Consiglio librario: Aristotele contro Averroè
Chi restituì la sapienza greca all’Occidente?
Rivalutazione del ruolo dell’Islam nell’incontro tra Medioevo e cultura classica.
La cultura greca non tornò all’Occidente solo grazie all’Islam: a salvare dall’oblio i filosofi antichi sarebbe stato innanzitutto il lavoro dei cristiani d’Oriente, caduti sotto dominio musulmano, e dunque arabizzati. Questo sostiene il medievista francese Sylvain Gouguenheim, ricordando come, già prima del Duecento la trasmissione del sapere greco e aristotelico avvenne in Europa soprattutto grazie all’opera dei monaci benedettini: per esempio nel monastero di Mont Saint Michel furono tradotte dal greco al latino molte opere di Aristotele già prima di Averroè a Toledo. Addirittura la “Fisica” venne copiata in duecento esemplari e mandata nelle maggiori corti e nei principali centri culturali europei. Senza contare il fatto che vi furono regioni dell’Europa, come la Sicilia, dove la circolazione del pensiero e delle opere classiche non si interruppe mai. Quanto al secondo aspetto, secondo l’autore il dialogo prese forma dopo il XII secolo e soprattutto grazie alla parte cristiana.
La civiltà islamica, inoltre, non avrebbe mai dimostrato un vero interesse per la sapienza greca: da parte musulmana si sarebbe trattato più che altro di un approccio selettivo, forte nei settori della logica o delle scienze della natura ma debole, per non dire inesistente, sul piano politico, morale o metafisico.
In un libro documentato e appassionatamente argomentato, che non ha mancato di suscitare violenti polemiche tra gli specialisti, Gouguenheim ricostruisce il percorso dei greci e di Aristotele in particolare nel Medioevo. E riconsegna all’Europa il merito di uno sforzo culturale che solo in tempi recenti, anche per ragioni ideologiche, si è voluto ascrivere all’Islam.
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