La dottrina islamica della conquista e della conversione

Dhimmi

Combattete coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati. Corano 9, 29

Terra dell’islam e terra della guerra – Dar al-Islam e Dar al-Harb 

Nella dottrina islamica il mondo viene distinto in due parti, la terra che è sotto il controllo dei musulmani e la terra di conquista dove vivono gli infedeli, i mushrikun.

– Dar al-Islam, dimora dell’islam, sono le aree controllate dagli Stati islamici
– Dar al-Harb, dimora della guerra, sono le aree non controllate dagli Stati islamici.

Abu’l-Hasan al-Mawardi, famoso giurista di Baghdad, morto nel 1058, ha scritto:

Gli infedeli di Dar al-Harb sono di due tipi: Quelli che sono stati raggiunti dalla chiamata dell’Islam, ma l’hanno rifiutato e hanno preso le armi. Il comandante dell’esercito ha la possibilità di combatterli in uno dei due modi che egli giudica essere nel miglior interesse dei musulmani e più tremendo per gli infedeli: può scacciarli dalle loro case e infliggere loro danni notte e giorno, distruggendo e bruciando, oppure può dichiarare guerra e combatterli. Quelli che non sono stati raggiunti dall’invito dell’Islam, sebbene siano poche persone oggigiorno … se rifiutano di accettarlo dopo essere stati chiamati, la guerra sia condotta contro di essi ed essi siano trattati come quelli raggiunti dalla chiamata.

Abu’l-Hasan al-Mawardi, al-Ahkam as-Sultaniyyah. The Laws of Islamic Governance, London, Ta-Ha Publishers Ltd., 1996, p. 60

E ancora:

Il musulmano deve battersi con l’intenzione di sostenere la religione di Allah … e di distruggere ogni altra religione che ad essa si opponga “onde farla prevalere su ogni altra religione, anche se ciò dispiace agli infedeli” (Corano, Sura 9, 33).

Abu’l-Hasan al-Mawardi, al-Ahkam as-Sultaniyyah. The Laws of Islamic Governance, London, Ta-Ha Publishers Ltd., 1996, p. 70

Al-Mawardi, trattando della conquista di Dar al-Harb durante la guerra santa, indica il modo di trattare gli abitanti vinti.

Se dopo la sconfitta si convertono all’islam, loro e la loro terra divengono parte di dar al-Islam. Se invece rimangono infedeli allora le loro donne e i loro bambini siano fatti prigionieri, le loro ricchezze siano fatte bottino di guerra, e coloro che non si sono arresi siano messi a morte. Riguardo a coloro che si sono arresi il comandante ha quattro possibilità: tagliare loro la testa, ridurli in schiavitù e sottomertterli alla legge della schiavitù per quanto concerne la vendita e la manomissione, scambiarli con altri prigionieri o richiedere un riscatto, ed infine concedere il proprio favore dando loro il perdono.

Abu’l-Hasan al-Mawardi, al-Ahkam as-Sultaniyyah. The Laws of Islamic Governance, London, Ta-Ha Publishers Ltd., 1996, p. 76

Secondo al-Mawardi esiste anche un’altra possibilità: che paghino un tributo per avere la pace. Tuttavia il pagamento del tributo una tantum non li garantisce. Gli infedeli devono pagare ogni anno, solo allora potranno vivere al sicuro dalla guerra santa, almeno finché pagheranno regolarmente. In caso di interruzione del pagamento la guerra santa ricomincia.

Al-Mawardi indica i tre modi di acquisizione della terra di Dar al-Harb da parte dei musulmani:

– acquisizione con la forza e la violenza, quando gli abitanti siano stati messi a morte, fatti prigionieri, o siano stati costretti alla emigrazione;
– acquisizione senza violenza, quando gli abitanti abbiano abbandonato la terra per timore;
– acquisizione mediante trattati.

Il Corano stesso prescrive che nessuna pace sia fatta con gli infedeli fino a che i musulmani sono più forti:

Non siate dunque deboli e non proponete la pace mentre siete più forti. Allah è con voi e non diminuirà il valore delle vostre azioni. Corano 47,35

Guerra santa – Jihad 

La guerra santa ha lo scopo di convertire gli infedeli sottomettendoli militarmente.
Il jihad, che letteralmente vuol dire “sforzo”, significa “guerra santa”. E’ l’obbligo religioso dei musulmani di combattere finché tutto il mondo non avrà adottato la fede musulmana o non sarà stato sottomesso alla dominazione musulmana.

Ibn Khaldun, morto nel 1406, ha scritto:

Nella comunità musulmana il jihad è un dovere religioso, a causa dell’universalità della missione musulmana e dell’obbligo di convertire tutti all’Islam o con la persuasione o con la forza.

Ibn Khaldun, The Muqudimmah. An introduction to History, New York, 1958, vol. 1, p. 473

Abu Muham¬mad Abdallah ibn Abi Zayd al-Qayrawani, morto nel 966, ha scritto:

Il jihad è un precetto di divina istituzione. La sua esecuzione da parte di alcuni individui può dispensare altri da esso. Noi Malikiti sosteniamo che è preferibile non cominciare le ostilità con un nemico prima di averlo invitato ad abbracciare la religione di Allah, ad eccezione di quando il nemico attacca per primo. Essi hanno l’alternativa o di convertirsi all’Islam o di pagare la jizya, prima che la guerra sia dichiarata contro di essi.

Ibn Abi Zayd al-Qayrawani, La Risala (Epitre sur les elements du dogme et de la loi de l’Islam selon le rite malikite), 5 th ed. Algiers, 1960, p. 165

Stato mondiale islamico 

Ismail al-Faruqi, palestinese, professore di Studi islamici e Storia della religione nella Università di Temple dal 1968 al 1986, ha scritto:

Tutti i musulmani sperano che un giorno lo Stato islamico includa il mondo intero. La Pax Islamica che lo Stato islamico offre è più affidabile di quella delle Nazioni Unite … Per contra, la Pax Islamica è dominata dalla legge, nata dalla natura e dalla necessità, ha tribunali aperti a tutte le istanze, ed è sostenuta da un potente esercito universale.
La dottrina del Jihad o Guerra Santa è valida nell’Islam. Una Guerra Santa dovrebbe essere fatta per due ragioni. La prima ragione è la difesa … La seconda ragione è l’eliminazione della ingiustizia ovunque essa sia. Come il singolo musulmano nel Dar al-Islam, lo Stato islamico considera se stesso, ed agisce rettamente come vicegerente di Dio nello spazio e nel tempo, una vocazione che dà una grande responsabilità allo Stato islamico … eliminare l’ingiustizia ovunque gli uomini l’abbiano causata, anche se fosse dall’altra parte della luna. Il Musulmano considera un dovere religioso insorgere ed eliminare l’ingiustizia.

Ismail Raji al-Faruqi, Islam and Other Faiths , ed. by Ataullah Siddiqui, (Herndon, VA), 1998, p. 100

L’Ayatollah Khomeiny, morto nel 1989, ha scritto sul legame tra guerra santa e Stato islamico:

La guerra santa significa la conquista dei territori non musulmani. Essa deve essere dichiarata dopo la formazione di un governo islamico degno di questo nome, sotto la direzione dell’Imam o su suo ordine … Ma che il mondo intiero sappia bene che la supremazia universale dell’Islam differisce notevolmente dalla egemonia degli altri conquistatori. Occorre dunque che il governo islamico sia creato sotto l’autorità dell’Imam affinché possa intraprendere questa conquista che si distinguerà dalle altre guerre di conquista ingiuste e tiranniche lontane dai principi morali e civilizzatori dell’Islam.

Ayatollah Khomeiny, Principes politiques, philosophiques, sociaux et religieux, Editions Libres-Hallier, 1979, Citations politiques et philosophiques

Stato Islamico costituzionale e democratico

L’Ayatollah Khomeiny ha chiaramente indicato la natura democratica e costituzionale dello Stato islamico:

Il governo islamico non può essere totalitario o dispotico, ma costituzionale e democratico. In questa democrazia, tuttavia le leggi non dipendono dalla volontà del popolo, ma unicamente dal Corano e dalla Sunna del Profeta. La Costituzione, il Codice Civile e il Codice Giudiziario non possono ispirarsi che alle leggi islamiche contenute nel Corano e trascritte dal Profeta, ed esse sole devono essere applicate scrupolosamente. Il governo islamico è il governo del diritto divino, e le sue leggi non possono essere cambiate, né modificate, né contestate.
In questo risiede la differenza radicale tra un governo islamico e i differenti governi monarchici o repubblicani dove coloro che sono eletti, rappresentanti del popolo o dello Stato, propongono e votano leggi, mentre nell’Islam la sola Autorità competente è l’Onnipotente e la sua volontà divina … In un governo islamico che si rispetti il potere legislativo, che è una delle tre componenti di ogni sistema costituzionale con l’esecutivo e il giudiziario, è sostituito da un “Consiglio religioso di pianificazione” che trasmette a ogni ministero le leggi islamiche che lo riguardano, gli indica il suo programma conformemente alla religione e stabilisce alla base l’insieme dei programmi per la politica generale del paese.

Ayatollah Khomeiny, Principes politiques, philosophiques, sociaux et religieux, Editions Libres-Hallier, 1979, Introduction

Protezione – ahl al-dhimma

Un infedele, una volta preda degli islamici, ha due possibilità: convertirsi all’islam o rimanere nella propria fede.
Se accetta di convertirsi acquista tutti i diritti degli altri musulmani.
Se l’infedele rifiuta la conversione e si mantiene nella religione cristiana o in quella ebraica diventa un “protetto”. Ossia diviene un suddito con diritti politici e civili limitati, a cui viene concesso di continuare ad esercitare la propria religione.
La ahl al-kitab, ossia la “gente del Libro”, ebrei e cristiani, viene posta sotto dhimma, ossia protezione.
I dhimmi hanno uno status politico, civile, sociale, economico e religioso di inferiorità rispetto agli altri cittadini, ma hanno sempre la possibilità di convertirsi.
I dhimmi devono pagare la jizya, ossia la tassa riservata ai non musulmani.
Se l’infedele rifiuta la conversione ed appartiene a religione diversa da quella ebraica o cristiana, oppure è ateo rischia di essere ucciso.

3 Ecco, da parte di Allah e del Suo Messaggero, un proclama alle genti nel giorno del Pellegrinaggio: Allah e il Suo Messaggero disconoscono i politeisti. Se vi pentite, sarà meglio per voi; se invece volgerete le spalle, sappiate che non potrete ridurre Allah all’impotenza. Annuncia, a coloro che non credono, un doloroso castigo. 
4 Fanno eccezione quei politeisti con i quali concludeste un patto, che non lo violarono in nulla e non aiutarono nessuno contro di voi: rispettate il patto fino alla sua scadenza. Allah ama coloro che Lo temono. 
5 Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi miscredenti ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati. Se poi si pentono, eseguono l’orazione e pagano la decima, lasciateli andare per la loro strada. Allah è perdonatore, misericordioso. Corano 9, 3-5
39 Combatteteli finché non ci sia più politeismo, e la religione sia tutta per Allah. Se poi smettono? ebbene, Allah ben osserva quello che fanno. Corano 8, 39 (NOTA: per “smettere la guerra” si intende “sottomettersi”)

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