Gli imam sono davvero gli unici depositari della verità? Qual è la loro funzione?

Sarà capitato a molti di coloro che criticano l’Islam di sentire i musulmani rivolgersi a loro sostenendo che non si possano capire e giudicare il Corano o gli Hadith senza la preziosa consultazione di un imam, mullah, ulema, sheikh e quant’altro.
Eppure il registro tenuto dai musulmani cambia radicalmente quando l’interlocutore è più malleabile se non addirittura incuriosito dall’islam.
In quel caso invece viene affermato che l’Islam abbia un messaggio universale rivolto e soprattutto ACCESSIBILE a tutti. Non a caso, in questa circostanza viene ribadito che l’Islam non ha un clero proprio perché il Corano è in grado di dare tutte le risposte che uno cerca.
 
Al di là della convenienza lampante di questo doppio registro, riconosciamo come ci sia in effetti un’importanza significativa della figura dell’imam, ma per un motivo ben preciso.
Il ruolo di un imam o di un cosiddetto “sapiente” non risiede tanto nel poter “decifrare” o addirittura distorcere in senso “pacifista” i contenuti di Corano e Sunna. Nessun musulmano avrà mai l’autorità di DISTRORCERE a proprio piacimento il messaggio di Allah o gli insegnamenti del profeta dell’Islam. È un’idea che spaventa ogni musulmano, anche se dovesse essere appena accennata.
Il ruolo cardine di ogni leader consiste esclusivamente nel rafforzare lo status di sottomissione nei musulmani alle prescrizioni di Allah e agli ordini del suo profeta.
Non a caso, la preghiera fatta in congregazione, ossia in moschea, svolge un ruolo fondamentale per quanto riguarda il controllo mentale e il lavaggio del cervello svolti costantemente anche grazie a questa ritualità ossessiva e martellante.
Il profeta dell’Islam ne era ben consapevole (vedi Hadith in fondo). 
Nei paesi occidentali vi è inoltre la funzione che i vari imam svolgono pubblicamente, ovvero quella di consegnare alla gente un’immagine accomodante e “pacifica” dell’Islam in modo da tranquillizzarla e poterla tenere a bada.
Narrò Abu Huraira: il profeta disse, “Nessuna Salat (preghiera obbligatoria da svolgere in congregazione) è più dura per gli ipocriti come lo sono la preghiera di Fajr (alba) e di Isha (notte).
Se sapessero la ricompensa per queste preghiere, fatte nei rispettivi tempi, di certo si presenterebbero in moschea persino se fossero costretti a strisciare”.
Il profeta aggiunse “Certamente intendevo o programmavo o stavo per ordinare al Muezzin (colui che chiama alla preghiera) di pronunciare l’Iqama (la seconda chiamata che avviene subito prima dell’inizio della preghiera) e ordinare a un uomo di guidare la Salat e poi bruciare tutti gli uomini (e le loro case) che non si sono recati alla preghiera”. Sahih Al Bukhari vol.1, libro 10, n. 657