Bloggando il Corano: Sura 17, “Il Viaggio Notturno”, Versetti 2-111
Commento al Corano: Sura 17, Il Viaggio Notturno, Versetti 2-111
di ROBERT SPENCER (2, Marzo, 2008)
Maometto era particolarmente orgoglioso della sura 17, che va sotto il titolo di “Il Viaggio Notturno“, oppure “La Tribù d’Israele“. Delle sure 17, 18, e 19 egli disse: “Sono tra le prime e le più belle sure, e sono il mio tesoro”. E secondo la sua moglie favorita, Aisha, egli “era solito recitare Bani Isra’il [sura 17] e Az-Zumar [sura 39] ogni notte”.
Dopo la criptica allusione al Viaggio Notturno nel Versetto 1, la sura continua (Versetti 2-8) con un ammonimento agli Ebrei. Allah li aveva ammoniti in precedenza che per due volte “avrebbero commesso misfatti sulla terra e si sarebbero esaltati con arroganza potente” (v. 4). Ibn Kathir spiega:
“Allah ci dice che fece una dichiarazione ai Figli di Israele nelle Scritture, significando che Lui li aveva già avvisati nel Libro che aveva rivelato loro, che avrebbero compiuto misfatti sulla terra per due volte, e che sarebbero diventati tiranni ed estremamente arroganti, significando che sarebbero diventati spudorati oppressori di popoli”.
Il crimine di “misfatto sulla terra”, fasaad fi al-ardh, secondo 5:33 è punibile con la crocifissione o con l’amputazione di mani e piedi da lati opposti.
Chi erano i servi di Allah “dotati di terribili doti militari” che entrarono nelle case degli Ebrei? Ibn Kathir non si fida dei racconti delle fonti Ebraiche, apparentemente includendo le Scritture Ebraiche:
“alcune sono completamente inventate, altre sono compilate dai loro scrittori eretici, e altre potrebbero anche essere vere, ma noi non ne abbiamo bisogno, sia lode ad Allah. Ciò che Allah ci ha rivelato nel Suo Libro (il Corano) è sufficiente e non abbiamo bisogno di ciò che c’è negli altri libri che furono rivelati prima. Nè Allah nè il Suo Messaggero ci richiedono di riferirci ad essi”.
Per la disobbedienza degli Ebrei ad Allah
“la loro umiliazione e la loro sottomissione fu una punizione appropriata”.
Quindi i Versetti 9-21 ripetono gli ammonimenti a proposito dell’imminente giudizio. Nessuno può portare il peso di un altro (v. 15) – benché 29:13 dica che i miscredenti “porteranno il loro fardello insieme a quello dei loro [compari]”. Allah manda sempre messaggeri ai popoli disobbedienti prima di distruggerli (v. 16), e ammonisce i Musulmani che coloro che bramano i beni transitori di questa vita li otterranno, ma saranno poi puniti all’inferno (v. 18).
I Versetti 22-39 proclamano un codice morale, la “saggezza con cui il tuo Signore ti ha ispirato” – cioè, Maometto (v. 39). I Musulmani devono:
Adorare soltanto Allah (v. 22); Essere gentili con i genitori (v. 23); Sostenere i parenti, i bisognosi, i viaggiatori, ma senza essere prodigo (v. 26); Non uccidere i figli per paura della povertà (v. 31); Non commettere adulterio (v. 32); Non “togliere la vita – che Allah ha creato sacra – tranne che per giusta causa” e provvedere alla giusta riparazione per una morte ingiusta (v. 33 – vedi anche la discussione a proposito di 2:178); Non appropriarsi dei beni degli orfani (v. 34); “Riempire completamente la misura quando misurate, e pesare con una bilancia esatta” (v. 35); “Non seguire ciò che non conosci” (v. 36); Non “camminare sulla terra con alterigia” (v. 37).
I Versetti 40-71 ancora una volta criticano i miscredenti per la loro perversità. I miscredenti “pronunciano il più terribile detto” pretendendo che Allah abbia delle figlie, mentre loro hanno figli (v. 40). Il Corano rivela la verità, ma questo provoca in loro solo una maggiore resistenza (v. 41). Tutta la creazione rivela la gloria di Allah (v. 44). Allah impedisce ai miscredenti di capire il Corano (v. 46), e loro accusano Maometto di essere “stregato” (v. 47). Negano che Allah possa resuscitare i morti (vv. 49-52, cf. 98-99), eppure i loro idoli non hanno potere (vv. 56, 67). Tutte le popolazioni saranno completamente distrutte o almeno punite (v. 58), ma Allah non manda un miracolo per confermare il messaggio di Maometto perché altri hanno già respinto i miracoli in passato (v. 59). Il rifiuto di Satana di inchinarsi ad Adamo è nuovamente raccontato in vv. 61-65 – vedi la discussione di 7:11-25. I miscredenti dovrebbero essere consci che Allah potrebbe scatenare un disastro naturale sopra di loro (vv. 68-69).
I miscredenti tentarono addirittura di tentare Maometto allontanandolo dalla verità (Versetti 72-77). Ci sono varie descrizioni su quale forma prese questa tentazione. Il Ruhul Ma’ani dice che i pagani Quraish chiesero a Maometto di sostituire i versetti che annunciavano le punizioni di Allah con i versetti relativi alla sua misericordia e viceversa – il che avrebbe reso i versetti della misericordia molto più abbondanti. Ma Allah impedì che Maometto fosse ingannato così.
I Versetti 78-100 ripetono molti dei soliti temi, ritornando molto spesso alle meraviglie dello stesso Corano. Il Corano è “medicamento e misericordia per i credenti” mentre “agli ingiusti non provoca che perdita dopo perdita” (v. 82). “Tutta l’umanità e i Jinn” lavorando insieme non potrebbero produrre nulla come il Corano (v. 88). E nonostante tutto gli uomini sono ingrati (v. 89) e richiedono un miracolo, che non otterranno (vv. 90-96). E nessuno può guidare colui che Allah allontana dalla retta via (v. 97).
I Versetti 101-111 iniziano ritornando alla storia di Mosé con Faraone, raccontando che Allah diede a Mosé “nove chiari segni” ma Faraone rimase sordo e respinse le richieste di Mosé con un linguaggio che ricorda il rifiuto di Maometto da parte dei Quraish nel versetto 47 (v. 101). Allah concede ai Figli di Israele la terra (v. 104) – cioè, la Giordania e la Palestina, secondo il Tanwîr al-Miqbâs min Tafsîr Ibn ‘Abbâs. Ci sono molti eminenti Musulmani “moderati” che si sono molto approfittati di questo versetto, raccontando a gruppi di Ebrei che il Corano garantisce agli Ebrei la terra di Israele, senza preoccuparsi però di dirgli anche che il Corano dice pure che gli Ebrei sono maledetti per avere respinto Maometto (2:89) e che i Musulmani sono i veri figli di Abramo (3:67-68) e così i veri eredi di questa promessa.
La sura si conclude con ulteriori elogi del Corano, che ha portato la verità, così che il devoto lo accoglie con riconoscente umiltà (vv. 105-109). Poi arriva l’istruzione di Allah a Maometto di dire: “Invoca Allah, o invoca Rahman [il Compassionevole]: con qualunque nome Lo invochi, a Lui appartengono i Nomi Più Belli” (v. 110). Apparentemente, i Meccani pensavano che Al-Rahman, il termine mediano della invocazione islamica Bismillah Al-Rahman Al-Rahim, “Nel nome di Allah, il compassionevole, il misericordioso”, fosse una divinità distinta da Allah, e Maometto deve spiegare loro che non sono altro che due differenti nomi per lo stesso essere. Secondo Ibn Kathir,
“uno degli idolatri sentì il Profeta dire, mentre si stava prostrando: ‘O Pieno di Grazia, o Molto Misericordioso’. L’idolatra disse, lui ci fa credere che prega un unico Dio, invece ne prega due! Allora Allah rivelò questo Ayah [versetto o segno]”.
Molti storici hanno notato che Al-Rahman era il nome di una divinità pagana nell’Arabia pre-Islamica, ed era anche usato frequentemente da Ebrei e Cristiani – suggerendo che Maometto stava cercando di unificare varie concezioni della divinità, in modo da unire i popoli dell’Arabia sotto l’Islam. C’è anche un accenno di ciò nel Corano, quando i miscredenti esclamano:
“Ha forse messo (tutti) gli dei in un solo Allah? Certamente questa è una cosa meravigliosa!” (38:5).