I versetti tolleranti del Corano? Abrogati
Maometto veniva accusato spesso dai suoi avversari di modificare gli ordini dati ai credenti, così escogitò uno stratagemma e, come spesso accadeva, si fece “rivelare” anche in questo caso degli utili versetti coranici dove Allah spiega che le contraddizioni in cui cadeva il Suo profeta erano volute da Lui, con cognizione di causa, e non erano dovute alla sbadataggine e dal complicato intento di inventare un intero libro divino con un contenuto coerente.
Non abroghiamo un versetto né te lo facciamo dimenticare, senza dartene uno migliore o uguale. Non lo sai che Allah è Onnipotente? (2:106)
Quando sostituiamo un versetto con un altro – e Allah ben conosce quello che fa scendere – dicono: “Non sei che un impostore”. La maggior parte di loro nulla conosce (16:101)
La teoria dell’abrogazone sostiene quindi che nel caso di versetti in contraddizione tra loro, l’ultimo ad essere rivelato è quello che deve essere preso in considerazione. Si parla dunque di versetti abrogati e abroganti.
In questo articolo abbiamo approfondito la dottrina dell’abrogazione e le sue conseguenze.
Recentemente va molto di moda, da parte degli apologisti dell’Islam, citare i versetti coranici che parlano di pace e tolleranza, a mo’ di dimostrazione dell’intrinseca bontà della religione musulmana. Purtroppo, come già si intuisce leggendo una qualsiasi biografia di Maometto (vedasi la categoria “Maometto” su questo blog), il suo carattere diventò sempre più duro, sanguinario e intollerante col passare degli anni, e, come diretta conseguenza, queste caratteristiche si riscontrano maggiormente nelle sure tarde del Corano.
Proprio per la questione dell’abrogazione, ciò significa che buona parte dei “versetti tolleranti’ può non essere considerata valida, a causa dell’esistenza di “versetti “intolleranti” successivi.
Per fare un esempio, diamo una veloce lettura alla sura 9, una delle ultime ad essere rivelate al Profeta di Allah. Si tratta del capitolo meno tollerante dell’intero Corano, leggiamo ad esempio i versetti 3, 4 e 5.
Ecco, da parte di Allah e del Suo Messaggero, un proclama alle genti nel giorno del Pellegrinaggio: “Allah e il Suo Messaggero disconoscono i politeisti. Se vi pentite, sarà meglio per voi; se invece volgerete le spalle, sappiate che non potrete ridurre Allah all’impotenza. Annuncia, a coloro che non credono, un doloroso castigo.
Fanno eccezione quei politeisti con i quali concludeste un patto, che non lo violarono in nulla e non aiutarono nessuno contro di voi: rispettate il patto fino alla sua scadenza. Allah ama coloro che [Lo] temono.
Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi associatori ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati. Se poi si pentono, eseguono l’orazione e pagano la decima, lasciateli andare per la loro strada. Allah è perdonatore, misericordioso. (9:3-5)
Questo ultimo verso, in particolare, è preso come esempio dallo studioso dell’Islam Ibn Warraq, che descrive il concetto dell’abrogazione in questi termini:
…Ora possiamo vedere quanto utile e conveniente fosse la dottrina dell’abrogazione per trarre d’impaccio gli studiosi dalle difficoltà – anche se, naturalmente, pone problemi agli apologisti dell’Islam, dal momento che tutti i passaggi che predicano tolleranza si trovano nel periodo Meccano (antico), e tutti passaggi che incitano ad uccidere, a decapitare e a mutilare, i cosiddetti Versi della Spada, sono del periodo Medinese (tardo); la ‘tolleranza’ è stata abrogata dalla ‘intolleranza’. In quanto, il famoso verso della Spada, “Uccidete gli idolatri ovunque li troviate” viene considerato come abrogatore di ben 124 versi che promuovono la pazienza e la tolleranza.”