Bloggando il Corano: Sura 18, “La Caverna”, Versetti 83-110

Commento al Corano: Sura 18, La Caverna, Versetti 60-82
di ROBERT SPENCER (23, Marzo, 2008)

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Come abbiamo visto, i Versetti 83-101 della  sura 18 furono rivelati dopo che un gruppo di Rabbini escogitò un test per valutare la pretesa di Maometto di essere un profeta: “Chiedetegli di un uomo che viaggiò moltissimo e raggiunse l’Oriente e l’Occidente della terra. Qual è la sua storia?” Quest’uomo era Dhul-Qarnayn (v. 83) – “quello con due corna”. Ibn Kathir spiega che aveva “potere sopra l’Oriente e l’Occidente, tutti i paesi e i loro Re erano a lui sottomessi, e tutte le nazioni, Arabe e non Arabe, lo servivano”. Continua spiegando che Dhul-Qarnayn ottenne il suo nome Coranico “perché raggiunse i due ‘corni’ del sole, est e ovest, dove il sole sorge e dove tramonta”.

Ma chi era questo grande conquistatore? Il Tafsir al-Jalalayn dice che  “non era un profeta” e che il suo “nome era Alessandro” – meglio conosciuto come Alessandro il Grande, raffigurato sulle monete con due corna di montone sulla testa. Maududi sottolinea che “i primi commentatori del Corano erano generalmente inclini a credere”1 che Dhul-Qarnayn fosse Alessandro. Muhammad Al-Ghazali dice che Alessandro il Grande è “il primo nella lista delle possibilità2.

Tuttavia sembra che Dhul-Qarnayn fosse stato un devoto Musulmano, poiché disse: “Chiunque compie il male, sarà punito, quindi sarà rimandato al suo Signore; e Lui lo punirà con un castigo mai sentito (prima). Ma chiunque crede e agisce con rettitudine, otterrà una ricompensa immensa e sarà per lui un compito facile ciò che gli ordineremo per Nostro Comando” (vv. 87-88). Ciò ha condotto alcuni odierni commentatori del Corano, di fede Musulmana, a sentirsi in imbarazzo per l’insistenza dei commentatori più antichi nel sostenere che Alessandro il Grande, pagano oltre ogni dubbio, fosse identificato come un Musulmano nel Corano. Alcuni, al contrario, hanno suggerito che Dhul Qarnayn fosse Ciro il Grande di Persia o qualche altro grande Re del passato, ma tali identificazioni conducono a molte delle stesse difficoltà provocate dalla identificazione di Dhu’l-Qarnayn con Alessandro: Muhammad Asad osserva che “è precisamente l’insistenza del Corano sulla sua fede in Dio che rende impossibile identificare Dhu’l-Qarnayn, come fanno molti commentatori, con Alessandro il Grande (che è rappresentato in alcune delle sue monete con due corna sulla testa) o con questo o quello dei monarchi Himyariti pre-Islamici dello Yemen. Tutti questi personaggi storici erano pagani e veneravano una pluralità di divinità, come la cosa più normale del mondo, mentre il nostro Dhu’l-Qarnayn è rappresentato come un convinto credente in un unico Dio”3. Pertanto, è oggi opinione comunemente accettata che l’esatta identificazione non è possibile. Asad conclude che il racconto Coranico “non ha nulla a che fare con la storia o anche con la leggenda, ma che il suo unico intento è un discorso metaforico sulla fede e la morale, con riferimenti specifici al potere temporale”.

Comunque, chiunque fosse, Dhul-Qarnayn viaggiò fino all’estremo Ovest, finché “raggiunse il luogo dove tramonta il sole, e scoprì che tramontava in una sorgente fangosa” (v. 86). L’astronomo Iracheno che l’Autunno scorso sosteneva che il Corano insegnava che la terra è piatta non citò questo versetto, e ciò perché è stato interpretato per secoli in un modo che non avrebbe fatto rivoltare Copernico nella tomba. Ibn Kathir lo spiega in questo modo: Dhul-Qarnayn “seguì una via finché raggiunse il punto più lontano raggiungibile, nella direzione del tramonto del sole, che è l’Occidente della terra”. Lui non vide realmente il sole calarsi, lui stava soltanto guardando dalla spiaggia: “egli vide il sole come se si stesse calando nell’oceano. Ciò è quanto chiunque vada sulla riva del mare, può vedere: sembra che il sole si cali nel mare, mentre in realtà non abbandona mai il percorso a cui è fissato”. Ma allora, da dove la gente prende queste pazze idee, come, per esempio, che effettivamente raggiunse “il luogo del cielo dove il sole tramonta”? Ma dagli Ebrei e dai Cristiani, ovviamente: “La maggior parte di queste fantasie proviene dai miti della Gente del Libro e dalle invenzioni e dalle bugie dei loro eretici”.

Dopo aver viaggiato dall’estremo Occidente all’estremo Oriente (v. 90), Dhul-Qarnayn, durante un altro viaggio, incontra Gog e Magog, che “compiono grandi misfatti sulla terra” (v. 94, cf. 5:33). Secondo Ibn Kathir, essi sono “due gruppi di Turchi, discendenti di Yafith (Giapeto), il padre dei Turchi e uno dei figli di Noé”. Dhul-Qarnayn li rinchiude tra due montagne con un muro (v. 96) – che è un’altra delle ragioni per cui viene identificato con Alessandro il Grande che, secondo una leggenda pre-Islamica, costruì i Cancelli, o il Vallo, di Alessandro nel Caucaso, per proteggere il suo impero dai barbari delle regioni del Nord – che erano connessi con il Gog e il Magog di Ezechiele 38-39. Ma il Vallo crollerà (v. 98) nel Giorno del Giudizio al suono della tromba (v. 99). Un famoso odierno predicatore Saudita, Muhammad Saleh al-Munajjid, spiegò in poche parole l’escatologia Islamica così:

Ya’juj e Ma’juj sono due tribù pagane tra i figli di Adamo. Essi sono soliti commettere ogni sorta di misfatto sulla terra, così Allah diede a Dhul-Qarnayn il potere di costruire una barriera per contenerli. E loro continueranno a scavargli attorno fin quando Allah darà loro il permesso di uscire alla fine del tempo, dopo che `Isa [Gesù] (la pace sia su di lui) avrà ucciso il Dajjal [“l’Ingannatore”]. Essi emergeranno un gran numero e si abbevereranno presso il lago di Tiberiade (in Palestina). Inondernno la terra di misfatti e nessuno sarà in grado di fermarli. `Isa (la pace sia su di lui) e i credenti insieme a lui si rifugeranno sul Monte Tur finché Allah distruggerà Ya’juj e Ma’juj [Gog e Magog] inviando vermi che divoreranno i loro colli. Quindi Allah manderà la pioggia per trascinare i loro cadaveri nel mare e purificare la terra dal loro fetore”.

Quando succederà tutto ciò? Nessuno lo sa, ma pure nel suo tempo Maometto, il profeta dell’Islam, ammoniva: “Sventura sugli Arabi per un pericolo che è vicino. Nel muro di Gog e Magog un’apertura è stata fatta, grande così” e fece un cerchio con pollice e indice. Maometto ammonì anche che solo una persona ogni mille si sarebbe salvata: “mille saranno quelli di Gog e Magog, e uno (di quelli che si salveranno, sarà) di voi [Musulmani]”.

I Versetti 102-110 concludono questa selvaggia e meravigliosa sura ritornando a numerosi temi familiari: i miscredenti hanno più fiducia nelle creature che in Allah e l’inferno li aspetta (v. 102); anche le cose buone fatte da chi nega l’Islam, non avranno alcun valore (vv. 104-106); i credenti si godranno i giardini del Paradiso (v. 107); Maometto è solo un uomo, ma quello che lui trasmette sono le parole di Allah, che non ha compagni (v. 110).

  1. Sayyid Abul Ala Mawdudi, Towards Understanding the Qur’an (Tafhim al-Qur’an), trans. Zafar Ishaq Ansari (Markfield, Leicestershire: The Islamic Foundation, 1995), 127.
  2. Muhammad al-Ghazali, Journey Through the Qur’an: The Content and Context of the Suras (London: Dar Al-Taqwa, Ltd., 1998), 207.
  3. Muhammad Asad, The Message of the Qur’an (Watsonville, CA: The Book Foundation, 2003), 503.

 

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