiunzioni da chi voleva che aderissero ai loro desideri.
Approfondendo questo aspetto, in connessione col Versetto 79, Bulandshahri dice che gli Ebrei:
commettono un doppio peccato alterando le Scritture di Allah ed anche accettando compensi sottobanco.
Questa è l’interpretazione tradizionale: il Tafsir al-Jalalayn dice che gli Ebrei:
hanno alterato la descrizione del Profeta nella Torah, così come il Versetto della ‘lapidazione’, e altri dettagli, e li riscrissero in maniera diversa da quella in cui furono rivelati.
Nella loro arroganza, pensano anche di restare all’Inferno solo per pochi giorni (Versetto 80).
Bukhari racconta che dopo che Maometto sottomise gli Ebrei di Khaibar, un’oasi Araba, essi arrostirono una pecora per il Profeta dell’Islam e la avvelenarono. Sospettando il loro stratagemma, li convocò e li interrogò. Nel corso dell’interrogatorio, essi dissero: “Noi rimarremo nel Fuoco (dell’Inferno) per breve tempo e poi voi [Musulmani] ci rimpiazzerete”. Maometto rispose indignato: “Che voi siate maledetti ed umiliati là! Per Allah, noi non vi rimpiazzeremo mai là” e rivelò che sapeva del complotto per avvelenarlo.
I Versetti 81-105 ricordano ancora agli Ebrei i favori di Allah, favori ai quali molti di loro ‘voltarono le spalle’ (v. 83), e li sgridano per la loro ostinazione e disobbedienza. Il Versetto 85 riassume i loro atti di disobbedienza, concludendo con l’affermazione che gli Ebrei credono a “solo una parte” dei loro scritti sacri e “respingono il resto”.
Ibn Kathir dice che loro respingono parti della Torah e anche:
loro non devono essere creduti quando si arriva alla descrizione del Messaggero di Allah, alla sua venuta, all’espulsione dalla sua terra, e alla sua Emigrazione e al resto delle informazioni con cui i Profeti precedenti li informarono su di lui, tutte cose che loro nascosero. Gli Ebrei, che possano soffrire sotto la maledizione di Allah, nascosero tutti questi fatti tra di loro…
I versetti 88 e 89 enfatizzano che sono maledetti perché respingono l’Islam. (Questa è la ragione per cui molti Musulmani rifiutano l’idea che gli Ebrei abbiano alcun diritto sulla terra di Israele, non ostante 5:21 e altri Versetti: un popolo maledetto non riceve doni da Allah). Il Versetto 98 dice che il loro nemico è lo stesso Allah.
I Versetti 94-96 annunciano una sfida: se gli Ebrei affermano che il Paradiso è riservato soltanto a loro, perché non cercano la morte, invece di essere il popolo “più avido di vita”? Questo è il fondamento della provocazione jihadista, come un guerriero di Al-Qaeda affermò in Afghanistan qualche anno fa:
Gli Americani amano la Coca Cola, noi amiamo la morte.
Il vero credente agogna il Paradiso e disprezza questo mondo.
Il Versetto 106 interrompe le condanne degli Ebrei per introdurre la dottrina Islamica dell’abrogazione, nella quale Allah rimpiazza quello che ha rivelato in precedenza con qualcosa di “migliore o simile”.
Il Tafsir al-Jalalayn dice che questo versetto fu rivelato perché
gli apostati cominciarono a prendere in giro l’argomento dell’abrogazione, dicendo che un giorno Maometto obbliga i suoi seguaci a una cosa e il giorno successivo gliela vieta.
Il Tanwîr al-Miqbâs min Tafsîr Ibn ‘Abbâs dice che si riferisce a:
ciò che fu abrogato del Corano e a ciò che non fu abrogato.
Sayyid Qutb afferma che:
parziali correzioni dei precetti in risposta a mutevoli circostanze durante la vita del Profeta Maometto possono essere solo nell’interesse di tutta l’umanità.
Il concetto di naskh, abrogazione, è il fondamento della diffusa convinzione Islamica che i violenti Versetti della Sura 9 hanno la precedenza sui più pacifici Versetti rivelati anteriormente, poiché questi sono arrivati successivamente nella vita di Maometto – una idea su cui dovremo tornare più avanti. (Per una completa discussione sull’idea Islamica dell’abrogazione vedi ‘Ulum al-Qur’an di Ahmad Von Denffer.)
I Versetti 107-121 ammoniscono i Musulmani ad attenersi scrupolosamente ai loro doveri religiosi e a non permettere di essere sviati dagli Ebrei e dai Cristiani, che cercheranno di ingannare i Musulmani (v. 109) anche se combattono tra di loro (v. 113). I Versetti 111 e 120 (così come anche v. 135) deridono i tentativi degli Ebrei e dei Cristiani di fare proseliti tra i Musulmani, e il Versetto 116 consiste nella prima comparsa dello spesso reiterato rifiuto della fede Cristiana in Gesù come Figlio di Dio. L’idea che Allah possa avere un Figlio è considerata un rifiuto del monoteismo: “NO! A Lui appartiene tutto ciò che esiste sia in cielo che in terra: tutto rende lode a Lui”.
I Versetti 122-140 ritornano agli Ebrei, ricordando loro il patto fatto da Allah alla Kaba, presso la Mecca, con Abramo e Ismaele (v. 125). Agli Ebrei viene ricordato che, anche se Abramo pregò che la Mecca diventasse una “Città di Pace”, Allah rispose che “coloro che respingono la Fede” avrebbero presto assaggiato il suo “tormento del Fuoco” (v. 126).
Chi è sorpreso di trovare un patriarca Ebreo, Abramo, connesso a un luogo sacro Islamico, la Kaba, deve ricordare che solo i malvagi “dicono che Abramo, Ismaele, Giacobbe e le Tribù erano Ebre o Cristiani” (v. 140). Infatti, essi erano sottomessi ad Allah – cioè Musulmani (v. 128). E, se non erano credenti in Maometto come un profeta, tuttavia erano hanifs: monoteisti pre-Islamici.
Ciò sottolinea il ricorrente tema Coranico che le genti che oggi conosciamo come Ebrei e Cristiani sono solo dei rinnegati della vera religione, in realtà insegnata da Abramo, Mosé, e pure da Gesù – e che la vera religione era l’Islam.
Come abbiamo visto la maggior parte della Sura 2 è indirizzata agli Ebrei rinnegati che hanno rifiutato Maometto per richiamarli indietro alla vera fede, la fede di Abramo e Mosé come di Maometto. Così l’Islam sfida l’Ebraismo e il Cristianesimo asserendo che la vera ed autentica forma di entrambe le religioni è l’Islam.
Chi oggi parla di Islam in Occidente spesso presenta il riconoscimento di Abramo, Mosé e Gesù come profeti Musulmani, come evidenza di una mentalità aperta ed ecumenica. Nei fatti, invece, è solo una dichiarazione della supremazia dell’Islam e della illegittimità di Giudaismo e Cristianesimo.