Ahad, l’apostata iracheno

Ciao Islamicamentando, il mio nome è Ahad Al Ameen e sono iracheno. Recentemente sono arrivato in Svezia con l’ondata di rifugiarti per stabilirmi eventualmente nel nord della Svezia. Provenendo da una famiglia e una società fortemente restrittive, posso testimoniare l’effetto devastante dell’Islam sulla psiche umana. Posso anche testimoniare le “sofferenze” dei rifugiati.

L’indottrinamento di cui sono stato vittima ha avuto inizio in giovane età. Ci insegnavano che, noi musulmani, eravamo gli “unici”, le persone più gentili, oneste e giuste. Ci dicevano di non stringere le mani ai cristiani e definivano gli ebrei “diavoli” (tutti loro amano Hitler per quello che ha fatto). Il sogno era quello di invadere il mondo e far prevalere l’Islam su tutto.

E’ stato davvero difficile comprendere l’assurdità di questa religione, visto che tutti ti danno contro e non puoi fare nemmeno una domanda, perché rischi di essere picchiato se sei un bambino, oppure ucciso se sei un adulto.

Il mio Paese è stato devastato dal partito islamico detentore sia del potere, che delle armi. Sono stati ammazzati atei, laici, irreligiosi, chiunque si sia opposto o abbia criticato l’Islam o gli imam. Queste persone, se trovate, vanno incontro a morte certa.
Ho assistito a più di 40 uccisioni nella mia vita; uomini, donne, perfino bambini. Tutto nel nome di Allah.
I musulmani sono traditori e manipolatori e gli imam sono dei pedofili. Tutti mentono per farti credere nella loro “grande” religione.

Spero di iniziare una nuova vita qui in Europa. Sono scioccato dal fatto che i cittadini svedesi non possano criticare l’Islam senza essere additati come islamofobi.

I rifugiati fingono e mentono agli svedesi per abusare della loro gentilezza. Fanno cose inimmaginabili; sporcano, rubano, molestano, stuprano. E non si può fare nulla perché “soffrono e scappano dalla guerra”.

Anche io mi trovo in un campo profughi, spaventato da questi nomadi arrivati in Europa. Per non parlare degli assassini, dei ladri, dei militanti e, in generale, delle persone che non apprezzano quello che viene loro offerto qui.


 

13/05/2016 – Seconda e-mail.

Due giorni fa cinque individui, in qualche maniera imparentati tra loro, si sono comportati come i membri di una gang. Praticamente hanno rubato ogni cosa dal campo, a partire dai vestiti, qualsiasi cosa. Alcune persone hanno avuto paura di far uscire le proprie mogli per colpa loro.
Nel campo profughi c’è un uomo di Mosul, Iraq del nord, che è stato rapito dall’ISIS e picchiato (quasi) a morte. Dunque prova un’immensa rabbia e disprezzo per ogni cosa legata all’ISIS. I tizi lo hanno sentito parlare dell’ISIS ed è cominciata l’ondata d’odio. Hanno iniziato ad insultarlo e a molestarlo quando era solo e inerme. Due giorni fa si sono introdotti nella sua stanza e lo hanno pestato, minacciando di ucciderlo se avesse chiamato la polizia o quelli dell’immigrazione. Quando ho sentito l’intera storia, ho chiamato la polizia e ho raccontato tutto, ma i poliziotti non hanno fatto nulla. Gli individui della “gang” si sono resi conto che ero stato io a parlare e hanno minacciato di uccidermi e di bruciare l’intero campo.
L’immigrazione è arrivata il giorno dopo e li ha semplicemente spostati in un altro posto. Questa è la “punizione” che hanno ricevuto per aver picchiato un uomo e minacciato di morte quattro persone.
La cosa interessante è che loro supportano veramente l’ISIS e, ogni volta che sentono le notizie di qualche vittima nell’esercito iracheno, sono felicissimi e iniziano a sperare che l’intero paese verrà conquistato dall’ISIS.
Questo è quello che ottiene l’Europa dai richiedenti asilo: terroristi che aspettano di prendere il potere.