I musulmani ci devono anche il valore del petrolio

La parola “petrolio” non compare in nessuna sura del Corano ed in nessun hadit della Sunna del Profeta.
Il petrolio era conosciuto da tempi remoti. Gli arabi lo consideravano una cosa da evitare perché sporca la sabbia e danneggia gli zoccoli dei cammelli.
Poi attorno al 1880 due signori di nome Nikolaus August Otto e Rudolf Diesel, di nazionalità tedesca e di cultura tanto occidentale che più occidentale non si può, inventarono il motore a combustione interna e dettero al petrolio un improvviso valore che mai aveva avuto prima.
Quindi, quando il “musulmano medio” parla del petrolio come di una cosa oggetto di ingiusta depredazione da parte dell’Occidente si dimentica, per ignoranza o malafede, che il mondo arabo deve il suo attuale principale mezzo di creazione della ricchezza ad un’invenzione occidentale. Più in generale, l’Occidente possiede la più grande concentrazione di conoscenze scientifiche, tecnologiche, culturali e forse anche morali nel mondo da parecchi secoli. Tutte cose delle quali il mondo arabo è solo tributario. Il “musulmano medio” usa Internet per dire le sue bugie, e non lo potrebbe fare senza il progresso impresso al mondo dalla cultura occidentale che esso molto spesso dimostra di odiare.
Aggiungiamo un’ulteriore considerazione. Dal tempo della valorizzazione del petrolio e dell’inizio delle estrazioni in terre arabe il mondo arabo ha beneficiato per oltre un secolo di un immenso e costante flusso di denaro che in altre mani avrebbe prodotto ben altro di ciò che ha prodotto laggiù: nessuno sviluppo economico, nessuna giustizia sociale, nessun centro di scienza e tecnologia, nessun brevetto ma quasi esclusivamente miseria, ignoranza, fanatismo, guerre e sfrenato lusso per pochi privilegiati nei quali si continua a credere solo perché vengono bevute le panzane religiose di cui sono monopolisti e le altre propagande circa la cattiveria di un Occidente che, invece, gli ha dato le sole forme di progresso che conoscono.

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