Le radici dell’antisemitismo islamico
Nel corso degli ultimi vent’anni alcuni studiosi occidentali hanno cercato di avvalorare la tesi secondo cui l’antisemitismo islamico (odio verso gli Ebrei) è soltanto un fenomeno recente appreso dai nazisti durante e dopo il 1940, e che gli Ebrei hanno vissuto in modo sicuro sotto il dominio musulmano per secoli, soprattutto durante l’età d’oro della Spagna musulmana. Entrambe le affermazioni non sono supportate da prove. Purtroppo per tutti noi, l’islam non è quella religione a misura di valori occidentali che l’immaginazione delle persone ingenue produce, ma è ben altro. L’islam è: 1) quello dei testi, come si trova nel Corano e nelle hadith (i detti e fatti del Profeta e dei suoi Compagni) e nella Sira (biografia di Maometto); 2) la dottrina tradizionale elaborata attraverso questi testi dai commentatori coranici e giureconsulti.
La civiltà islamica non si è certo plasmata attraverso l’islam immaginario ma attraverso quello reale, che l’ha indotta ad un diffuso sentimento antiebraico. Nell’islam tutti gli infedeli sono considerati negativamente, ma gli Ebrei meritano un posto speciale nella classifica del disprezzo, essendo considerati i più grandi nemici di sempre. Alla base di questo sentimento di odio antisemita c’è una lunga e complicata tradizione che affonda le sue radici al tempo di Maometto. Nel mondo musulmano è infatti diffusa l’idea che la sconfitta e la distruzione degli Ebrei avvenuta per mano di Maometto (e di Allah) durante le sue conquiste nella penisola Araba, che permise l’ascesa dell’islam, sia una tappa fondamentale da ripetere per ricreare le condizioni di una nuova “epoca d’oro dell’islam”.
Con questo articolo andremo ad analizzare come la ricca tradizione antisemita del mondo musulmano affondi le sue radici nel Corano e nella storia di Maometto, il quale non riuscì ad accettare il rifiuto degli Ebrei di riconoscerlo come profeta di Dio.
La versione del Corano tradotta in Italiano che utilizzeremo è quella dell’UCOII a cura di Hamza Piccardo.
Il contesto
Nel 622 d.C. il Profeta dell’islam si traferisce a Medina, città dove vivevano tre tribù ebraiche, i Banu Qaynuqa, i Banu Nadir e i Banu Qurayza, con le quali venne stabilito un patto (Sahifa), che doveva servire a garantire una pacifica convivenza tra la neo-comunità di musulmani e gli altri cittadini. Nello stesso periodo, insieme ai suoi seguaci, Maometto sferra diversi attacchi contro i cittadini della Mecca e le loro carovane. Una volta presa larga coscienza della propria potenza militare, Maometto accusa gli Ebrei di Madina di aver violato il patto, perciò rivolge su di loro la sua furia.
L’apice della brutalità di Maometto contro gli Ebrei di Medina si ebbe durante il suo attacco alla tribù dei Banu Qurayza, la quale, pur non avendo partecipato ad alcun conflitto, venne accusata di aver complottato contro di lui. Gli Ebrei si arresero subito senza combattere e pregarono il Profeta di essere equo con loro. Ciònonostante Maometto ordinò di vendere le donne e i bambini e di sgozzare uno ad uno i prigionieri. Durante questo episodio Maometto dette il via a quella che è una delle più comuni offese dei musulmani nei confronti degli Ebrei:
I Giudei chiusero le porte delle loro fortezze. «Scimmie e maiali» li aggredì il Profeta «avete forse osservato la volontà di Dio?» «Non ci hai mai insultato così, Maometto. Perché lo fai?» «Non sono io, ma è Dio che vi insulta», ribatté il Profeta. E li assediò per venticinque giorni. (Vita di Maometto – Muhammad Ibn Garir al-Tabari, Capitolo XLVII, pag. 157 )
Alle radici dell’antisemitismo islamico
Nella prima parte della sua predicazione avvenuta alla Mecca, Maometto si occupò principalmente di morale e non invitò al monoteismo. In una fase successiva subentrò il monoteismo, concetto che nella penisola Araba era già conosciuto grazie alla numerosa presenza delle comunità ebraiche e cristiane.
Paradossalmente è proprio su questo concetto che Maometto inasprisce i suoi giudizi verso Ebrei e Cristiani. La Sira narra dell’incontro avvenuto tra Maometto e Abu Amir, monaco cristiano-monofisita della tribù degli Aws, quando il Profeta giunse a Medina. Entrambi dicevano di credere nella hanlfiyya (unicità di Dio) ma Maometto affermò di averla riportata alla sua purezza. Abu Amir lo accusò di avervi introdotto «ciò che non vi si trovava»:
Così, quando Maometto emigrò a Medina (Egira), dopo aver riposto molte speranze negli Ebrei (e nei Cristiani), capì subito che non gli sarebbe stato semplice convincere gli abitanti di questa città.
Inizialmente i toni di Maometto erano in gran parte ruffiani, e nella speranza di convincerli che lui era un vero profeta proprio come quelli della Bibbia, adottò alcune loro pratiche come il digiuno, i riti di purificazione, le restrizioni dietetiche etc…:
Facemmo scendere la Torâh, fonte di guida e di luce. (5:44)
E poi demmo la Scrittura a Mosè, corollario [della Nostra Grazia], spiegazione chiara di tutte le cose, guida e misericordia, affinché credessero nell’incontro con il loro Signore. (6:154)
Già abbiamo dato ai Figli di Israele la Scrittura, la saggezza e la profezia. Concedemmo loro cibi eccellenti e li preferimmo agli altri popoli. (45:16)
Con conoscenza di causa ne facemmo degli eletti tra le creature.
Demmo loro segni che contenevano una prova palese. (44:32-33)
Il profeta arrivò a Medina e vide gli Ebrei che digiunavano nel giorno di Ashura. Egli chiese loro a riguardo. Gli risposero “Questo è un giorno propizio, il giorno in cui Dio salvò i nani Israele dal nemico. Così, Mosè digiunò in questo giorno qui”. Il profeta disse, “Noi abbiamo più motivi di rivendicare Mosè di quanti ne abbiate voi”. Così il profeta digiunò quel giorno e ordinò ai Musulmani di digiunare quello stesso giorno. – (Sahih al-Bukhari, Vol. 3, Libro 31, Numero 222)
Gli Ebrei avrebbero dovuto pertanto beneficiare di “privilegi” in quanto facenti parte della “Gente del Libro” (22:17):
E certamente, nel Giorno della Resurrezione, Allah giudicherà tra coloro che hanno creduto, i giudei, i sabei, i Cristiani, i magi e coloro che attribuiscono associati ad Allah. In verità, Allah è testimone di ogni cosa.
Ma Maometto glieli tolse ed abbandonò alcuni dei loro costumi dopo aver constatato che si rifiutavano di accettare le sue pretese profetiche.
Purtroppo per Maometto, gli abitanti di Medina e delle zone limitrofe, dominate per lo più dalle tribù ebraiche, oltre a credere già in un Dio unico, erano anche ben inquadrati dal punto di vista dottrinale, per cui capirono subito che egli non aveva alcun contatto con un dio e che gli elementi delle antiche Scritture introdotti nel suo Corano erano presi a prestito e inseriti “a morsi e bocconi” a causa di una conoscenza dozzinale. Per cui, nonostante Maometto inserisse aspetti pratici dell’ebraismo per rendere compatibili le sue “rivelazioni” con il credo già esistente, gli Ebrei, oltre a rifiutare di riconoscerlo come il profeta di Dio, lo accusarono di essersi fatto aiutare da altre persone:
“I miscredenti dicono: “Tutto questo non è altro che menzogna che costui ha inventato con l’aiuto di un altro popolo”. Hanno commesso ingiustizia e falsità. E dicono: “Favole degli antichi che si è fatto scrivere! Che gli dettano al mattino e alla sera”.” (25:4-5)
Alcuni passi del Corano ribattono a questa accusa, pur ammettendo la presenza di un informatore straniero:
Sappiamo bene che essi dicono: “C’è un qualche uomo che lo istruisce”, ma colui a cui pensano parla una lingua straniera, mentre questa è lingua araba pura. (16:103)
Maometto non la prese bene, quindi i suoi toni nei confronti degli Ebrei cambiarono radicalmente: “Allah” iniziò a sfornare minacce, maledizioni e ordini di azioni violente. Il rifiuto da parte degli Ebrei diventò una vera ossessione per Maometto.
O voi che avete ricevuto la Scrittura, credete in quello che abbiamo fatto scendere a conferma di ciò che già avevate, prima che cancelliamo i volti e li rivoltiamo completamente e li malediciamo come abbiamo maledetto i violatori del Sabato*. La decisione di Allah è sempre eseguita. (4:47)
A partire da quel momento nel Corano abbondano i rimproveri verso gli Ebrei, in primo luogo per essere in malafede:
O gente della Scrittura, perché avvolgete di falso il vero e lo nascondete, mentre ben lo conoscete? (3:71)
Chiamano menzogna la verità che giunge loro. Presto ne sapranno di più, su ciò di cui si burlavano. (6:5)
Se anche avessimo fatto scendere su di te una Scrittura su papiro, che avessero potuto toccare con le loro mani, quelli che negano avrebbero certamente detto: “Non è che evidente magia!”. (6:7)
In secondo luogo per aver “falsificato” la Scrittura (accusa rivolta anche ai Cristiani):
Quelli di loro che erano ingiusti, sostituirono un’altra parola a quella che era stata detta. Allora inviammo contro di loro un castigo dal cielo, per il torto che avevano commesso. (7:162)
O gente della Scrittura, ora è giunto a voi il Nostro Messaggero, per spiegarvi molte cose della Scrittura che voi nascondevate e per abrogarne molte altre! Una Luce e un Libro chiaro vi son giunti da Allah. (5:15)
E’ in questo contesto che nel Corano fa la sua comparsa l’epiteto “ipocriti” (munafiqun).
Parecchie accuse e offese sono ispirate al contenuto degli stessi testi sacri degli Ebrei:
Avrete saputo di quelli dei vostri che trasgredirono il Sabato ai quali dicemmo: “Siate scimmie reiette”. (2:65) [Si veda Genesi 1:26-27]
[li abbiamo maledetti] per via della loro miscredenza e perché dissero contro Maria calunnia immensa, (4:156)
E vedrai che sono gli uomini più attaccati alla vita, persino più degli associatori. Qualcuno di loro vorrebbe vivere mille anni. Ma tutto questo non lo salverebbe dal castigo, vivesse anche quanto desidera. Allah osserva quello che fanno. (2:96)
Questa accusa contribuirà allo stereotipo dell’ebreo avido. Da notare che l’accusa riflette di più chi la muove piuttosto che chi la subisce, poiché è Maometto che passò la sua vita a muovere raid per accumulare bottino in una “porzione speciale”, e non gli Ebrei di Medina noti per essere degli onesti agricoltori che si guadagnavano da vivere con il duro lavoro (che la neo comunità musulmana tassò per arricchirsi senza lavorare).
Si veda anche Corano 5:12-13.
La rottura definitiva con l’ebraismo si manifestò nell’anno 2 dell’egira (624) con il cambio della direzione verso cui volgere la preghiera (Qiblah): la direzione verso Gerusalemme venne sostituita dalla direzione verso la Ka’ba alla Mecca:
Ti abbiamo visto volgere il viso, al cielo. Ebbene, ti daremo un orientamento che ti piacerà. Volgiti dunque verso la Sacra Moschea. Ovunque siate, rivolgete il volto nella sua direzione. Certo, coloro a cui è stato dato il Libro, sanno che questa è la verità che viene dal loro Signore. Allah non è incurante di quello che fate. (2:144)
La tradizione islamica motiva questa decisione “di Allah” con il fatto che anche per Abramo e Ismaele quella direzione era la Qiblah. In verità:
La ragione di quella rivelazione fu che gli Ebrei e i Cristiani dicevano al Profeta: «Maometto, se la tua religione è diversa dalla nostra, come mai quando preghi ti giri dalla stessa nostra parte?» (Vita di Maometto – Muhammad Ibn Garir al-Tabari, Capitolo XXVIII, pag. 95)
E infatti in Corano 2:139 si legge:
Di’: “Volete polemizzare con noi a proposito di Allah, Che è il nostro e vostro Signore? A noi le nostre opere e a voi le vostre! Noi ci diamo solo a Lui. (2:139)
Nello stesso periodo, successivamente alla battaglia di Badr, la prima grande vittoria militare di Maometto, viene esaltata una specificità dottrinale: la religione di Maometto è diversa da quella insegnata nella Torah e nel Vangelo.
Sul piano spirituale, i rapporti tra Musulmani ed Ebrei saranno segnati dall’ambiguità dello stesso testo coranico nel quale generalmente gli Ebrei (yahud) sono criticati e sono invece lodati i figli di Israele (Banu Isrà’il). L’atteggiamento costante sarà soprattutto quello della diffidenza, conformemente a un passo che, mentre si interroga sulla possibilità di considerare gli Ebrei come “credenti” allo stesso titolo dei Musulmani, procede secondo un’alternanza in cui il narratore si esaspera da sé per far percepire una sorta di conflitto, all’interno del discorso divino, tra il desiderio di chiamare gli Ebrei alla vera fede e il sentimento della loro irrimediabile ostilità (2:75-141).
Accuse di vario genere si intrecciano in tutto il Libro sacro dell’islam. Diversi sono i versetti medinesi dove gli Ebrei vengono accusati di aver nascosto le loro Scritture al Profeta:
Non prestano ad Allah la considerazione che Gli spetta quando dicono: “Allah non ha fatto scendere nulla su di un uomo!”. Chiedi: “Chi ha fatto scendere la Scrittura su Mosè, come luce e guida per le genti? [Scrittura] che avete trascritta in volumi [diversi] divulgandone una parte e nascondendone una parte assai notevole e tramite la quale siete stati istruiti su cose che né voi, né i vostri antenati, conoscevate?”. Di’: “Allah” e lascia che si divertano a discutere. (6:91)
Si veda anche 2:77, 2:140, 2:174 etc…
Oppure vengono maledetti per quello dicono e perché sono corruttori:
“per via della loro miscredenza e perché dissero contro Maria calunnia immensa” (4:156)
I giudei dicono: “La mano di Allah si è incatenata!”. Siano incatenate le mani loro e siano maledetti per quel che hanno detto. Le Sue mani sono invece ben aperte: Egli dà a chi vuole. Quello che è stato fatto scendere su di te da parte del tuo Signore, certamente accrescerà, in molti di loro, la ribellione e la miscredenza. Abbiamo destato tra loro odio e inimicizia fino al giorno della Resurrezione. Ogni volta che accendono un fuoco di guerra, Allah lo spegne. Gareggiano nel seminare disordine sulla terra, ma Allah non ama i corruttori. (5:64)
Accusati di essere peccatori e di corrompere le persone, Allah gli ha imposto proibizioni che non ha imposto agli altri:
“È per l’iniquità dei giudei, che abbiamo reso loro illecite cose eccellenti che erano lecite, perché fanno molto per allontanare le genti dalla via di Allah;” (4:160)
Nella lunga lista di accuse abbiamo quella di essere calunniatori:
O Messaggero, non ti affliggere per quelli che ricadono nella miscredenza, dopo che le loro bocche hanno detto: “Noi crediamo”, mentre i loro cuori non credevano affatto, e neppure a causa dei giudei, che ascoltano solo per calunniare, che ascoltano per altri che non sono mai venuti da te; stravolgono il senso delle parole e dicono: “Se vi è dato questo, accettatelo; altrimenti siate diffidenti!”*. Se Allah vuole che un uomo cada nella tentazione, tu non puoi fare niente contro Allah [per proteggerlo]. (5:41)
Se non fosse stato per l’intervento di Allah (4:158) avrebbero ucciso Gesù pur sapendo che era un Messaggero:
e dissero: “Abbiamo ucciso il Messia Gesù figlio di Maria, il Messaggero di Allah!”. Invece non l’hanno né ucciso, né crocifisso, ma così parve loro. Coloro che sono in discordia a questo proposito, restano nel dubbio: non hanno altra scienza e non seguono altro che la congettura. Per certo non lo hanno ucciso (4:157)
Gli Ebrei vengono umiliati e ridotti in miseria:
E quando diceste: “O Mosè, non possiamo più tollerare un unico alimento. Prega per noi il tuo Signore che, dalla terra, faccia crescere per noi legumi, cetrioli, aglio, lenticchie e cipolle!”. Egli disse: “Volete scambiare il meglio con il peggio? Tornate in Egitto, colà troverete certamente quello che chiedete!”. E furono colpiti dall’abiezione e dalla miseria e subirono la collera di Allah, perché dissimulavano i segni di Allah e uccidevano i profeti ingiustamente. Questo perché disobbedivano e trasgredivano. (2:61)
Ancora una volta le colpe imputate agli Ebrei vengono basate sui loro stessi testi sacri senza un vero senso logico: la storia sopra riportata descritta in Corano 2:61 riguarda Mosè e l’esodo dall’Egitto e il brontolio della gente per il cibo descritta nella Bibbia. Ciò sarebbe successo duemila anni prima del tempo di Maometto. Perché questa storia è stata tirata fuori e usata per accusare gli ebrei al tempo di Maometto? Questo è irrazionale. Gli ebrei a Medina non crendevano a Maometto semplicemente perché lo ritenevano un falso profeta.
Maometto proibì di allearsi con loro (e con i Cristiani) e chiunque lo faccia è considerato un ingiusto:
O voi che credete, non sceglietevi per alleati i giudei e i nazareni, essi sono alleati gli uni degli altri. E chi li sceglie come alleati è uno di loro. In verità Allah non guida un popolo di ingiusti. (5:51)
Gli Ebrei sono i peggiori nemici dei Musulmani:
Troverai che i più acerrimi nemici dei credenti sono i giudei e i politeisti e troverai che i più prossimi all’amore per i credenti sono coloro che dicono: “In verità siamo nazareni”, perché tra loro ci sono uomini dediti allo studio e monaci che non hanno alcuna superbia. (5:82)
La maggior parte deglo Ebrei sono empi:
Voi siete la migliore comunità che sia stata suscitata tra gli uomini, raccomandate le buone consuetudini e proibite ciò che è riprovevole e credete in Allah. Se la gente della Scrittura credesse, sarebbe meglio per loro; ce n’è qualcuno che è credente, ma la maggior parte di loro sono empi. (3:110)
E devono essere combattuti:
Combattete coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati (9:29)
Insieme ai cristiani devono essere annientati perché credono in quello che dice la loro religione e non invece in quello che Maometto pretendeva che credessero:
Dicono i giudei: “Esdra è figlio di Allah”; e i nazareni dicono: “Il Messia è figlio di Allah”. Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Ripetono le parole di quanti già prima di loro furono miscredenti. Li annienti Allah. Quanto sono fuorviati! (9:30)
Antisemitismo nella Sunna e nella Sira
La sunna (fatti e detti del Profeta), insieme alle altre fonti islamiche ufficiali come la sira, va ad arricchire la raccolta di accuse e offese nei confronti degli Ebrei che ci vengono presentati ancora una volta come gente invidiosa, cospiratrice, disonesta e perversa:
Muhammad Ibn `Umar ci informò; disse: Al-Dahhak Ibn `Uthmàn mi raccontò parlando per conto di Makhramah Ibn Sulayman, che a sua volta lo fece riguardo l’autorità di Karib, che a sua sua volta riferì di quella di Ibn `Abbas; disse: Gli Ebrei di Qurayzah, al-Nadir, Fadak e Khaybar si ritrovarono nella descrizione del profeta, possa Allah benedirlo, di prima che venisse alzato a tale rango e anche che il posto della sua migrazione sarebbe stato Medina. Quando l’Apostolo di Allah; possa Allah benedirlo, nacque, i sapienti tra gli Ebrei dissero: Ahmad è nato stanotte, e questa è la stella che è salita. Quando salì al rango di profeta dissero: Ahmad è divenuto profeta e questa è la stella che è salita. Lo conoscevano, avevano letto su di lui e gli davano questa descrizione ma l’invidia e l’ostilitá non permisero loro di abbracciare l’islam. – Tabaqat Ibn Saad, Volume 1, Part. 1.40.21
Muhammad Ibn `Umar ci informò! Ya’qub Ibn `Abd Allah al-Ash’ari mi riferì parlando per conto di Ja`far Ibn Abi al-Mughirah, che lo fece per conto di Sa’id Ibn ‘Abd al-Rahman Ibn Abza: Il monaco disse ad Abu Tálib: Non venire in questo posto con il figlio di tuo fratello [Maometto, ndt]; in verità gli Ebrei sono suoi nemici, e lui è il Profeta di questa gente; lui è un Arabo e gli Ebrei sono gelosi di lui e desiderano che fosse stato un israelita. Quindi metti in guardia tuo nipote. – Tabaqat Ibn Saad, Volume 1, Part. 1.40.11
Abu Huraira riferì che il messaggero di Allah (Pace su di lui) disse: un gruppo dei Bani Israil si era smarrito. Io non sapevo che fosse loro accaduto, ma credo che (andarono incontro ad un processo) di metamorfosi e assunsero le sembianze dei ratti. Non vedete? Quando il latte di cammello gli viene messo davanti, loro non lo bevono, mentre quando quando gli viene messo davanti il latte di capra invece sì. Abu Huraira disse: ho raccontato proprio questo hadith a Ka’ab e lui disse: l’hai sentito raccontare dal messaggero di Allah (Pace su di lui)? Io (Abu Huraira) risposi: Sì. Lo disse ancora e ancora e io dissi: ho letto la Torah? Questo Hadith è stato trasmesso su autorità di ibn Ishaq con una lieve variazione delle parole. – Sahih Muslim, Libro 42, Numero 7135
Si veda anche Sahih Bukhari Volume 4, Libro 54, Numero 524
Maometto ha affermato che durante il suo “Viaggio Notturno” al cielo sul Buraq volante, Mosè pianse perché in Paradiso quelli che lo seguirono (gli Ebrei) sarebbero stati meno numerosi dei Musulmani:
“[…]Lì ho incontrato e salutato Mosè che disse, ‘Sarete accolti o fratello e Profeta.’ Quando ho proceduto su, ha iniziato a piangere e quindi gli venne chiesto perché stesse piangendo. Lui rispose, ‘O Signore! I seguaci di questo giovane che è stato inviato dopo di me entreranno in Paradiso in numero maggiore rispetto ai miei seguaci.'[…]“ – Sahih al-Bukhari, Vol. 4, Libro 54, Numero 429
Maometto ha sostenuto che gli Ebrei si meritano l’ira di Allah:
Narrato Abu Huraira:
Apostolo di Allah ha detto: “Di ‘Amen’, quando l’imam dice” Ghair-il-maghdubi ‘alaihim wala-ddal-lin; non seguire il percorso di coloro che si guadagnano la vostra rabbia (come ad esempio gli Ebrei), né di coloro che si perdono (come i Cristiani), tutti i peccati del passato della persona che ha detto (Amen) coincidono con quella degli angeli, e saranno perdonati. – Sahih al-Bukhari Vol. 1, Libro 12, Numero 749
Maometto non superò mai la rabbia per il rifiuto degli Ebrei di convertirsi all’islam. Ossessionato che alcuni Ebrei fossero ancora vivi, sul letto di morte sostenne che l’ultima ora non avverrà fino a quando i Musulmani non avranno ucciso tutti gli Ebrei, e anche le rocce e gli alberi si schereranno contro gli Ebrei nascosti dietro di essi:
Narrato da ‘Abdullah bin ‘Umar:
L’Apostolo di Allah disse, “Voi (i Musulmani) combatterete con gli Ebrei fino a quando alcuni di loro si nasconderanno dietro le pietre. Le pietre (li tradiranno) dicendo, ‘O ‘Abdullah (schiavo di Allah)! C’è un Ebreo che si nasconde dietro di me, uccidilo.’” Sahih Bukhari Volume 4, Libro 52, Numero 176
Narrato da ‘Abdullah bin ‘Umar:
L’Apostolo di Allah disse, “Voi (i Musulmani) combatterete con gli Ebrei fino a quando alcuni di loro si nasconderanno dietro le pietre. Le pietre (li tradiranno) dicendo, ‘O ‘Abdullah (schiavo di Allah)! C’è un Ebreo che si nasconde dietro di me, uccidilo.’” – Sahih al-Bukhari Vol. 4, Libro 56, Numero 791
Abu Huraira riferì che il messaggero di Allah (Pace su di lui) diceva: l’ultima ora non arriverà a meno che i Musulmani combattano contro gli Ebrei e li uccidano fino al punto che gli Ebrei di nasconderanno dietro a una roccia o un albero e la roccia o l’albero diranno: Musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo dietro di me; vieni e uccidilo; l’albero di Gharqad però non lo direbbe, dal momento che è un albero degli Ebrei. – Sahih Muslim, Vol. 7, Libro 41, Numero 6985
Si veda anche Sahih Muslim, Vol. 7, Libro 41, Numero 6981; Sahih Muslim Vol. 7, Libro 41, Numero 6982 e Sahih Muslim Vol. 7, Libro 41, Numero 6983.
Quest’ultimo comandamento peserà come un macignio sui rapporti del mondo musulmano nei confronti degli Ebrei.
Antisemitismo nella tradizione islamica
Maometto appare come una vittima degli Ebrei assassini, bugiardi, imbroglioni, calunniatori, ingannevoli, avari, gelosi etc… per cui i Musulmani lo dovranno vendicare fino al giorno del giudizio.
Cento anni dopo la morte di Maometto, i Musulmani occuparono Gerusalemme e costruirono la moschea Al Aqsa proprio sopra le rovine del tempio ebraico, il luogo più sacro degli Ebrei. I Musulmani tentarono così di cancellare la memoria dell’esistenza ebraica.
E’ su queste fondamenta che la tradizione post-Maometto costruirà il modello dell’ebreo cospitatore e le relative teorie complottiste. Ne elenchiamo alcuni esempi:
Un ebreo di nome Abu Lubabah tradì la fiducia di Maometto per interessi economici quando, invece di fare ciò che gli era stato ordinato, fece la spia informando gli Ebrei della tribù dei Banu Qurayza del fatto che Maometto li avrebbe decapitati (Vita di Maometto – Muhammad Ibn Garir al-Tabari, Capitolo XXLVII, pag. 157). Fu in questo contesto che venne rivelato il versetto 8:27: «O voi che credete, non agite con falsità verso Dio e l’apostolo»
In Corano 113:4, uno stregone ebreo di nome Labid, fu il responsabile di un incantesimo malefico di cui fu vittima Maometto.
Narrato da Aisha:
Una magia fu fatta sul Messaggero di Allah, così che cominciò a immaginare che di avere fatto qualcosa, anche se non l’aveva fatta. Un giorno, mentre era con me, ha invocato Allah per lungo tempo e poi disse: “O Aisha! Sai che Allah mi ha incaricato per quanto riguarda la questione gli ho chiesto?” Ho chiesto, “Cosa ti ha chiesto Allah” Egli disse: “Due uomini sono venuti da me. Uno di loro stava seduto vicino alla mia testa e l’altro stava seduto vicino ai miei piedi. Uno di loro ha chiesto al suo compagno: ‘Qual è la malattia di questo uomo?’ L’altro rispose: ‘Egli è sotto l’effetto della magia.’ Il primo ha chiesto, ‘chi ha fatto la magia su di lui?’ L’altro rispose: ‘Labid bin A’sam, un Ebreo della tribù di Bani Zuraiq.’ Il (primo ha chiesto), ‘con cosa è stata fatta?’ L’altro rispose, ‘Con un pettine e il capello attaccato ad esso e una po del polline di palma maschile.’ Il primo ha chiesto, ‘Dove si trova?’ L’altro rispose, ‘Nel pozzo di Dharwan.’ Poi il Profeta andò insieme ad alcuni dei suoi compagni a quel pozzo e vide che vicino ad esso c’erano palme da dattero. Poi tornò da me e mi disse: ‘Per Allah l’acqua di quel pozzo era (rossa) come l’infuso di foglie di hennè e la sua data di palme erano come le teste dei diavoli”, dissi, “dimmi Profeta di Allah, hai preso quel materiali dalla pelle polline?” Disse di no! Quanto a me Allah mi ha guarito e mi ha curato e avevo paura che le persone intorno avessero pensato che volessi diffondere il male in mezzo a loro quando ha ordinato che il pozzo dovesse essere riempito di terra, così è stato riempito di terra” (Sahih al-Bukhari Libro 71 Numero 661)
Fu il complotto di un ebreo di nome Abdullah ibn Saba’ la vera causa della divisione nell’islam tra Sunniti e Sciiti e all’interno degli stessi Sciiti. Questa figura, che secondo gli studiosi moderni non sarebbe nemmeno mai esistita, avrebbe architettato il suo subdolo piano simulando una conversione per dividere l’islam dall’interno.
“Anche la scissione ismailita venne attribuita dai duodecimani ad Abdullah ibn Maymun al Qaddah, un ebreo falsamente convertito con lo scopo di organizzare questa apostasia.” (Carlo Panella, Il Libro nero del Califfato, pag. 461)
“Secondo la metastoria musulmana, che giustifica qualsiasi divisione, emergenza politica e dottrinaria con la teoria del complotto ebraico, un altro ebreo, Yacub ibn Killis, sarebbe all’origine delle scissioni che determinarono la nascita di tre califfati distinti nello stesso periodo: quello Abasside di Baghdad, Fatimide del Cairo (910) e, infine, il califfato Omayyade di Cordoba, in Spagna (929). (Carlo Panella, Il Libro nero del Califfato, pag. 461)
Agli occhi dei Musulmani più fanatici la sola esistenza del popolo ebraico, per non parlare di un intero Stato ebraico, delegittima l’islam e Maometto. Per questi Musulmani fare la pace con gli Ebrei e riconoscere che sono esseri umani che meritano lo stesso rispetto di tutti gli altri è teologicamente inconcepibile. L’islam è obbligato a giustificare il genocidio che Maometto ha scatenato contro gli Ebrei (subumani, malvagi, scimmie, maiali, nemici di Allah etc…) altrimenti sarebbero obbligati ad ammettere che Maometto è stato un signore della guerra.
Essendo teologicamente obbligati a scegliere la via della non-riconciliazione, ogni accenno di apertura verso altre strade viene osteggiato. Gli Ebrei devono rimanere eternamente legati al ruolo di nemici dell’islam. Non esistono vie alternative: o gli Ebrei sono un male o lo è stato Maometto con le sue violenze e le sue parole.
Qualsiasi tentativo di perdonare, umanizzare, o vivere in pace con gli Ebrei è considerato tradimento contro l’islam. Come possono i Musulmani perdonare gli Ebrei e poi tornare alle loro moschee e lì leggere le indicazioni del loro Profeta contro di essi?
Tutto ciò ha avuto ripercussioni nella storia.
Conseguenze dell’antisemitismo islamico nella storia
Come era ovvio che fosse, una religione fondata su imput così forti contro una determinata categoria di persone, non poteva che generare conseguenze negative nella storia. Citeremo solo alcuni dei fatti più significativi:
Le ripercussioni nella storia dell’anisemitismo islamico si scontrano persino con la leggendaria (a tutti gli effetti) “età d’oro della tolleranza islamica”, soprattutto per quanto rappresentato nella Spagna islamica. Si calcola che tra il 1010 e il 1013 nei pressi di Cordoba e in altre parti della Spagna furono centinaia gli Ebrei uccisi.
Nel 1066, sempre a Cordoba, si ebbe il più grande massacro di ebrei mai avvenuto in epoca medievale, durante il quale persero la vita circa 4000 persone. Anche in questo caso la violenza contro gli Ebrei fu scaturita dal cospirazionismo e dalla gelosia nei confronti di alcuni di loro, che erano riusciti a ricoprire ruoli di prestigio (la storia dell’islam è ricca di situazioni in cui gli invasori musulmani, in mancanza di capacità politiche e organizzative, dovettero servirsi di dotti tra gli infedeli).
Walter Laqueur scrisse:
“Gli ebrei non potevano di regola ottenere una carica pubblica (come al solito ci sono le eccezioni), e ci sono stati pogrom occasionali, come ad esempio quello di Granada del 1066.”
Riferendosi a quest’ultima strage, Robert Wistrich dice:
“Questo è stato un disastro, così grave come quella che ha superato gli Ebrei Renania trenta anni più tardi durante la prima crociata, eppure raramente ha ricevuto molta attenzione degli studiosi.” (Laqueur, Walter, The changing face of antisemitism: from ancient times to the present day, pag. 68)
Lo sorico Bernard Lewis scrisse:
«Particolarmente istruttivo a questo riguardo è un antico poema antisemita di Abu Ishaq, scritto a Granada nel 1066. Questa poesia, che si dice sia stata uno strumento che provocò la rivolta antiebraica dello stesso anno, contiene le seguenti riflessioni:
“Ucciderli non è considerata una violazione della fede, violazione sarebbe lasciarli andare avanti.
Hanno violato la nostra alleanza con loro, come si può essere condannati per andare contro i trasgressori?
Come può esistere un qualsiasi patto quando noi siamo insignificanti e loro primeggiano?
Ora siamo umili, nei loro confronti, come se fossimo dalla parte del torto e loro avessero ragione!”» (Lewis, Bernard, The Jews of islam, pag. 44)
Mosè Maimonide (1135 – 1204), il più famoso filosofo ebreo del Medioevo, dovette fuggire dalla nativa Cordoba, stretta nella morsa del terrore della dinastia berbera musulmana degli Almohads, la quale emanò diversi progrom che portarono alla morte migliaia di Ebrei della penisola iberica. Maimonide e la sua famiglia riuscirono a fuggire. Intorno al 1172, in risposta alle richieste di informazioni da parte del capo degli Ebrei nello Yemen Jacob ben Netan’el al-Fayyūmi, Maimonide fornì consigli e tutto il conforto e l’incoraggiamento possibile. L’epistola agli Ebrei dello Yemen ci fornisce un quadro molto chiaro della situazione che stavano bpvivendo gli Ebrei di Spagna. Ne riportiamo alcuni estratti:
“…Le persecuzioni continue causeranno molti ad allontanarsi dalla nostra fede, ad avere dubbi, ad andare fuori strada, perché hanno assistito alla nostra debolezza, e hanno visto il trionfo dei nostri avversari e il loro dominio su di noi…”
“Dopo di lui sorse il pazzo che emulato il suo precursore da quando ha aperto la strada per lui. Ma ha aggiunto l’ulteriore obiettivo di procurare regola e sottomissione, e ha inventato la sua ben nota la religione “. Molti scrittori Ebrei medievali comunemente noti come Muhammad ha-meshugga ‘, Madman-il termine ebraico, come osserva Norman Stillman, essere “in stato di gravidanza con connotazioni.”
Maimonide indica anche uno dei motivi secondo lui dell’odio musulmano verso gli Ebrei:
“Visto che i musulmani non riuscivano a trovare una sola prova in tutta la Bibbia né un riferimento o un’allusione al loro profeta, furono costretti ad accusare noi dicendo: “Avete modificato il testo della Torah, e cancellato definitivamente ogni traccia del nome di Maometto da tali norme.” (Norman Stillman. The Jews of Arab Lands, pag. 236)
Egli osserva la profondità dell’odio musulmano per gli Ebrei, ma ci informa anche della sopportazione sopportazione alle angherie:
Ricordate, miei correligionari, che a causa del gran numero dei nostri peccati, Dio ci ha gettati in mezzo a questo popolo, la nazione di Ismaele [gli arabi] che ci perseguita duramente e che escogita tutti i modi per farci male e avvilirci… nessuna nazione ha mai fatto tanto male a Israele. Nessuna l’ha superata nell’avvilirci e umiliarci. Nessuna è stata capace di ridurci nel modo in cui questa ci ha ridotto. […] Anche se siamo stati disonorati da loro al di sopra della resistenza umana, e abbiamo dovuto sopportare le loro invenzioni, ci siamo comportati come lui che ha descritto lo scrittore ispirato, “Io come un sordo non ascolto e come un muto non apro la bocca” (Salmi 38:14). Allo stesso modo i nostri saggi ci hanno insegnato a sopportare in silenzio le prevaricazioni e le assurdità di Ismaele. […]. Abbiamo accettato, vecchi e giovani, per abituare noi stessi all’umiliazione, come Isaia ci ha insegnato “Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba.” (50:6)” (Abraham Halkin, David Hartman, Iggeret Teiman, New York 1952)
“In Kairouan [ Tunisia ] gli Ebrei furono perseguitati e costretti ad andarsene nel 1016, ritornando successivamente per poi essere espulsi di nuovo. Nel 1145 a Tunisi gli Ebrei (e i Cristiani) furono costretti a convertirsi se non volevano essere espulsi, e nel decennio successivo ci furono feroci persecuzioni antiebraiche in tutto il paese. Un evento simile si è verificato nel Marocco dopo il massacro degli Ebrei a Marrakesh nel 1232. In effetti, nel mondo islamico dalla Spagna e della penisola arabica il saccheggio e l’uccisione degli Ebrei, insieme a una tassazione punitiva, il confinamento in ghetti, l’obbligo di segni distintivi sui vestiti (una novità in cui l’islam preceduto la Cristianità medievale), e altre umiliazioni erano all’ordine del giorno.” (Robert Wistrich. Antisemitism-The Longest Hatred. Schocken Books, New York 1991, p.196)
Tristemente famoso è anche il “massacro di Fes” (Marocco), dove nel 1033 più di 6000 Ebrei vennero brutalmente uccisi.
“La dogmatica certezza di un complotto ebraico all’origine di tutte le divisioni della umma musulmana, sempre sottovalutata dalla storiografia europea, riemerse drammaticamente nel corso del XX secolo, quando il califfato universale ottomano, impostosi nel XVI secolo, cominciò ad agonizzare. Nel 1908 nei Paesi arabi, Siria e Iraq innanzitutto, gli Ebrei furono accusati di essere promotori del movimento dei Giovani Turchi che, con una sorta di golpe militare, impose al sultano Abdul Hamid riforme modernizzatrici moderatamente democratiche. Ancora una volta la crisi dell’assetto del potere centrale della umma musulmana venne dunque ascritta ai giudei e ai loro complotti. Vi furono anche manifestazioni e violenze contro gli Ebrei. L’accusa, al solito, non aveva elementi cui appoggiarsi (solo uno tra gli affiliati all’organizzazione, Emanuel Carasso, che ricopriva un ruolo del tutto marginale, era ebreo), mentre ebbe concretissime ragioni d’essere l’accusa ai Giovani Turchi di essere in contatto con la massoneria. (Carlo Panella, Il Libro nero del Califfato, pag. 462)
Il contatto principale su cui i nazisti poterno contare per un sostegno del mondo islamico fu Amin el-Husseini, il Mufti di Gerusalemme. Al centro dei suoi sforzi ci fu il tentativo di rivitalizzare l’odio verso gli ebrei sulla base delle tradizioni islamiche dell’erterno complotto contro i musulmani. Esiste un opuscolo dal titolo “L’islam e l’ebraismo”, che i nazisti diffusero in diverse lingue. Nella sua prefazione il Mufti scrisse: “Purtroppo, solo pochi sanno che l’inimicizia tra l’islam e l’ebraismo non è una cosa recente” Ora, questi messaggi di odio sono stati riportati in vita con la ripetizione continua. Verso la fine del 1938 l’Abwehr II pianifica un programma per inviare in Palestina, tramite navi battenti bandiera neutrale, alcune forniture di armi e munizioni destinate alle forze di Husseini. Nel settembre del 1939, all’indomani dell’invasione tedesca della Polonia, Amin al Husseini dichiara pubblicamente di volere dare il suo esplicito sostegno al “meritevole e coraggioso condottiero Adolf Hitler”, incitando “i mussulmani a prendere le armi a fianco della Germania nazista”. All’inizio del 1941, dai microfoni di un’emittente segreta, il Gran Muftì invoca “il diritto degli arabi a risolvere il problema ebraico con le stesse modalità e gli stessi mezzi adoperati dal Führer, e lancia un proclama affinché tutti gli islamici contribuiscano con le armi al successo delle forze dell’Asse”. (Fonte)
Tra le infinite prove di un sentimento antisemita ben precedente alla nascita di Israele vi è anche quella offerta dai libri di testo in arabo adottati nei campi profughi palestinesi delle Nazioni Unite in Giordania, Libano, West Bank e striscia di Gaza. Il 4 aprile 1969 fu infatti presentato all’ottantaduesima sessione dell’Unesco a Parigi il risultato di un’indagine (condotta da tre membri, tra cui un musulmano turco) che, dopo aver preso in esame centoventisette libri di testo, ne aveva approvati solo quarantotto, bocciando gli altri per le seguenti ragioni: importanza al problema delle relazioni tra il Profeta Maometto e gli Ebrei d’Arabia, in termini che mirano a convincere i giovani lettori che la comunità ebraica nel suo insieme è sempre stata e sempre sarà l’inconciliabile nemica della comunità musulmana. […] Termini come bugiardo, imbroglione, usuraio, idiota, applicati agli Ebrei in certi brani e parte del deplorevole linguaggio dell’antisemitismo internazionale, non possono essere tollerati.” (Carlo Panella, Il Libro nero del Califfato, pag. 462)
Le ripercussioni dell’anisemitismo islamico si sono protratte fino ai nostri giorni, tanto che rappresenta una sfida chiave del nostro tempo, il quale si manifesta non solo con gli attacchi terroristici e di “violenza di strada” ma anche con un’intensa propaganda razzista principalmente di stampo complottista, secondo la quale dietro ogni male del mondo, compresi persino gli attentati islamici, c’è la mano degli Ebrei.
Di questo argomento parleremo più approfonditamente in un nuovo articolo ad esso dedicato.
Ogni volta che un mussulmano comincia a parlare, eserdisce sempre con la frase “L’islam è una religione di pace”, e durante il discorso lo ripete fino alla nausea, quasi a voler convincere o fare il lavaggio del cervello al suo interlocutore. Basta accendere la tv e ascoltare qualunque Talk show o tavola rotonda dove vi è presente un mussulmano per rendersi conto di questo. Intanto questa semplice menzogna sta lentamente pervadendo le menti delle persone. Infatti si sente sempre piu spesso dire “l’Islam moderato”, io direi che più di “Islam moderato”, dovremmo parlare di “mussulmani che non conoscono bene l’slam” e per questo agli occhi dei più sembrano moderati. Ma nonappena questi ultimi si addentrano di più nello studio della loro religione, diventano integralisti.
L’occidente dovrebbe informarsi molto di più di quello che è in se stesso l’Islam, ma purtroppo ciò non avviene. Questo che l’articolo racconta, nei nostri libri di storia viene taciuto, anzi la dominazione Araba in Spagna e Sicilia vine decantata come un periodo di profonda civilizzazione e innovazione tecnico-scientifica, mentre nella realtà è stata un epoca di profondissima oppressione e regressione.
Inoltre gli Ebrei non avrebbero mai potuto accettare Maometto come profeta, in quanto egli non ha nulla che possa essere rivendicato come “profeta”, nulla di lui si pone in quella scia profetica che era stata cosi ben delineata nella storia del profetismo in Israele. Basta solo dire una cosa fondamentale: le rivelazioni di Allah a Maometto erano sempre date “post eventu” (dopo che erano accaduti i fatti), giustificavano sempre le azioni di Maometto, e Maometto aveva sempre un occhio di riguardo da Allah che gli permetteva di tutto e di più, invece i profeti d’Israele profetizzavano “ante eventu” cioè prima che le cose accadessero, nessuna profezia mai era a favore del solo profeta, e inoltre il profeta non subiva mai un trattamento di favore da parte di Dio (tutti gli uomini sono uguali al cospetto di Dio). Qualunque credente ebreo sapeva e sa queste cose, e quindi mai avrebbe potuto ritenere Maometto un profeta. Per non parlare della condotta morale, che nei profeti era indeggerrima, mai si arricchivano, mai cercavano bottini, mai muovevano guerra, mai si mostravano crudeli e spietati.
Più si va VERAMENTE a fondo dello studio della storia dell’islam (che è precedente a Maometto) e delle conseguenti azioni che il suo “profeta” giustifica con un FALSO rapporto privilegiato con Dio… più si capisce (solo per chi usa cervello e conoscenza) che l’ideologia inventata da Maometto, copiandola male dalle tradizionali religioni già presenti nei territori dove aveva vissuto… ERA STATA COSTRUITA SU MISURA PER POPOLAZIONI IGNORANTI E VIOLENTE che vivevano da sempre per sfruttare le ricchezze del lavoro degli altri.
Ancora oggi, infatti, l’islam non è in grado di produrre: ingenieri di qualsiasi tipo, tecnici qualificati, medici competenti, fisici di qualsiasi disciplina, letterati (beh, questi MENO CHE MENO…), matematici (a loro servono solo le quattro operazioni per calcolare i loro interessi)… Quei pochi che si possono trovare nei loro paesi, o hanno studiato all’estero (occidente…, che tanto odiano) o nelle missioni e nelle scuole cristiane (quelle che in passato c’erano…), ove, invece di imbottire i ragazzi di cazzate ideologiche, si preoccupavano di suscitare in loro il desiderio della conoscenza.
Questo è il modello PRECISO dell’islamico di tutti i tempi: una persona che vive di puri istinti animaleschi, guidata da un’ideologia intimidatoria che però, gli promette in cambio della sua fedeltà, un paradiso materialistico fatto di soddisfazioni di altri bassi istinti animaleschi… Questo modo di “allevare” le persone, fa si che l’islam continui ad influire sui caratteri deboli, sfruttando la loro paura, ma soprattutto… SPEGNENDO in loro il DESIDERIO DELLA CONOSCENZA.
Questo erano, sono e saranno sempre coloro che credono che Maometto sia un profeta: persone prive di qualsiasi altro interesse che non sia quello di soddisfare i propri istinti animali.
E non c’è bisogno nemmeno di insistere su questo, per loro stessa ammissione! La vita “ideale” per un musulmano (ah!, sempre uomo, ovviamente… visto che è una cultura esclusivamente maschilista) è: mangiare, divertirsi, lavorare meno possibile, fregare gli altri, “ficcare” tanto, avere moglie e figli su cui esercitare un dominio da padre-padrone e SOLTANTO all’ultimo (in cambio di tutte queste cose appena citate) ricordarsi che c’è un Dio creatore a cui rendere grazie (e nemmeno tutti i musulmani lo fanno, durante la giornata, come vogliono farci credere…).
Non c’è possibilità di dialogo, perché non c’è da parte loro, il desiderio di imparare qualcosa dalla realtà che li circonda, ma nemmeno la concezione che l’uomo ha anche uno “spirito” che va nutrito di “cose” spirituali… non di laide e sconce godurie materiali…
Coloro che seguono i dettami dell’islam, non potranno MAI capire “lo stato di diritto”: andrebbe in conflitto con ciò che il loro istinto li spinge a fare! Ed è proprio questo che Maometto aveva capito: esaltare gli istinti dei suoi seguaci, per evitare che IMPARASSERO a DESIDERARE la conoscenza.
La tristezza che deve sorgere nei nostri cuori, è proprio questa: un’ideologia-religiosa che serve a sottomettere le persone peggio di quanto abbia fatto QUALSIASI dittatore sorto nell’ambito della storia dell’occidente: persone (gli islamici) incapaci persino di abiurare il loro stato a causa di una delle più grandi paure che l’uomo abbia mai avuto: quella di un Essere Creatore che li abbia messi al mondo soltanto per PUNIRE ATROCEMENTE ogni loro sbaglio! Chiunque di noi, con il nostro retaggio culturale, rifuterebbe categoricamente una schiavitù del genere… ma loro vengono dai loro leader religiosi, talmente intimoriti, da perdere la propri esigenza di libertà: essi, sempre di più, la identificano con la sharia… non sapendo nemmeno a cosa andranno incontro se venisse veramente applicata… Davvero il Demonio ha fondato con l’islam, qualcosa che lascia facilmente gli uomini ad un livello pari a quello degli animali.
Speriamo che prima o poi siano i cuori stessi di questi uomini a ribellarsi ad una condizione del genere: ne guadagnerebbe l’umanità intera!